Castelrotto, il borgo incontaminato ai piedi dell’Alpe di Siusi

Nel cuore delle Dolomiti, un paese antico che ha scelto la strada della sostenibilità e una montagna tutta da scoprire con lo chef Marc Oberhofer

di MONICA GUZZI
22 ottobre 2024
Alpe di Siusi

Alpe di Siusi

Quindici anni di Patrimonio Mondiale Unesco. E un parco naturale, il primo dell’Alto Adige, che di anni ne compie addirittura 50. Siamo nelle Dolomiti, nel cuore del parco naturale Sciliar-Catinaccio: esattamente a Castelrotto, all’ombra dell’Alpe di Siusi.

E’ l’altopiano più grande d’Europa, si estende su una superficie di 56 chilometri quadrati (l’equivalente di 8000 campi da calcio) ed è uno dei luoghi più spettacolari che si possano trovare nelle Dolomiti. A pochi passi c’è a ski area della Val Gardena: 79 impianti di risalita, 181 chilometri di piste da sci e 80 di piste da fondo, 60 chilometri di sentieri escursionistici invernali e 20 di piste da slittino e uno Snowpark entrato nella top ten d’Europa.

Non ha stagione il sentiero dei geologi, lungo il quale rivivere milioni di anni di storia del pianeta. Lungo il percorso si trovano 10 tavole informative che descrivono la formazione geologica delle rocce. E nei mesi che precedono la stagione dello sci c’è l’imbarazzo della scelta fra escursioni e mountain bike, artigianato, visite in cantina e corsi di cucina, per esempio per imparare l’arte dei canederli, una ghiottoneria contadina.

Castelrotto, il centro storico
Castelrotto, il centro storico

Castelrotto, ai piedi dell’altopiano, è un paese dall’impronta medievale che ha scelto la strada della bellezza. Da 2017 infatti fa parte dei Borghi più belli d’Italia, amato dagli arabi e dagli americani. La prima cosa che salta all’occhio, arrivandoci, è l’imponente campanile, immerso fra piazzette e stradine strette e curate. Con le sue 298 scale di legno ed un’altezza di 82 metri è il terzo campanile più alto dell’Alto Adige. Si dice anche che abbia le campane più belle dei dintorni, e ogni martedì è possibile visitarlo su prenotazione. Meritano una visita anche i resti delle mura del castello di Castelrotto (“castellum ruptum”) presso la cappella sul monte Kofel.

Un paese che ha avuto il coraggio di difendere la sua bellezza, chiudendo durante il giorno alle auto la strada per salire all’Alpe di Siusi e sostituendola con la più ecologica cabinovia. E qui comincia la storia…

Le Dolomiti dal Lamm
Le Dolomiti dal Lamm

Lamm, un gioiello montano di architettura e design

Nel cuore di Castelrotto c’è il Lamm, un’antica taverna e dimora per i viandanti nota fin dal 1668. Oggi è un hotel raffinato che negli ultimi anni si è trasformato nella scommessa di un paese intero. Dal 2016 è diventato infatti proprietà della Società per azioni della Cabinovia Alpe di Siusi: qui hanno lavorato architetti e artisti locali, mentre il ristorante gourmet è stato affidato a uno chef che punta su una cucina di montagna fantasiosa ed esclusiva, specchio di una produzione a chilometro zero e di tanta maestria. Un biglietto da visita prezioso per questo angolo di Dolomiti.

Lamm
Lamm

Lukas Tammerle e Paul Senoner sono i due giovani architetti artefici del progetto di rinnovamento che ha dato l’addio al modello baita, pur mantenendo all’edificio, completamente rivoluzionato, l’allure di montagna nel cuore del paese. Oltre a 55 camere, il piacere delle terme ad alta quota con una sky Spa tra il quarto e il quinto piano e una piscina a cielo aperto dalla quale ammirare lo spettacolo del Catinaccio, con le sue numerose torri rocciose.

Lampl Stube, la montagna nel piatto

La chicca dell’hotel diretto da Verena Gabrielli è il ristorante gourmet, il Lampl Stube, aperto anche all’esterno, regno della creatività dello chef Marc Oberhofer e della sua cucina contemporanea di montagna.

Chef Marc Oberhofer
Chef Marc Oberhofer

Dai funghi alla polenta, l’Alto Adige è il punto di partenza e il punto di arrivo, ma le variazioni sul tema sono notevoli, all’insegna della contemporaneità giocata con grande tecnica, come raccontano le nebbie e le rugiade che precedono il piatto: bello da annusare e da vedere prima che da gustare. Protagoniste, frutta e verdura biologiche, erbe alpine, formaggio, burro e carni provenienti dai masi delle valli vicine che si trasformano in piccole sculture prelibate.

Un piatto di Marc Oberhofer
Un piatto di Marc Oberhofer

Non per nulla, il piatto del cuore dello chef sono le tre zuppe, un concentrato di sapori diversi servito in tre piccolissime casseruole portate in tavola una accanto all’altra. O l’insalatina, un mix di colori, profumi e vitamine che contiene ben 37 erbe diverse, tutte provenienti dal vicino maso Aspinger, a Barbiano. “In Alto Adige c’è tanta qualità”, dice Oberhofer, coccolando ogni singolo ingrediente. A raccontarne i piatti ci pensa Gianluca Rovai, il maitre che accompagna l’ospite in tutta l’esperienza di sapori.

Il maso della natura

Il Maso Aspinger si trova a Barbiano in provincia di Bolzano, a 700 metri di quota sulla verdeggiante mezzacosta sopra la Val d'Isarco. La superficie aziendale che circonda il maso è costituita per lo più da prati, cui si aggiungono circa mezzo ettaro di orticoltura in pieno campo e un piccolo appezzamento coltivato a frumento. Harald Gasser e la moglie Petra Ottavi coltivano qui oltre 800 rarità ortofrutticole dimenticate per impedire la scomparsa di specie autentiche e antiche e per praticare la cultura del territorio in armonia con la natura, destinati alla gastronomia di alto livello. Tra le chicche, il cavolo rapa di terra o le noci tigre, bacche, fiori commestibili, oltre all’allevamento degli zebù nani, bovini robusti originari dello Sri Lanka. Nel periodo estivo il bestiame è tenuto al pascolo a 1.800 metri, in un paradiso con una baita e un ettaro di prato.

I pascoli all’Alpe di Siusi
I pascoli all’Alpe di Siusi

Tra mercatini e musei

Ai tempi di Carlo Magno, ai contadini non era permesso indossare vestiti costosi, alla fascia più povera era consentito solo portare una giacca in tessuto in lana chiamata “Loden”. Fu l’imperatrice Maria Teresa a eliminare questa regola, dando così la possibilità alla popolazione più povera di dare sfogo alla fantasia per creare questi straordinari costumi chiamati “Trachten”. Il Museo dei Costumi Tradizionali nella residenza storica dei Lächler, nel centro del paese di Castelrotto, è un tuffo nella storia, tra costumi e accessori del XVIII, XIX e XX secolo, oltre a una collezione di fotografie storiche.

Alpe di Siusi
Alpe di Siusi

A raccontare usi e costumi del borgo ci sono anche il Museo della scuola di Tagusa e il Museo contadino del Maso Tschoetscher, a Sant’Osvaldo, ospitato nell’antica casa colonica della famiglia Jaider, risalente a 500 anni fa, oltre al museo dei "Kastelruther Spatzen", dedicato al popolare gruppo musicale altoatesino. Da non perdere il mercatino di Natale a Castelrotto: offre un’atmosfera idilliaca, delle prelibatezze preparate da contadini e gastronomi e dei prodotti fatti a mano dai contadini e dagli artigiani. E a gennaio c’è il Matrimonio contadino, tra carrozze sontuosamente adornate e trainate dai cavalli e incantevoli e antichi abiti folcloristici. Un’occasione per gustare le pietanze contadine preparate per il banchetto nuziale chiamate “Kastelruther Hoazetkuchl”. E a fine gennaio, quando la luna piena brilla nel cielo notturno, sull’Alpe di Siusi risuona il segnale di partenza dell’ormai leggendaria maratona di sci di fondo Moonlight Classic, con centinaia di fondisti che scivolano sulle piste illuminate dalle fiaccole.

Il panorama delle Dolomiti, patrimonio Unesco
Il panorama delle Dolomiti, patrimonio Unesco

A marzo la conclusione della stagione sciistica viene annunciata in maniera spettacolare con lo Swing on Snow un festival di musica popolare, i cui protagonisti si esibiscono dal mattino alla sera sulle piste da sci, così come in rifugi, ristoranti e bar di Castelrotto e dell’Alpe di Siusi. E per finire la discesa in slittino al chiaro di luna.