Castelfranco Veneto, uno scrigno di capolavori

Il Duomo custodisce le tele del Giorgione. Atmosfere magiche nei dintorni della cittadina

di GLORIA CIABATTONI
3 maggio 2024

I giardini del Castello e la torre del Giorgione

Nella provincia di Treviso al confine con quella di Padova, c’è una piccola città – 35mila abitanti circa – che racchiude in pochi chilometri una serie incredibile di capolavori: è Castelfranco Veneto.

Il cuore antico è circondato da mura medioevali che custodiscono begli edifici, e oltre le mura un parco e gli eleganti portici di piazza Giorgione invitano a passeggiare e a fare shopping... davanti al Giorgione (ovvero alla sua statua), pittore tanto illustre quanto misterioso. Zorzon da Castelfranco qui nacque fra il 1477 e il 1478 e morì a Venezia a 33 anni ma la data non è certa. Certo è il suo capolavoro, la Pala con la Madonna conservata con altre pregevoli pitture nel Duomo.

E da qui parte un percorso (museocasagiorgione.it) che porta a casa Marta Pellizzari o casa del Giorgione, dove un allestimento suggestivo fra buio e luce culmina nel Fregio delle Arti Liberali e Meccaniche (1502-1503): i simboli astrologici-astronomici, che profetizzavano una nefasta congiunzione astrale fra il 1503 e il 1504, accentuano l’alone di mistero del Giorgione, che si rivela esperto anche di esoterismo. Frequentò questa casa con amici pittori, ma nacque nella vicina Casa Barbarella (oggi sede del Conservatorio A. Steffani), suggestiva con la sua scalinata e l’elegante facciata.

L’aura magica di questi luoghi si intensifica nel vicino Vicolo dei Vetri, dove c’è lo Studiolo, le cui pitture rinvenute durante dei restauri – stemmi di nobili famiglie locali e veneziane e decori policromi-  pongono diversi interrogativi. C’è l’effige di una strana donna con in mano un orecchio: simboleggiava un luogo di riunioni segrete? Di famiglie che decidevano le sorti della città? Il mistero rimane.

Sempre in zona, ritroviamo il nome di Francesco Maria Preti (Castelfranco 17001-1774): oltre il Duomo progettò il Teatro Accademico, che dopo ristrutturazioni dell’ 800 ospita moltissimi eventi compresi quelli del Conservatorio Steffani. Il Preti ritorna, ma solo sulla carta, in un progetto del 1766, mai realizzato, per Giovanni Corner allora proprietario di quella che oggi è Villa Revedin Bolasco, voluta dal conte Francesco Revedin su progetto dell’architetto Giambattista Meduna. Che tra il 1852 e il 1865 impiantò il giardino romantico, con un lago alimentato dal torrente Avenale, due piccole isole e un parco con oltre mille alberi plurisecolari, la Cavallerizza con le statue seicentesche, una torre colombara e la serra ispano-moresca. Passeggiare in questo parco, con gli scoiattoli che saltano fra i rami, è un’esperienza fuori dal tempo.

L’esterno di villa Bolasco
L’esterno di villa Bolasco

Così come lo è l’atmosfera di Villa Chiminelli a Sant’Andrea oltre il Muson (meno di 7 km da Castelfranco), una villa del tardo 1500 affrescata da Benedetto Caliari fratello di Paolo Veronese. La villa fu di Francesco Soranzo nobile veneziano e pievano a S. Andrea oltre il Muson dal 1563 al 1595, poi passò ai Piacentini, ai Tiepolo e agli attuali proprietari. La villa ha uno stupendo giardino e un curioso Museo Conciario. Da non perdere, ad Altivole, a soli 12 chilometri da Castelfranco, il Memoriale Brion, progettato dall’architetto Carlo Scarpa tra 1970 e 1978 e gestito dal FAI. Vi si accede, dal cimitero, con una scenografica apertura con due cerchi intrecciati, simbolo dell’amore coniugale. Qui tutto è simbolico, con percorsi di materia e di acqua che si intersecano, come nel padiglione della meditazione con il laghetto di ninfee, e l’arco rivestito da tessere di vetro e foglia d’oro che protegge i sarcofagi dei due coniugi Giuseppe e Onorina Brion.