A Viareggio il Carnevale è cosa seria
Viareggio (Lucca) - Così meravigliosamente vintage, eppure così moderno e ricco di contenuti il Carnevale di Viareggio. E coraggioso tanto da sfidare il Covid, vincere le paure e riproporre (come già accaduto lo scorso anno quando furono spostate le date a settembre-ottobre) la sua tradizionale sfilata di carri nata per caso (anzi per scherzo, verrebbe da dire) un freddo martedì grasso di 149 anni fa. Benvenuti allora nella capitale del divertimento. Benvenuti a Viareggio, dove il Carnevale, per paradosso, è una cosa seria. Benvenuti in una città che dopo il dissesto economico in cui era caduta e dopo le angosce della pandemia, vuole guardare oltre i propri orizzonti, oltre il proprio mare. Oltre il consolidato cliché che vede Viareggio e la Versilia semplicemente come la capitale delle estati mondane e delle ruggenti notti nelle discoteche della costa. Oggi Viareggio è una città che ambisce a diventare capitale italiana della cultura nel 2024. E questo non deve stupire se si considera che qui è nato il Premio letterario più importante d’Italia (oggi intitolato a Repaci, il suo fondatore) e che questa terra ha ispirato le struggenti melodie di Puccini. Vuole vestirsi d’arte Viareggio. Lo ha fatto con la mostra a cielo aperto lo scorso autunno dello scultore coreano Park Eun Sun. E lo fa quest’anno con il suggestivo allestimento sulla spiaggia dei giganti realizzati da Igor Mitoraj che sembrano guardare lontano – anche loro – oltre l’orizzonte del mare. E in questo contesto fanno la loro (p)arte anche i costruttori del carnevale di Viareggio. Arte effimera, si dirà quella della cartapesta, ma pur sempre arte. Che i maestri viareggini hanno saputo affinare nel tempo, arricchendola e perfezionandola in modo da poter realizzare costruzioni alte 20 metri, come palazzi a cinque piani. Che si muovono con leggiadria ed eleganza, animate da coreografie che trasformano i carri in teatri semoventi. E fanno cultura i carristi anche nell’affrontare i temi più scottanti dell’attualità. Come la lotta al Covid, la parità di genere, l’informazione manipolata, il disastro ambientale. Oltre alla consueta satira politica, che quest’anno compare un po’ di meno, ma che resta – come la cartapesta – un marchio di fabbrica della manifestazione viareggina. Una sfilata di maschere all’insegna dell’evasione e della riflessione. Una sfilata che è tutto un equilibrio sopra la follia. Come scriveva Vasco Rossi che proprio quest’anno compare sui carri di cartapesta. Come Achille Lauro raffigurato, non a caso, come il papa alla festa dei folli. Che è poi la parodia del Carnevale di Viareggio. Proprio oggi va in scena il terzo dei corsi mascherati. Altre repliche sono previste martedì grasso, sabato 5 e sabato 12 marzo con il gran finale, la lettura dei verdetti e lo spettacolo pirotecnico. L’ingresso al circuito costa 22 euro (ridotto 16,50); i bambini sotto 1,20 metri di altezza entrano gratis. Info: viareggio.ilcarnevale.com