Trentino, sci e e cucina: la tradizione gastronomica si assapora nei rifugi delle skiarea

di MARINA SANTIN
12 gennaio 2024
Rifugio Doss del Sabion,

Rifugio Doss del Sabion,

Panorami mozzafiato, scorci da cartolina dominati dalle vette delle Dolomiti, neve, sole e piste perfette per discese da veri campioni. In Trentino non manca davvero nulla per rendere speciale una vacanza in montagna: natura, sport e… buona tavola. Vanta infatti, una tradizione enogastronomica unica, che fa dei prodotti del territorio i suoi protagonisti.

Rifugio Salei (foto R, Brunel)

Per scoprirla, basta fermarsi nei rifugi che si trovano all’interno della skiarea lungo i tracciati e concedersi una pausa da serpentine e curve durante la giornata, per gustare un buon piatto della tradizione locale o regalarsi una cena suggestiva, dato che alcuni locali in quota sono aperti anche la sera e possono essere raggiunti in motoslitta o con il gatto delle nevi. Nella skiarea Madonna di Campiglio-Dolomiti di Brenta - un carosello con 150 km di piste (che collegano Pinzolo, Madonna di Campiglio e Folgarida-Marilleva), e tracciati imperdibili come la Tulòt a Pinzolo, il Canalone Miramonti a Madonna di Campiglio e la Mastellissima a Folgarida-Marilleva - alcuni locali permettono di vivere un’esperienza gastronomica che si rivela il valore aggiunto di una vacanza sulla neve. Ad esempio, il Rifugio Doss del Sabion, sopra Pinzolo, che si raggiunge con un nuovo impianto, completamente interrato, da Prà Rodònt alla vetta del Doss. Una volta "sbucati” all’esterno, si salirà in ascensore o con le scale mobili al rifugio, oppure si potrà arrivare direttamente sulle piste. Punto di riferimento per gli sciatori in cerca di ristoro fin dall’apertura del primo impianto nel 1969, il locale debutta quest’anno con una nuova veste, rivisitata e ampliata: nuovo il bar con vista sulle Dolomiti di Brenta, nuovo il bistrò al secondo piano e nuova una terrazza (servita da chiosco dedicato), dove pranzare “all’aria aperta” ammirando il panorama che spazia dalle Dolomiti ai massicci dell’Adamello e Presanella. E tutto nuovo anche il ristorante gourmet che, con ampie vetrate e un forte richiamo al territorio, vanta una proposta gastronomica che mette al centro la valorizzazione dei prodotti locali in chiave non solo tradizionale ma anche contemporanea, proponendo specialità italiane e trentine. Ulteriore plus, l’intera struttura è stata concepita in un’ottica di tutela e rispetto dell’ambiente, puntando al contenimento delle emissioni inquinanti nell’atmosfera e dei consumi energetici, grazie anche a un moderno impianto fotovoltaico.

Rifugio Lo Chalet (foto Jacopo_Bernard)

Sulla sommità del monte Spinale, nella skiarea di Campiglio, invece, lo Chalet Spinale, rispecchia il glamour della località con il suo stile raffinato e decisamente alpino. Qui si può scegliere tra ristorante à la carte (con piatti gourmet e della tradizione) e risto-self, e, ogni giovedì e sabato, cenare in quota, avvolti dal magico spettacolo delle vette al chiaro di luna (su prenotazione). Poco distante, il rifugio Boch, è pronto ad accogliere gli ospiti con uno spazio bar rinnovato nell’immagine, ancora più elegante e caratterizzata dall’uso di materiali come il legno di abete invecchiato, l’acciaio inox brunito e il granito nero assoluto, quest’ultimo, a richiamare il Nero di Ragoli, una pietra calcarea estratta in val Rendena fino agli anni Cinquanta. Ma non è tutto. Dall’atmosfera giovane e accogliente, propone una cucina curata con piatti locali e classici della dieta mediterranea, anche se il suo vero “must” è il 'bombardino del Boch', con vov, rum, caffè, panna montata e cacao in polvere.

Rifugio Mythe (foto Giacomo Podetti)

Spostandosi nella skiarea di Marilleva-Folgarida, i rifugi Orso Bruno e Solander, sono le mete ideali per degustare le specialità della cucina solandra, in particolare il Casolèt, un formaggio a pasta morbida che si scioglie in bocca rivelando un gusto particolarissimo, che va dall’acido al dolce, con sentori di latte ed erbacei. Dalla Val di Sole, d’obbligo una veloce incursione in Val di Pejo dove, salendo fino a quota 3.000 metri, nel punto più alto della skiarea (prima al mondo plastic free), ai piedi delle pareti del Viòz e di Punta Taviela, si trova il rifugio Mythe, inaugurato a fine 2022. Costruito sul sedime di un vecchio rifugio, con vista panoramica a 360° sulle montagne e con una struttura sostenibile ad altissima efficienza energetica, isolata termicamente e riscaldata da un impianto di nuova generazione, innovativo ed eco- friendly, offre un ricco menù di prodotti tipici, dai panini (i cui nomi richiamano alcune delle cime della Val di Pejo) alle birre artigianali del birrificio Pejo, più una selezione di spumanti Trentodoc e grappe trentine.

Rifugio Dosson (foto J. Ovaskainen)

Sull’altro versante delle Dolomiti di Brenta, salendo sulla cima Paganella, che offre una vista spettacolare sulle montagne e sulla valle dei laghi fino al lago di Garda, ha da poco riaperto dopo un attento restyling, Malga Zambana che, raggiungibile dalla pista che scende dalla zona della Selletta, sfoggia ora una nuova sala panoramica per la ristorazione, affacciata sul Gruppo di Brenta. Nel punto più alto della skiarea, invece, al rifugio La Roda si possono gustare i piatti della cucina tipica trentina, di giorno, mentre la sera, dopo aver ammirato il tramonto, si possono ordinare anche raffinate ricette di pesce. Lasciato il rifugio per scendere si può scegliere il versante di Andalo o quello di Fai, entrambi location privilegiata di altre mete “golose”. Ad esempio, al termine dei primi due tratti della mitica Olimpionica, il rifugio Dossòn, un family chalet, attrezzato per accogliere (e fare divertire) i più piccoli, è perfetto per uno spuntino con vista sulle Dolomiti di Brenta, mentre seguendo le piste sul versante di Santel-Fai della Paganella si raggiunge il rifugio Meriz Alpine Lounge, dove, dopo avere gustato le ricette tipiche del menù, ci si può rilassare avvolti dall’atmosfera calda e accogliente creata dagli interni in legno. Paradiso degli sciatori, la Val di Fassa, collegando le più belle skiarea dell’alta valle, permette di trascorrere una intera giornata sugli sci. Partendo da Pozza di Fassa si sale sul Buffaure e, dopo una colazione con vista sul Catinaccio al rifugio Baita Cuz, si percorrono le piste del Panorama Skitour fino alla Conca del Ciampàc, per poi scendere lungo la pista nera ed arrivare ad Alba di Canazei. Una moderna e panoramica funivia riporta in alto, direttamente nel cuore della skiarea del Belvedere di Canazei, dove ammirare in tutta la loro maestosità Marmolada, Pordoi, Sella e Sassolungo. Per una sosta veloce, prima di raggiungere la zona del Col Rodella ai piedi del Sassolungo ci si può fermare al rifugio Ciampolìn e approfittare della sua Grill Stube per concedersi un piatto di carne davvero gustoso. Dalle piste sul percorso del famoso Sellaronda, si raggiunge, invece, il Fienile Monte, affacciato sulle Dolomiti della Val di Fassa. Glamour pacato e atmosfera intima e rilassata, caratterizzano questo locale il cui ristorante con meno di trenta coperti propone, a 2.260 metri di altitudine, piatti gourmet, perfetto connubio di cucina italiana e tradizione ladina. Da non perdere la vista sulle Dolomiti dalle poltrone lounge, che al tramonto regalano lo spettacolo dell’enrosadira, indugiando fino a sera per concedersi una cena davvero memorabile.

Ristorante panoramico In.treska

Nella vicina Val di Fiemme, la skiarea dello Ski Center Latemar, a cavallo tra Trentino e Alto Adige, è la destinazione ideale per unire sci e sapori a cinque stelle, da gustare nei numerosi locali lungo le piste dei due versanti. Su quello trentino, all’arrivo della seggiovia Tresca, nel comune di Predazzo, la scorsa stagione ha inaugurato, a 2.200 metri di quota, il ristorante panoramico In.treska, che mira a sorprendere il palato degli ospiti attraverso uno studiato mix di tradizione, genuinità ed innovazione. Protagonista assoluta, la carne nelle sue più diverse lavorazioni, cucinata nel Josper, il forno a carbone. Nella skiarea dell’Alpe Lusia, invece, salendo in telecabina dal versante di Moena-Ronchi si arriva direttamente al ristorante Chalet Valbona (imperdibile la terrazza panoramica), mentre, proseguendo fino alla località le Cune e scendendo lungo le piste, si giunge al rifugio Lusia (raggiungibile anche con gli impianti che salgono dal versante di Bellamonte-Castelir), dove sedersi per scoprire i sapori della cucina ladina e di montagna (da assaggiare assolutamente gli Strangolapreti con gamaite, gli spinaci selvatici). Nel cuore di questa parte della skiarea si trova lo Chalet 44 Alpine Lounge che, dal design moderno ed essenziale, con ampie vetrate e una terrazza di 600 metri quadrati, offre piatti tipici della tradizione trentina ed opzioni gluten free e vegetariane. Qualche chilometro più a est, sopra Passo San Pellegrino, accanto alla stazione di arrivo della funivia sul Col Margherita, appoggiato sulla terrazza naturale affacciata sulle Dolomiti di Trentino e Veneto, c’è InAlto Alfio Ghezzi Dolomites, il nuovo progetto dello chef stellato trentino. Un raffinato rifugio in alta quota (a oltre 2.500 metri), perfetto equilibrio di luce e legno, dove gustare una cucina “condivisa con il paesaggio e con le buone pratiche alimentari”, declinata in piatti semplici, che si nutrono delle esperienze della vita di montagna, realizzati con materie prime locali. Nella vicina skiarea di San Martino di Castrozza-Passo Rolle, si può scegliere tra due differenti opzioni: lo skitour delle malghe, irresistibile invito ad alternare le discese a soste golose nelle baite lungo le piste, o, per una una cucina più ricercata e a chilometro zero, la Malga Ces, dove da oltre 70 anni si incontrano ottima cucina (con piatti tipici e rivisitazioni contemporanee), cordialità e tradizione. Infine, sull’Alpe Cimbra, al confine con il Veneto, percorrendo lo Skitour dei Forti, che offre oltre 100 km di paese e accoglie numerose testimonianze (forti, trincee, bunker e casematte) della Grande Guerra, si scopriranno numerosi locali in quota, come il rifugio Stella d’Italia, sopra Fondo Grande, dove riprendersi dalle fatiche con una cucina di montagna, autentica e genuina; la Baita Tonda, sopra Serrada, dalla caratteristica forma rotonda e perfetta per apprezzare la cucina trentina; e, a pochi chilometri da Luserna, nel cuore della foresta cimbra, la Baita del Neff, costruita in tronchi di legno massiccio sulle piste tra la skiarea di Lavarone e l'Alpe di Vezzena e raggiungibile anche a piedi dal cimitero austroungarico di monte Cucco.