I cento castelli nelle terre dei Malaspina
Il verde spunta lento da quei “torbidi nuvoli”. Il “vapor” che, come descrive Dante nel canto dell’Inferno, “tragge Marte” dal lungo sentiero d’acqua che la Lunigiana attraversa, dal nord del passo della Cisa fino al sud del mare, confine e trait-d’union tra Toscana e Liguria. Un vapore che un po’ ancora riesce a nascondere questa terra dei cento castelli alla vista dei turisti poco curiosi, quelli che hanno gli occhi puntati al navigatore bloccato su destinazioni più “facili”, tipo Versilia. È una terra slow quella che sorge da sotto i “nuvoli” appena il sole ha assorbito l’ultima gocciolina di vapore e acceso il verde dei campi e dei boschi, l’azzurro di rivoli, torrenti e cascate, imperlato il grigio di antichi manieri, pievi, conventi. E illuminato i sentieri su cui per secoli pellegrini e migranti hanno lasciato il segno dei loro passi. In Lunigiana storia e leggenda si incrociano, raccontano le vicende dei casati Malaspina e dei vescovi di Luni, dell’esilio di Dante che dai nobili di qui trovò rifugio e riprese a scrivere la Commedia, dei librai che portarono la cultura nel mondo riempiendo di tomi proibiti le loro gerle. Questa terra offre da sempre semplicità e libertà. Terra di passaggio e di confine, di gente accogliente che non si sente toscana ma neppure ligure e non emiliana, essenziale come la sua cucina: acqua e farina per testaroli e panigacci, castagne, miele, olio, vino. Una terra che cominciarono a difendere già gli antichi romani dalle calate dei barbari, continuarono a farlo i vari marchesi. Da sempre la difendono le montagne: da una parte l’Appennino, dall’altra le Alpi Apuane. La difendono rocche e castelli, da Fosdinovo sul confine con la Liguria, a Pontremoli sullo spartiacque che la unisce all’Emilia. Talmente tanti che non basta una vacanza a vederli tutti. Case strette intorno al castello Malaspina che svetta sulla vallata del fiume Magra nell’antico borgo di Fosdinovo. Poi un saliscendi nel verde, attraversando piccoli borghi deliziosi, fino a Fivizzano, che Giosuè Carducci definì “Una perla sperduta tra i monti”, centro strategico per le comunicazioni fra costa, Garfagnana ed Emilia che si guadagnò il soprannome di Firenze di Lunigiana, terra natale di giuristi, dottori, notai e letterati. Qui a fine ‘400 furono stampati da Jacopo da Fivizzano alcuni tra i primi volumi a caratteri mobili in Italia e ora c’è il museo della stampa. Da Fosdinovo a Fivizzano lanciando uno sguardo al borgo murato di Caprigliola, facendo tappa alla Fortezza della Brunella di Aulla, con il suo museo di storia naturale e l’orto botanico creato nel suo parco dopo essersi fermati all’abbazia di San Caprasio e curiosato tra i suoi reperti archeologici. Di tappa in tappa, da castello a pieve: Monti, Bastia, Sorano. Di borgo in borgo, uno più affascinante dell’altro. Fino ad arrivare a Pontremoli per fare una suggestiva passeggiata nel centro storico fino al castello del Piagnaro che accoglie il museo delle statue stele, singolari sculture antropomorfe, maschili e femminili, in pietra arenaria, innalzate dalle antiche popolazioni che hanno abitato la valle nei due millenni prima dell’arrivo dei Romani. Un viaggio che può non avere mai fine, perché infiniti sono gli angoli di questa terra non ancora diventata bene di consumo.