Sardegna, borghi in rete per promuovere il turismo slow

Storia, archeologia e tradizioni lungo itinerari turistico-culturali che si sondano attraverso i piccoli centri. Un target in forte crescita soprattutto dopo il Covid

di Redazione Itinerari
29 gennaio 2025
L'eremo dei santi Nicola e Trano in Gallura

L'eremo dei santi Nicola e Trano in Gallura

Promuovere nuovi prodotti che possono stare sul mercato anche in periodi e stagioni diverse da quelle estive. Il turismo nei borghi rappresenta uno di questi segmenti importanti per far capire che la Sardegna è viva, attrattiva e vitale in tutti i mesi dell'anno.

Questo il senso dell'incontro promosso dall'Assessorato regionale del Turismo sul tema dei borghi, dei cammini e degli itinerari turistico-culturali. Un incontro che ha visto la partecipazione di numerosi sindaci e assessori comunali al turismo. ''Abbiamo riunito i borghi certificati della Sardegna - ha sottolineato l'assessore Franco Cuccureddu - quelli riconosciuti nell'associazione dei borghi più belli d'Italia e con la bandiera arancione''.

Oliena (NU), Liliana Cano, un itinerario d'arte, Chiesa di san Lussorio
Chiesa di Ssan Lussorio a Oliena

L'obiettivo della Regione è riuscire ad aggregare un'offerta per tutti quei luoghi che sono già pronti ad intercettare la domanda di turismo lento e presentarla su un mercato fortemente in crescita. Infatti, quello della scoperta dei borghi e dello slow tourism è diventato il terzo pilastro dell'offerta in Italia. ''Si tratta di aggregare l'offerta e presentarla nelle prossime fiere, a partire dalla Bit di Milano - ha detto ancora Cuccureddu - dove ci sarà uno spazio riservato all'offerta nei borghi a fianco a quella archeologica e poi ad una fiera specifica che sarà dedicata esclusivamente ai borghi e ai cammini, quindi essenzialmente al turismo lento''.

La Regione riconosce il crescente ruolo dei piccoli centri nello sviluppo del turismo legato al patrimonio storico, culturale e identitario. Il mondo dei borghi ha avuto negli ultimi anni, soprattutto dal post Covid, una crescita esponenziale a livello mondiale. Oggi in Italia il turismo nei borghi rappresenta il terzo pilastro dell'offerta turistica con oltre 35 milioni di presenze. Complessivamente dopo le città d'arte, che è di gran lunga il primo segmento e dopo il marino-balneare, si posiziona il turismo nei borghi. Necessaria dunque una promozione mirata ai target, che possano far sì che anche la Sardegna si posizioni in questo speciale mercato che in termini numerici si sta via via affermando.

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Lo sviluppo di queste destinazioni è una leva determinante di incremento economico e nuova occupazione. In Sardegna attualmente sono nove i borghi più belli d'Italia e sono sette i borghi Bandiera arancione. Questi ultimi hanno la caratteristica di essere nell'entroterra e il loro territorio deve distare almeno 15 chilometri dalle coste. I borghi più belli d'Italia non hanno invece vincoli particolari ma devono rispettare oltre 90 parametri che sono legati alle bellezze, alla storicità, ai monumenti, ai musei, all'offerta culturale, a quella ricettiva che vanno dagli aspetti storici a quelli ambientali, da quelli paesaggistici a quelli dell'offerta gastronomica, per esempio.

Tipiche case carlofortine
Tipiche case di Carloforte

“I borghi presenti sono equamente rappresentativi della Sardegna: si va dalla Gallura alla Maddalena, da Tempio ad Aggius sino a Carloforte, passando naturalmente per il Nuorese, che ha diversi borghi inseriti tra le bandiere arancioni o tra i borghi più belli d'Italia, come lo stesso borgo di Lollove, Oliena e Gavoi ad esempio, ma anche Sardara e tanti altri", ha sottolineato l'assessore.