Isole Egadi, dove si salvano le tartarughe e il mare viene pulito con la spugna

Astrea è l’ultimo esemplare di tartaruga marina in lungodegenza: la plastica le aveva danneggiato un arto e l’apparato digerente. E nella più grande Area marina protetta del Mediterraneo si coltiva anche la Posidonia

di LAURA DE BENEDETTI -
9 agosto 2024
Lo splendido mare delle Isole Egadi, dove viene preservata la più grande prateria di Posidonia, e le tartarughe vengono salvate e curate

Lo splendido mare delle Isole Egadi, dove viene preservata la più grande prateria di Posidonia, e le tartarughe vengono salvate e curate

La storia della tartaruga Astrea, ricoverata in lungodegenza nel centro per il recupero delle tartarughe marine allestito nell'ex stabilimento Florio di Favignana (la clinica, invece, si trova nei pressi del Porto, sotto palazzo Florio), è solo l'ultima in ordine di tempo, e la più simbolica, della lotta alle varie forme di inquinamento e all'impegno per promuovere la sostenibilità ambientale portata avanti dal 2014 grazie alla collaborazione pubblico privata tra l'Area Marina Protetta dell'arcipelago delle isole Egadi, la più grande del Mediterraneo coi suoi 54mila ettari, e Rio Mare – Bolton Food.

Storia della Tartaruga Astrea

Tartarughe danneggiate tagliami da ami e plastica
Tartarughe danneggiate tagliami da ami e plastica vengono assistite nel centro recupero di Favignana e poi rimesse in mare

Femmina di circa 30 anni, 30 kg di peso e 60 cm di lunghezza, Astrea, come è stata ribattezzata in ospedale quando è stata ricoverata nel 2023 dopo essere stata soccorsa nel mare di Favignana, aveva ingerito delle plastiche che le avevano anche danneggiato un arto. Da qui la lungodegenza. Fa parte di quel 60% di esemplari che vengono salvati, tra i 20-30 animali a rischio estinzione che ogni anno vengono segnalati e portati al centro di primo soccorso (anche da pescatori e Guardia Costiera): vengono visti perché in genere, con un grosso amo in bocca o la plastica a bloccare lo stomaco, non riescono più a immergersi, a nutrirsi, si gonfiano, galleggiano e il loro carapace schiarisce al sole.

Questi splendidi rettili marini, tra le specie più antiche del mondo, precedenti ai dinosauri, come spiegano al Centro di recupero, che hanno una vita media di 80 - 100 anni e girano tutto il Mediterraneo, vengono operati nel centro chirurgico e poi assistiti fino a quando ci sono le condizioni ottimali per rimetterli in mare. Ma il rischio che scambino di nuovo un sacchetto di plastica per una medusa, di cui sono ghiotti, è sempre molto concreto.

La tartaruga Astrea, in lungodegenza presso il Centro recupero di Favignana
La tartaruga Astrea, in lungodegenza presso il Centro recupero di Favignana

Da quando nel 2018 a Favignana, l’isola ciclabile e ricca di spiagge delle Egadi, oltre al pronto soccorso c'è anche la lungodegenza, si è sviluppata una forte attività di formazione permanente con le scuole del Trapanese ma anche, grazie alla didattica a distanza, con oltre 700 istituti di tutta Italia. L'Area marina protetta (Amp), inoltre ha sviluppato convenzioni con le università italiane per tirocini e tesi di laurea (il più importante centro per le tartarughe ad esempio è a Torino): "Siamo in overbooking" commenta scherzoso il direttore Amp Isole Egadi, Salvatore Livreri Console.  L’ospedale svolge anche la funzione di centro visite e laboratorio didattico, attraendo sempre moltissimi turisti in visita sull’isola e all’ex tonnara, poi stabilimento dei ‘Leoni di Sicilia’, della famiglia Florio che inventò il tonno sottolio, facendo la storia dell’industria ittica italiana. Gli operatori dell'area Marina si occupano anche di fornire supporto all’Osservatorio Foca Monaca all’interno del Castello monumentale di Punta Troia a Marettimo per monitorare la presenza della foca monaca, altro animale a rischio estinzione soprattutto a causa delle rotte del traffico marittimo: grazie alle fototrappole posizione in alcune grotte alle Egadi, Ispra e Amp hanno potuto documentare di recente il ritorno della foca monaca nelle acque dell’arcipelago, primo avvistamento dalla metà degli anni ‘70.

Spugne extra riciclabili per ‘pulire’ il mare

Borgo di Puntalunga a Favignana
Borgo di Puntalunga a Favignana, la consegna dell'innovativo kit per assorbire gli idrocarburi 'ripulendo' il mare, donato da LifeGate e RioMare

Non solo tartarughe. Nell’arcipelago il mare è cristallino, ma c’è l’impegno ad operare per prevenire la dispersione degli drocarburi. Quest'estate 2024, in occasione del decennale di collaborazione pubblico privata, Rio Mare, che è membro della Water Defenders Alliance di Lifegate, ha deciso di donare insieme all’Amp Isole Egadi ai pescatori di Favignana e Marettimo l'ultima innovazione tecnologica in fatto di assorbimento di idrocarburi. Si tratta di un kit composto da spugne di nuova concezione che, a differenza di quelle usate finora durante i catastrofici sversamenti di prodotti petroliferi in mare, smaltite ad ogni utilizzo insieme all'idrocarburo assorbito, hanno un triplice vantaggio: non sono da usare e gettare come rifiuto speciale insieme al petrolio sversato, non assorbono acqua (sono idrofobe al 95% e oleofile al +99%) e sono riciclabili fino a 200 volte. Dopo l'uso, basta passarle in uno strizzatoio che consente di raccogliere e smaltire regolarmente l'idrocarburo, nell’ottica dell’economica circolare, mentre la spugna è pronta per essere riutilizzata, risparmiando così tonnellate di rifiuti speciali e consentendo il recupero dell’idrocarburo. Ogni chilo di queste spugne, nel proprio ciclo di vita, è capace di assorbire fino a 6.000 litri di idrocarburi.   

Il borgo marinaro di Puntalunga
Il borgo marinaro di Puntalunga sull'isola di Favignana, nell'arcipelago delle Egadi

Posizionate sulle imbarcazioni per pulire le acque di sentina e per le attività di manutenzione del motore, le spugne sono completate da un kit posizionato al porto per prevenire e raccogliere ogni goccia di idrocarburo che finisce in mare, spesso durante il rifornimento delle barche stesse. Più ampi ‘tappeti spugnosi’ sono invece dati in dotazione all’Amp, da utilizzare in caso di danno ambientale. L’investimento è di circa 50mila euro. Il nuovo kit FoamFlex, brevettato da una startup italiana (T1 Solutions) e riconosciuto dal Ministero, è stato consegnato a 38 pescatori del Borgo marino di Puntalunga (rappresentati da Giuseppe Campo), sempre a Favignana, da tempo impegnati nella tutela ambientale, paesaggistica e culturale della propria comunità (dal recupero di reti fantasma in mare all’organizzazione di un festival ad inizio settembre) da Lajal Andreoletti (è lei, nel video, a spiegare il progetto), responsabile dei progetti ambientali di LifeGate, società benefit che si occupa di sostenibilità affiancando le imprese. 

Seabin e un robot per catturare le plastiche

Seabin in attività per il progetto Plasticless per la raccolta plastica nel porto di Favignana
Seabin in attività per il progetto Plasticless per la raccolta plastica nel porto di Favignana

Rinnovato anche il Progetto PlasticLess con LifeGate che nel 2021 aveva portato al posizionamento di un dispositivo Seabin (la pattumiera del mare) nelle acque del porto di Favignana per il raccoglimento di rifiuti galleggianti: ad oggi sono stati recuperati circa 500 kg (pari al peso di circa 33.000 bottigliette di plastica). Si tratta di un dispositivo elettrico che, grazie ad una pompa, filtra l’acqua e trattiene i rifiuti galleggianti, microplastiche comprese. Il cestino, da 20 kh, viene svuotato ogni sera. Il ‘cestino' si riempie in particolare di mozziconi di sigaretta, polistirolo e plastiche, molte delle quali composte da frammenti molto piccoli, di 2mm di diametro, sono particolarmente dannose per l’ecosistema marino poiché finiscono nella nostra catena alimentare: una ricerca stima che, attraverso il cibo, anche gli esseri umani mangiano 5 grammi di plastica alla settimana. Il problema della plastica è complesso: ci sono i rifiuti gettati in mare ma anche quelli che ci finiscono involontariamente, ad esempio a causa del vento. Alcuni frammenti di plastiche, inoltre, è stato dimostrato, risalgono addirittura agli anni ‘60-’70. Il polistirolo, invece, è in gran parte dovuto alle cassette utilizzate (secondo normativa) per la raccolta del pescato. Per questo i pescatori di Puntalunga hanno deciso di sostituirle con nuove cassette di plastica dura, che evita la dispersione ed è riciclabile. È già stata esperita, invece, dall’Amp Egadi, sempre nell’ambito del progetto Plasticless, anche la gara per l’arrivo di un nuovo strumento radiocomandato, che assomiglia ad un piccolo catamarano: consentirà ad un operatore, dalla riva o da una barca, di ripulire la superficie da oggetti galleggianti.

Coltivare la Posidonia per produrre ossigeno

Nell'Area marina delle isole Egadi la Posidonia è protetta
Nell'Area marina delle isole Egadi la Posidonia è protetta: produce tanto ossigeno, fa da nursery alle specie ittiche e protegge la costa

Il successo più grande ottenuto in questi anni è stato il progetto Master (Misure Anti Strascico per la Tutela E il Ripopolamento) a tutela della Posidonia Oceanica (nell’arcipelago vi è la più grande prateria di Posidonia Oceanica di tutto il Mediterraneo, che fa parte delle Bue Forest), con la posa di 40 dissuasori contro la pesca a strascico illegale sotto costa che ha generato la riduzione quasi completa (99% in fascia A, 89% nelle altre zone) delle attività di pesca illegale, aiutando a preservare il fondale marino e a tutelare 12.500 ettari di prateria. In sostanza nei fondali delle aree di pesca e nei posidonieti sono stati depositati grossi cubi dotati di grandi uncini che impediscono di fatto la pesca a strascico, illegale appunto nelle aree protette, perché le reti vi resterebbero impigliate.   

Favigna, l'acqua cristallina favorisce la Posidonia
A Favignana, e più in generale alle Egadi, l'acqua è così cristallina da favorire lo sviluppo della più grande estensione di Posidonia, la pianta marina che crea ossigeno dalla Co2, protegge le coste ed è casa di numerose specie ittiche

La Posidonia è una pianta marina endemica del Mediterraneo, da circa 120 milioni di anni, alquanto importante per la vita umana e marina: da un punto di vista chimico, infatti, produce 20 litri di ossigeno per mq al giorno, 2,5 volte in più di quanto fanno le piante della foresta Amazzonica, a parità di estensione. La Posidonia, inoltre, è in grado di contrastare l’erosione delle coste, perché smorza la forza delle onde, e svolge un ruolo fondamentale di nursery per numerose specie ittiche. Dopo aver stoppato la pesca illegale che danneggiava i ‘campi’ di Posidonia, nel 2020 il progetto pubblico-privato ha supportato la messa a dimora, in una fase iniziale, sui fondali, di circa 2.000 nuovi fasci di pianta. 

La Summer school con National Geographic

La Summer school? Alle Egadi
La Summer school? Alle Egadi con l'Area marina protetta e National Geographic

La collaborazione tra Area Marina Protetta, RioMare -Bolton Food, supporta anche la Summer school rivolta ai giovani dai 12 ai 17 anni provenienti dall’Italia e dall’estero presso le isole Egadi, con sede a Marettimo e ‘scuola’ anche a Favignana, nel Centro Tartarughe, oltre che esperienze dirette in mare (foto). La Summer School prevede lezioni, incontri formativi ed esperienze pratiche via terra e via mare, in cui i ragazzi possono confrontarsi e approfondire importanti temi per la tutela dell’ambiente marino come le politiche di sviluppo sostenibile, l’inquinamento da plastiche, le attività di ricerca National Geographic e le iniziative dell’AMP.

RioMare, chi è

I fusti per la raccolta degli idrocarburi recuperati vengono donati
I fusti per la raccolta degli idrocarburi recuperati vengono donati insieme alle spugne dagli operatori dell'Area Marina Protetta Isole Egadi

Rio Mare, brand della Business Unit Food di Bolton Group, è uno dei più importanti marchi italiani di conserve alimentari ittiche, con sede a Cermenate (Co).  Bolton Food & Tri Marine è la Business Unit di Bolton che opera nel settore dei prodotti alimentari ittici con un presidio sull'intera filiera del tonno, avvalendosi dell'impegno e dell'esperienza di 9000 persone in tutto il mondo. Proprio per il valore storico e culturale che il tonno ha per l’arcipelago delle Egadi e per l’isola di Favignana, dove a fine Ottocento è nato, grazie all’impegno dei ‘Leoni di Sicilia’ della famiglia Florio, il più grande stabilimento di produzione, inscatolamento e distribuzione del tonno, e per la presenza della più grande area marina protetta d’Europa, Rio Mare – Bolton ha scelto le Egadi (dove non pesca) per avviare i progetti di sostenibilità marina, grazie alla formula della collaborazione pubblico-privata. L'azienda ha un fatturato di 3,2 miliardi di euro (2023), opera in oltre 150 Paesi e impiega 11.000 persone in 55 uffici, 17 stabilimenti e 8 laboratori di ricerca e sviluppo a livello globale e collabora con diverse ONG, come Wwf, Oxfam, Issf, ValoreD e Banchi Alimentari Europei.