Mare, arte e storia: infinita Cefalù

Sono due i gioielli più famosi e imperdibili della città: il Duomo-Fortezza edificato a partire dal 1131 e il ‘Ritratto di ignoto marinaio’ di Antonello da Messina

di RICCARDO JANNELLO -
4 agosto 2024
Il porticciolo di Cefalù

Il porticciolo di Cefalù

La fama di Cefalù è millenaria e quindi la proclamazione dell’Unesco nel 2015 quando l’ha inserita assieme a Monreale e a Palermo fra i siti patrimonio dell’umanità per l’architettura arabo-normanna è stata solo la ciliegina sulla torta di una fama molto antica, tanto che un viaggiatore e poeta arabo-andaluso vissuto fra XII e XIII secolo, Ibn Jubayr, l’aveva descritta con parole non solo lusinghiere, ma già piene di radici e tradizioni: "Ferace di territorio, abbondante in derrate, circondata da vigneti e altre piantagioni, con mercati ben disposti".

Un mercato, appunto, un approdo sulle coste settentrionali della Sicilia imprescindibile anche per il turismo marino, e una culla della civiltà. A darne una descrizione breve, ma allo stesso tempo intensa, è un grande siciliano del Ventesimo secolo a dimostrare quanto questa città sia cresciuta nella considerazione della gente e abbia saputo conservare, anzi aumentare, la propria offerta per chi viaggia in questa regione.

"Non c’è turista – scrive Leonardo Sciascia – che viaggiando per la Sicilia, minimo che sia il suo interesse alle cose dell’arte, tra Palermo e Messina non si senta obbligato o desideroso di fermarsi a Cefalù: e dopo averne ammirato il Duomo e sostato nella piazza luminosa che lo inquadra, non imbocchi la stradetta di fronte a destra per visitare, fatti pochi passi, il Museo Mandralisca. Dove sono tante cose, libri, conchiglie e quadri, legati, per testamento del barone Enrico Mandralisca di Pirajno, al Comune: ma soprattutto vi è splendidamente isolato, folgorante, quel ritratto virile che, tra quelli di Antonello da Messina che conosciamo, è forse il più vigoroso e certamente il più misterioso e inquietante".

Il Duomo-Fortezza di Cefalù
Il Duomo-Fortezza di Cefalù

L’autore di ’A ciascuno il suo’ e fra gli altri del racconto ’Apocrifi sul caso Crowley’ a Cefalù ambientato, si riferisce ai due gioielli più noti della città: il Duomo-Fortezza edificato a partire dal 1131, attorno al quale ruota la leggenda di Ruggero II che l’avrebbe voluto come ringraziamento per essersi salvato da una tempesta proprio sulla vicina spiaggia ma che in realtà avrebbe avuto anche compiti militari, e il dipinto ’Ritratto di ignoto marinaio’ che il grande pittore messinese realizzò fra il 1465 e il 1470 e che è considerato uno dei suoi capolavori. Anche sull’opera di Antonello un altro siciliano che ha amato Cefalù, lo scrittore Vincenzo Consolo, ha creato un romanzo (’Il sorriso dell’ignoto marinaio’) e in omaggio ai cefaludesi vi ha ambientato ’Nottetempo, casa per casa’, premio Strega 1992.

Cultura è una parola magica a Cefalù dove la grande bellezza è rappresentata dal borgo acciottolato con le sue chiese e i suoi palazzi, ma anche da una natura rigogliosa e da una costa che non solo i palermitani frequentano con gioia e che mantiene importante questa perla della Sicilia come fossimo nel XII secolo – il secolo che l’ha fatta splendente – quando, oltre al Duomo, la chiesa di San Giorgio, il lavatoio, Palazzo Maria, l’Osterio Magno la facevano essere uno dei luoghi più importanti e frequentati perfino dalle legatorie straniere.