Vacanza nei masi alla scoperta del Sud Tirolo

di MONICA GUZZI
21 marzo 2023

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Peter si sveglia tutte le mattine alle 6 e va in stalla a mungere le mucche, poi su nel bosco. In questi giorni deve rifare il tetto e quindi prepara le scandole di legno. Un lavoro faticoso, che si ripete a ogni generazione. Gabi, sua moglie, oltre al lavoro nei campi e in casa, ha una serra che cura con amore, un piccolo laboratorio casalingo di sartoria, si occupa delle marmellate, dei formaggi e delle uova. Il loro lavoro segue il ritmo delle stagioni, da quella dell’alpeggio a quella del fieno. La famiglia produce 100 litri di latte al giorno, finiscono in un bidoncino che  viene ritirato da tutti i masi della valle con furgoncini o teleferiche. Si affumica anche lo speck in una stanza adibita a questo scopo nella casa di una vicina. Nel tempo libero Peter e Gabi suonano: sono trombone e clarinetto nella banda. Sono giovani, con un figlio ancora piccolo che va a scuola e gioca a calcio, e hanno scelto di vivere da contadini nel maso di famiglia in Sud Tirolo. La casa più antica ha 500 anni, qui la tradizione è quella del maso chiuso, un piccolo sistema autosufficiente dove la proprietà (casa, fienile e stalla) nei secoli veniva tramandata al figlio maggiore per garantirne l’integrità. Una vacanza da loro è un’immersione totale nella vita più autentica di questo territorio. Il maso Häuseler della famiglia Paris si trova in Val d’Ultimo  e fa parte delle 1.600 realtà che si fregiano del simbolo del Gallo Rosso. Agriturismi o masi del gusto, dove poter trascorrere una vacanza o gustarsi un pranzo o una cena  contadina in un paesaggio che spazia dai frutteti e vigneti fino ai boschi e alle malghe in mezzo alla neve, tra ruscelli, chiese, musei e castelli. Il motto è semplice: “Venire come ospite… partire come amico”. Perché è difficile, dopo qualche giorno in compagnia dei padroni di casa, partire senza nostalgia. D’estate Gabi e Peter fanno il fieno con i loro ospiti, salgono in malga, partecipano insieme alla mungitura, preparano una merenda contadina. E la sera si può giocare a rumpler, un gioco da tavola che consiste in un labirinto in legno con trottole e birilli. Tutto questo a due passi da Merano, città di grande fascino fra le terme, l’ippodromo, la storica fabbrica della birra Forst (Foresta) e gli edifici antichi. Da qui, affacciati su uno dei panorami più belli dell’Alto Adige, con vista sul gruppo Ortles e a due passi dal lago ghiacciato diversi mesi l’anno, si può partire per sciate (l’area sciistica ed escursionistica Schwemmalm in Val d’Ultimo si trova in una delle valli più caratteristiche e incontaminate) ed escursioni. A Santa Gertrude, ultimo paese della valle, c’è il museo con il centro visite del Parco Nazionale dello Stelvio, 150mila ettari di verde e boschi protetti fra le province di Trento, Bolzano e Sondrio. Nel paese vivono i famosi larici millenari, meta di tanti turisti. “Hanno almeno 850 anni e sono tra le conifere più vecchie d’Europa”, spiega Birgit Lösch, biologa e guida escursionistica, mentre accompagna i turisti alla malga Flatschberg, a 1900 metri di quota. Di proprietà di un ordine religioso, ora è gestita da Irmi e dal marito. Offre brodo e pane secco, canederli, crauti e salsiccia. I dolci tipici sono invece strudel di mele, torta di grano saraceno e krapfen col papavero. Dentro, isolati al caldo della stufa, si pensa subito alla Notte delle Streghe, fra il 30 aprile e il 1° maggio, quando le streghe uscivano dai rifugi in onore della luna. Una tradizione pagana su cui si è sovrapposta la grande festa cattolica di Santa Valburga. Una calda atmosfera anche quella che si respira in un altro maso del Gallo Rosso, a Lagundo, vicino a Merano. Il suo nome è Schnalshuberhof, della famiglia di Christian Pinggera.  Qui la natura regna sovrana, fra vigneti e frutteti coltivati secondo criteri biologici, e dentro un’atmosfera magica. A raccontare il passato è la Stube dei giornali, sul cui rivestimento sono stati trovati giornali dell’Ottocento. “La prima menzione della casa risale al 1318, ma la mia famiglia è qui dal 1531”, racconta Christian, che nel tempo libero suona nella banda e fa il pompiere volontario.  Qui si mangiano speck e formaggi, salamini affumicati, canederli, polpette, costine, arrosto e salsicce di produzione propria e si produce vino, dal Frauler, vino bianco autoctono ormai quasi scomparso, ottimo come aperitivo, fino alla Schiava. Facile? Tutt’altro. Dietro alla semplicità c’è un marchio di qualità. Per entrare nella rete dei Masi con gusto bisogna osservare norme precise: oltre l’80% dei prodotti deve provenire dal maso o da un’azienda agricola altoatesina, oltre il 30% dei prodotti deve provenire dai campi del maso e non sono ammessi piatti precotti, mentre sul menu si trovano solo piatti fatti in casa. Tra le altre garanzie: succhi prodotti in casa, così come uova, carne, distillati e vino devono arrivare da un maso sudtirolese. Christian la riassume così: “ Qui non si beve Coca-Cola”.  Info: www.gallorosso.it