Vulcani, grotte e flutti: isole Eolie da sogno
L'Unesco le ha riconosciuto suo patrimonio nel 2000. Sette perle adagiate sul Mediterraneo ma con le fondamenta appoggiate su due vulcani tuttora attivi come Vulcano e Stromboli. Belle e selvagge, le isole Eolie (Lipari, Salina, Vulcano, Stromboli con l’isolotto di Strombolicchio, Filicudi, Alicudi e Panarea con gli isolotti di Basiluzzo, Dattilo e Lisca Bianca), al largo della Sicilia settentrionale, incantano per i faraglioni, le spiagge meravigliose, le cale e le grotte, oltre agli straordinari fondali marini. Una leggenda racconta che il nome derivi da Eolo, un principe greco che vi governava una colonia e riusciva a prevedere il tempo dalla forma delle nubi di vapori che sovrastavano uno dei vulcani. Queste bocche di fuoco emersero dai fondali circa 700mila anni fa e le eruzioni susseguitesi nel corso dei millenni hanno determinato la formazione della pietra pomice e dell’ossidiana, così tagliente da essere materiale perfetto per la fabbricazione di utensili, la cui esportazione in tutto il Mediterraneo assicurò all’arcipelago una grande ricchezza economica. Nell’Alto Medioevo furono invece meta di pellegrinaggi che fecero fiorire tradizioni e racconti di eventi miracolosi. Una strategia utile a diocesi e monasteri per ripopolare zone disabitate e rilanciare le coltivazioni agricole. Scorriamole velocemente come a passare dinanzi a loro in un’ipotetica crociera. La storia di Lipari è connotata dall’arrivo del feroce pirata turco Ariadeno Barbarossa, che la saccheggiò e la distrusse, deportando novemila abitanti. Oggi la più grande delle Eolie ha in via Vittorio Emanuele e nei vicoletti circostanti, con i loro ristoranti e negozietti, il centro della movida anche se il punto di incontro più amato è la piazzetta di Marina Corta. Imperdibile il Museo Archeologico nel Castello. Da Lipari a Panarea, centro di attrazione di tanti vip che vi hanno preso casa negli anni Novanta. Oggi la mondanità è un po’ scemata e l’isola ha riconquistato il fascino selvaggio della natura incontaminata e di un mare popolato di isolotti e formazioni rocciose. Come indica il nome, Vulcano, vede sulla sua sommità il Gran Cratere: la sua natura selvaggia e ancestrale si ritrova anche nella presenza di sorgenti termali terapeutiche, nelle fumarole che riscaldano le acque, nelle spiagge nere di lava e nella pozza dove fare interminabili bagni di fango. Veniamo a Stromboli dove, nel 1948, Roberto Rossellini vi girò l’omonimo film e una targa ricorda tuttora la casa rosa nella quale alloggiò con l’amore di allora, Ingrid Bergman. Chi l’ammira dal mare fa tappa alla Sciara del Fuoco, un pendio che dal cratere del vulcano scende fino al mare, formato da lava, lapilli e da scorie incandescenti, sperando di incappare in uno dei meravigliosi spettacoli delle esplosioni notturne. Le isole più remote dell’arcipelago sono Alicudi e Filicudi. Sono a occidente e sono anch’esse caratterizzate da crateri di vulcani spenti che rendono favolosi i selvaggi ambienti naturali e i rigogliosi fondali sottomarini.