Chianti Classico, alla scoperta di un territorio unico
La patria dei grandi vini rossi di fama globale oltre l’enogastronomia: ville, castelli e collezioni artistiche
"Passeggiando in bicicletta accanto a te, pedalare senza fretta la domenica mattina". Cascano a fagiolo le parole di una delle più famose canzoni di Riccardo Cocciante,se ti trovi nel cuore del Chianti Classico, sulle dolci colline a descrivere quella che non a caso si chiama la Conca d’Oro, per i declivi gentili ammantati di splendide vigne.
E proprio oggi si può pedalare in mezzo alle viti appena germogliate, è il nuovo itinerario a pedali studiato per nascere questo fine settimana in occasione di Vino al Vino in Cantina, edizione primaverile del Vino al Vino con cui e venti aziende dell’Unione Viticoltori di Panzano in Chianti accolgono i visitatori, gli enoturisti e gli appassionati dei grandi rossi del Gallo Nero, che fra l’altro tra una decina di giorni festeggia i primi cent’anni del Consorzio. Giorno di festa, dunque, oggi: dalle 11 alle 18,30, oggi, a Panzano si acquista il ticket con il calice, poi si sciama. A piedi o in bici, secondo le mappe che vengono consegnate: a giro per le cantine, a giro per le vie del paese a caccia di emozioni tra le chiese – Santa Maria la parrocchiale e, poco fuori dal borgo verso sud, la magnifica pieve romanica di San Leolino con la splendida pala di scuola giottesca – i negozi, gli artigiani, le botteghe del vino e l’immancabile sosta dal Re della Ciccia, il macellaio-poeta Dario Cecchini, che ha posizionato un foodtruck con le sue delizie anche all’uscita in direzione Radda e Siena proprio accanto all’enorme Gallo Nero di metallo, guardiano e segnavia del territorio.
Gusto, certo. Panzano, ma non solo. Poco a valle, anche il capoluogo, Greve in Chianti, con la bellissima piazza dove il celebre Torso Alato di Igor Mitoraj fa la guardia al Palazzo Comunale, e sembra dialogare con il monumento a Giovanni da Verrazzano, il navigatore grevigiano che proprio cinque secoli fa in questi giorni approdò per primo sulle coste dell’America Settentrionale, di cui è da considerare il vero primo scopritore. E dove due pasticcerie offrono ottime dolcezze e, là di fronte, la bottega di Stefano Bencistà Falorni dispensa prelibatezze dagli allevamenti di Cinta senese appena fuori paese. E per restare in un delizioso itinerario del gusto, da non perdere Casa Porciatti, negozio-pusher di grandi sapori a Radda in Chianti, e alcuni tra gli indirizzi più sicuri per buoni piatti della tradizione: l’Azienda Agricola Terreno prima del paese e Mangiando Mangiando nella piazza di Greve, Le Panzanelle a Lucarelli poco oltre Panzano, le osterie dei castelli di Brolio e di Fonterutoli, la Locanda di Pietracupa a San Donato in Poggio e l’Albergaccio a Castellina in Chianti. E sono solo alcuni dei tantissimi punti di ristoro in cui assaggiare le gustose specialità locali.
Ma Chianti Classico non è solo enogastronomia. E’ territorio, non per nulla si sta proponendo per la lista dei Patrimoni dell’Umanità. Merito della Madre Natura, certo, ma anche dell’uomo che nei secoli ha plasmato questo ambiente. Merito, per esempio, delle grandi famiglie dell’aristocrazia agraria, che hanno fondato e costruito ville e castelli. E tanti sono quelli che meritano una visita, dal Castello di Brolio a Gaiole in Chianti, la “casa” del Barone di Ferro Bettino Ricasoli “padre” del moderno Chianti (e fondatore de La Nazione) ai bellissimi castelli di Verrazzano e Vicchiomaggio che si guardano sulle colline di Greve; dal castello di Gabbiano con le sue torri rotonde come quelle di Meleto a Volpaia, alto sui colli tra Panzano e Radda; dalla Villa Le Corti dei principi Corsini a quella di Vignamaggio dove dimorò Monna Lisa, la Gioconda di Leonardo, e tanti altri…
Oppure volete arte coniugata alvino e al paesaggio? Ecco la splendida collezione di installazioni contemporanee al Castello di Ama, cui fa da controcanto la Tenuta Casenuove del collezionista Philippe Austruy, per non parlare del Chianti Sculpture Park di Pievasciata. E infine le opere esposte nella Cantina del Chianti Classico della maison Antinori a Bargino. Di per sé già una cattedrale.