Il vecchio casale, il borgo rinato con l’albergo diffuso e la Spa resort: tutte le facce dell’Umbria
In centro Italia un lento viaggio nella storia millenaria e nell’artigianato del gusto fra coccole, arte e delizia della cucina
C’è il borgo millenario di collina, rinato grazie a una coppia di imprenditori romani e trasformato in una meta di grande bellezza. C’è il casale ripopolato da una famiglia emiliana all’insegna della buona cucina e del relax autentico in campagna. E c’è la Spa resort più grande dell’Umbria, resa tale da una famiglia di coltivatori di tabacco che non ha mai dimenticato il legame con la sua terra, tanto da utilizzare come fornitori 70 piccoli artigiani locali, dal produttore di formaggio al frantoio.
Artigiani del gusto e piccole e grandi epopee familiari che intrecciano le loro storie su uno sfondo unico, quello delle colline e dei borghi medievali all’ombra delle città d’arte più note, come Assisi, Perugia, Foligno e Montefalco.
Gualdo Cattaneo, il borgo rinato
“Sono arrivata qui a novembre. Era tutto buio, la vecchia osteria di 40 anni fa era chiusa, figuriamoci l’alimentari. C’era solo un gatto nero. Ma il borgo mi aspettava”. Giorgiana Guidi, approdata a Gualdo Cattaneo con il marito Raffaele Tomaino quattro anni fa, si è rimboccata le maniche e ha fatto ripartire le lancette dell’orologio di questo piccolo borgo dalle origini nobili (la data di fondazione è fissata al 975, quando l’imperatore Ottone III di Sassonia la diede in feudo al conte germanico Edoardo Cattaneo) arroccato su una collina circondata da uliveti e vigneti a 446 sul livello del mare. Oggi il Grottino Hosteria e Residence è un modello di ospitalità diffusa: il ristorante caldo e intimo col braciere a vista, che si è guadagnato una segnalazione sulla Guida Michelin grazie alla felice unione fra piatti della tradizione rivisitati e prodotti di prima qualità, è stato realizzato nella vecchia canonica del parroco, mentre sopra sono state ricavate le camere con l’affaccio sul tramonto oltre la piazzetta silenziosa. A pochi passi, in un altro edificio antico, c’è il bistrot, il cuore delle attività del borgo organizzate dalla vulcanica padrona di casa, dalla musica alle passeggiate, dai picnic al trekking, fino al risveglio muscolare nelle vigne, che richiamano all’ombra della antica fortezza visitata anche da Galileo Galilei (che vi soggiornò nel 1624 durante una visita a Perugia) turisti e giovani dei borghi vicini.
“Ogni anno apriamo un’attività. Per l’estate avremo anche una Spa per 6 persone massimo e delle piccole suite”, continua Giorgiana, che in questi anni ha rianimato il borgo, portando lavoro e amici, che hanno acquistato le vecchie case, rimettendole a posto. “Siamo un condominio diffuso”, ama dire lei.
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Un condominio che assomiglia al set di un film, con la Rocca Sonora a dominare la scena, con tre chiese come quinte: Sant’Andrea, Sant’Agostino e Santi Antonio e Antonino, tutte datate tra il 1100 e il 1200. Gualdo Cattaneo ebbe infatti un ruolo importante in passato per la sua posizione strategica che permetteva di controllare la valle del Tevere e la valle di Spoleto, e fu quindi contesa per secoli tra Foligno e Spoleto. Da qui passava anche la vecchia via Flaminia e qui nel Quattrocento, sulle ceneri di una costruzione precedente, venne eretta la Rocca, ultima di un più complesso sistema di fortificazioni. Restaurata sotto l’egida della Pro Loco e del Fai, è chiamata Sonora perché si racconta al visitatore attraverso un percorso di suoni, voci e suggestioni.
Borgobrufa, la Spa con l’Umbria intorno
Per raggiungere la Spa resort più famosa della regione si attraversa il Parco delle Sculture, un suggestivo percorso fra natura e arte ideato nel 1987, invitando un artista all’anno ad esporre i propri lavori per le strade che dominano i vigneti e le piazzette del borgo e acquisendo un’opera realizzata appositamente per il paese. Brufa, adagiato sulle colline di vigneti della prestigiosa produzione enologica torgianese, domina la piana del Tevere e la pianura di Assisi fino a Foligno. E il paesaggio è il vero protagonista di ogni angolo di questo resort, dalla grande vasca di acqua calda della Spa fino alla vetrata del ristorante Quattro Sensi, affacciata sulle colline dominate da Perugia e Assisi.
Borgobrufa Spa Resort nasce dalla visione di Andrea e Ivana Sfascia, 40 anni di matrimonio e grandi tradizioni agricole come produttori di tabacco. Tutto è partito da un piccolo agriturismo familiare trasformato in pochi anni in un punto di riferimento del centro Italia nell’ambito degli Spa Resort di lusso, con 3000 metri quadrati di vasche, acque calde e vapori, trattamenti di ultima generazione e una linea di cosmesi realizzata con i prodotti agricoli delle colture di Borgobrufa, oltre ad una sauna e piscina panoramiche che incantano su uno degli affacci più belli dell’Umbria. Un modello di impresa fortemente legato al territorio, grazie alla scelta di utilizzare 70 micro fornitori e trasferire anche in cucina quei valori di “benessere” per il territorio, con la proposta fine dining del ristorante Elementi (che affianca il Quattro Sensi), guidato dallo chef Andrea Impero e recentemente insignito della prestigiosa stella Michelin. Una stella, che nel caso di Borgobrufa, non è solo alta cucina ma è anche sinonimo di corretta alimentazione con menù costruiti nel rispetto dell’equilibrio nutrizionale. “Siamo partiti nel 2019 col progetto di 70 allevatori e produttori locali per offrire un prodotto di qualità a tavola e valorizzare questa tradizione di fatica”, spiega lo chef Impero, che ha fatto realizzare il “suo” formaggio, proponendolo in portata ai clienti di “Elementi”.
Il vetro, la natura e le opere d’arte e di design di Christofer Domiziani sono protagonisti di tutti gli spazi, dalle camere alle sale relax, fino all’esclusiva Imperial Emotion Suite, una delle più spettacolari e grandi d’Italia: un rifugio di 480 metri quadrati studiato come un piccolo wellness hotel privato, con ingresso riservato e nascosto agli occhi più indiscreti, check in direttamente in camera, room service e servizi extra lusso per godere in totale privacy di una Spa personale.
Assisi, la locanda del Cardinale
Nel cuore della città di San Francesco, a pochi passi dalla basilica di Santa Chiara e dalla piazza del Comune, c’è un ristorante costruito su un insediamento di epoca romana. Durante i lavori di ristrutturazione il proprietario Roberto Damaschi ha riportato alla luce con gli esperti restauratori alcuni ambienti probabilmente pertinenti al settore occidentale della Domus Romana Assisiate, risalenti al 75.a.C. Il Palazzo, nel 1549, fu dimora del cardinale Bartolomeo Roverella, nominato dal Papa governatore di Assisi e Perugia. Oggi qui si può cenare immersi nella storia dell’arte. Al piano superiore le ricche sale con gli affreschi cinquecenteschi sono dedicate agli eventi, mentre sotto l’ambiente racconta due epoche: quella medievale di mattoni e volte e quella rivelata sotto il pavimento di vetro, con i mosaici e i muri dell’antica domus, tra frammenti di vasellame nelle teche e dipinti alle pareti.
Un locale non solo bello e interessante, tappa delle visite delle scolaresche. Un raffinato paradiso per ghiottoni esaltato in onore della tradizione dal menu dei salumi di altissima qualità, dal Pata Negra al Prosciutto di Cinta Senese, ma anche dai nuovi piatti ideati dal resident chef, Diego Pennacchia, in collaborazione con lo chef Andrea Impero, che ha portato la stella al ristorante Elementi di Borgobrufa. Sommelier Marco Venarucci, capace di navigare agilmente fra le oltre mille etichette della cantina. Obiettivi ambiziosi in una regione che conta solo sei ristoranti stellati.
Gli artigiani dell’olio
Una visita al pluripremiato Frantoio Decimi, tra i fornitori di Borgobrufa, ridefinisce tutti i vecchi concetti di degustazione. Romina e Graziano Decimi, che affiancano i visitatori nelle loro esperienze di “olioturismo”, si definiscono artigiani dell’olio. “Educhiamo chi arriva al palato, ma soprattutto al naso e ai profumi sprigionati dall’olio, come si fa col vino”, spiega Romina. “Io e mio marito ci siamo scelti questo mestiere prima come assaggiatori e poi come produttori. Nel 2004 avevamo 50 piante, oggi sono 2700. Puntiamo alla qualità del prodotto senza compromessi”.
E la loro azienda agricola a Bettona, uno dei borghi più belli d’Italia, in un territorio conosciuto come la terrazza etrusca dell’Umbria, sono diventati anche un centro sperimentale grazie all’utilizzo della tecnologia. Il rispetto del territorio, i Colli Martani, è sacro, e la fila dei riconoscimenti di qualità lunghissima, dal Gambero Rosso, a Bibenda, fino a Slow Food. L’ultimo è di quest’anno: “Emozione” ha ricevuto il premio come migliore olio extravergine di oliva blended- fruttato intenso nella classifica "The Best 20 Flos Olei 2024".
La Favorita, un angolo di Emilia
La visita al Frantoio Decimi è una delle tante experience legate al territorio proposte a Badia Umbra da ‘La Favorita’, un food&wine resort ricavato nella casa di campagna dei nobili Bianchi di Perugia, fra coltivazioni di mais e stalle delle chianine. Un'esperienza diversa dal solito di turismo enogastronomico, che spazia dalla mixology ai trattamenti benessere, passando per caseifici e microbirrifici, raccolta del tartufo e transumanza, fino alla norcineria e alla fabbrica del cioccolato, fuori dalle rotte comuni.
Tutto ruota attorno alla famiglia Capedri, famosa a Sassuolo negli anni Ottanta, quelli delle serate infinite e delle discoteche, grazie al “Club del lambrusco”, aperto dalle 19 alle 7 per il popolo della notte. Qui Cesare Capedri, con papà Domenico, re dell’orto, della vigna, dei ricordi e del Nocino, e mamma Rosy, famosa per i suoi tortellini e lo gnocco fritto, hanno portato la tradizione della cucina emiliana, fondendola con il territorio della loro nuova casa. Una fusione perfetta il cui simbolo è l’esperienza della gastromixology, che riutilizza i prodotti della cucina senza creare sprechi e in modo originale, portando nei cocktail ingredienti inconsueti come il lambrusco e l’aceto balsamico. E qui, all’ombra dei vigneti, si può degustare, riposare (ci sono anche camere con delle piccole spa) e fare un bagno in piscina all’insegna del ritmo lentissimo.
I tesori che non ti aspetti
A pochi chilometri c’è Bevagna, città fortificata di pianura, tra i Cento Borghi più belli d’Italia e tra le Bandiere Arancioni, dove medievale, romanico e gotico si fondono a testimoniarne le antiche radici. Un borgo ancora vivo grazie alle tante manifestazioni tra cui spicca il Mercato delle Gaite, che negli ultimi dieci giorni di giugno ricostruisce la vita rurale e artigianale delle contrade, tra antichi mestieri, sfide e piatti della tradizione. Verso il confine toscano si incontra la natura di Monte di Santa Maria in Tiberina, tripudio di funghi, tartufo e bruschette, borgo splendidamente restaurato alla presenza dell'imponente palazzo Bourbon Del Monte, fino a scavallare in provincia di Arezzo e scoprire il borgo di Monterchi per un’esperienza unica: l’incontro con la Madonna del Parto di Piero della Francesca. Uno dei capolavori del Rinascimento fu infatti realizzato qui, alla metà del Quattrocento, nel paese della mamma di Piero. Fu dipinta per una chiesa, al confine tra Monterchi e Citerna, chiamata Santa Maria a Momentana, luogo noto fin dall’antichità per i rituali legati alla fertilità. L’opera fu spostata dopo alcuni lavori nella ex scuola elementare del paese: il luogo, trasformato in museo, dove ancora oggi la si può incontrare, lontano dalle rotte più battute, per un’esperienza a tu per tu.