Fiorello e la sua Sicilia: "L’isola dei tesori, bella e misteriosa anche oltre il mare"
Chi meglio di Rosario Fiorello può rappresentare, pur vivendo da tempo a Roma, la passione per la Sicilia e per quel linguaggio delle origini che spesso usa anche in ‘Viva Rai 2’, la fortunata trasmissione che si avvia alla fine di una prima trionfale stagione pur trasmessa alle 7 del mattino o per chi ne voglia seguire la replica dopo l’una di notte su RaiUno. L’ironia di Rosario è il tratto distintivo e appare anche quando parla della ‘sua’ isola, ma poi si commuove ricordando le tante cose vissute prima del successo. Fiorello, nostalgia della sua terra? “La nostalgia c’è sempre, e alberga costantemente nel nostro cuore. Si manifesta ogni qualvolta vedi una foto, del cibo, ricordi un profumo e allora penso: ‘Ah la nostalgia della mia terra!’. Ci chiamano ‘terroni’ non a caso (ride, ndr)... Ci chiamano così perché siamo attaccati alla terra”. Lei è catanese, che cosa apprezza di più della città che le ha dato i natali? “Catania è il mio luogo di nascita e poi è diventato negli anni, in qualche modo, il luogo dei sogni, del ragazzino che va ad abitare in provincia e che il sabato e la domenica viveva la vita da cittadino a Catania: e allora con gli amici si andava al cinema a Catania, in discoteca a Catania, al negozio più bello a Catania, a comprare i dischi a Catania, a Catania che era la Milano del Sud, e quindi per me rappresentava questo”. Parla sempre anche di Augusta, che cosa significa per lei? “Augusta è la città dove ho vissuto gli anni più belli della mia vita, ossia quelli dell’adolescenza, del liceo, ed è lì che ho iniziato la mia carriera facendo le radio libere degli anni 70 e poi il villaggio turistico”. Perché bisogna conoscere la Sicilia? “Beh, bisogna conoscerla perché la Sicilia è la culla dell’Occidente, crocevia di molte civiltà nei secoli: i greci, i bizantini, gli arabi, i normanni, tutti sono passati lì. Civiltà interessantissime che hanno permeato quel territorio, che si sono unite e che inevitabilmente hanno creato qualcosa di straordinario che è la Sicilia”. Al di là degli stereotipi, quali cose deve migliorare la sua Regione? “La Sicilia è bella così com’è con tutti i pregi e i difetti. I difetti si migliorano, e negli anni questo cambiamento lentamente sta avvenendo. Stiamo migliorando, ma non amo poi molto parlare e sentire parlare dei difetti, soprattutto da parte di coloro, come me, che non vivono più in Sicilia e lo fanno comodamente seduti su un divano da Roma. Noi siciliani che siamo andati fuori siamo tutti bravi a dire cosa non vada, ma intanto noi ce ne siamo andati”. Quali i suoi luoghi del cuore? Un ricordo che la emoziona sempre della sua giovinezza?
“Ricordarmi in Sicilia, più che emozionarmi mi intenerisce. Rivedo un ragazzo carico di sogni e di speranze. E già sapevo che prima o poi sarei dovuto andare via da quei luoghi del cuore, ed ero combattuto perché mi dispiaceva. Ogni volta che arrivavo a Reggio Calabria, per esempio quando ho fatto il militare, provavo veramente nostalgia mista quasi a dolore per il fatto di lasciare la Sicilia. Però sapevo che se avessi voluto fare quello che poi sto facendo ora, sarei dovuto partire. Piano piano mi sono preparato”. Che cosa cerca secondo lei un turista in Sicilia, e quali luoghi consiglierebbe? “La Sicilia è bella tutta, non per essere banale... anche quella di cui si parla meno rispetto alle località blasonate come Siracusa, Taormina, Erice, Selinunte e molte altre. E’ incantevole e sorprendente anche la Sicilia dell’interno, o la zona dei Nebrodi. Ecco, invito chi va in Sicilia a ricordarsi di esplorare anche i luoghi dell’entroterra per scoprire i mille tesori custoditi in quella Sicilia più misteriosa e nascosta”. Qual è il suo piatto preferito? “Dipende da dove vado. Intanto, per cominciare, l’arancino/a arancini/e, nelle due forme, quello per me è il pasto completo preferito; soprattutto, io amo l’arancino al burro, quello bianco senza ragù dentro. Mi piace tantissimo. Poi, se vado a Palermo gli anelletti al forno sono pazzeschi. Nella mia zona, beh, la granita con brioche non la batte nessuno. La fanno in modo unico”.