Törggelen, la grande festa delle castagne
Il frutto simbolo dell’autunno ha rappresentato e rappresenta tuttora un patrimonio importantissimo per l’economia rurale dell’Alto Adige
Le giornate lentamente si accorciano, i colori della natura si accendono, il rito della montagna rallenta. Le emozioni, invece, no. Del resto l’estate non è ancora un ricordo perché le stagioni oggi si sono allungate e c’è davvero tanto da fare in Alto Adige. Anche quando l’autunno bussa alle porte dei masi e i contadini iniziano ad aprire le loro porte ai visitatori.
Sono i giorni del ’Törggelen’, un termine sempre più usato e anche conosciuto ben oltre i confini sudtirolesi. Sono giorni di festa, di convivialità. Di esperienze che affondano le radici nelle tradizioni. Che, rispetto alle origini di questa usanza, sono tutt’altro che definite. Da un lato infatti, si ipotizza che fosse nata come una sorta di ’scambio’ tra i contadini di montagna e i viticoltori della Valle Isarco. I viticoltori avevano bestiame, ma non pascoli. I contadini di montagna avevano pascoli alpini che ospitavano il bestiame dei viticoltori in estate. In cambio, i contadini di montagna ricevevano il vino da quelli della valle. In autunno, tra San Martino (11 novembre) e Santa Caterina (Kathrein, 25 novembre), i contadini di montagna andavano di maso in maso e assaggiavano il vino che era stato loro assegnato. Momenti di spensieratezza e divertimento, accompagnati da ottimo cibo. Ben presto la combinazione di ilarità, buon cibo, buon vino e musica divenne di ’dominio pubblico’.
La seconda variante dell’origine del Törggelen deriva dalle feste di ringraziamento dei contadini per i loro lavoratori agricoli. Anche qui cibo, vino, allegria e musica erano presenti in abbondanza. L’origine del termine deriva probabilmente dal latino ’torquere’, cioè premere, pigiare l’uva. Resta il fatto che il ’Törggelen’ oggi è considerato la ’quinta stagione dell’anno’ in Alto Adige e attira molte persone. In questo periodo è possibile passeggiare tra i magici colori autunnali nella zona in cui si coltivano castagne e vino a partire dalla fine di settembre.
Dal praticare Nordic Walking camminando da San Genesio a Vorderafing al nuovo sentiero tematico ’Via Vinum Venostis’; dalla via delle castagne di Parcines – passando attraverso boschi colorati, prati e castagneti e masi tradizionali – all’affascinante percorso del ’Keschtnweg’ che parte dall’Abbazia di Abbazia di Novacella vicino a Bressanone e prosegue fino all’altopiano del Renon per scendere nella valle di Bolzano fino a Castel Runkelstein.
Ma le castagne non hanno solo un buon sapore, sono anche ricche di aminoacidi essenziali, potassio e vitamine B2 e B3. Così, sui pendii soleggiati della Valle Isarco meridionale, i gustosi frutti crescono particolarmente bene. Per questo motivo, il paese delle castagne Velturno dedica tre settimane alle castagne - il ’Keschtnigl’. Ma non è tutto. La castagna ha rappresentato e rappresenta un patrimonio importantissimo per l’economia rurale. Ancora oggi con la castagna si producono cosmetici, birra (in particolare a Chiusa, deliziosa ’capitale’ della Valle Isarco) e anche dolci. Come i cuori di castagna nati nel 1948 grazie all’estro del pasticcere del Café Maria di Bolzano a cui era stato chiesto di preparare un dolce per la festa di fidanzamento di due giovani rampolli. Riso di castagne, bagna al cioccolato e panna: fu un lampo e questa chicca ingolosì tutti. Anche gli altri pasticcieri che ben presto iniziarono a produrre i propri cuori in tutta Bolzano. Addolcendo, se mai ve ne fosse bisogno, l’autunno altoatesino.