La
Regione del Banato, in Europa centrale, che storicamente era a sé ma che oggi fa parte dei territori di Serbia, Ungheria e Romania, ha avuto come capoluogo
Timișoara, oggi capitale della Romania. E proprio quest’anno
Timisoara, che condivide il ruolo di
Capitale europea della Cultura insieme all'
ungherese Veszprém e alla
greca Elefsina, ha incluso nel suo programma di eventi anche una serie di appuntamenti dedicati al food, tra incontri e workshop, letture e conferenze, degustazioni e cene.
Il ricettario storico ‘bestseller’
Timisoara capitale della Romania
Proprio nei giorni scorsi, tra questi, ha avuto luogo la presentazione, presso la Casa Calfelor Kolping di Timisoara, di quello che è considerato un
'bestseller' da 150 anni. Si tratta di un
ricettario che risale al 1876 e che raccoglie i piatti che venivano preparati in una scuola religiosa di Seghedino. Un libro che, però, dice molto di più: testimonia, infatti, la
vita in comune di studenti romeni, ungheresi, serbi, tedeschi che abitavano in quella che all'epoca era una regione transnazionale dell'
Europa danubiana, il Banato. È quindi uno straordinario esempio di convivenza tra popoli che tuttora è presente nella stessa
Timisoara e nel suo heritage e che si riflette anche a tavola, in un mix di tradizioni che hanno lasciato il passo a una cucina identitaria del Banato. Un percorso che ora si vuole ricostruire per rilanciare il territorio anche dal punto di vista enogastronomico.
Culinaria Banatica, cucina fusion
A promuovere l'iniziativa è Culinaria Banatica, un progetto che propone una visione interdisciplinare della cucina della storica regione, per costruire un ponte tra l'area accademica, il mondo della ristorazione e il pubblico costituito sia dagli abitanti sia dai turisti. ''Culinaria Banatica è nata nel 2016 come associazione professionale per l'ospitalità rivolta alle imprese. Poi abbiamo avviato un progetto a livello accademico sul
cibo del Banato per fare ricerca e fare ordine nella nostra tradizione gastronomica. E quest'anno abbiamo deciso di sviluppare il progetto al di fuori dell'università e abbiamo ricevuto il sostegno di
Timisoara2023 proprio per promuovere la gastronomia del Banato'', spiega Corina Macri, promotrice del progetto Culinaria Banatica, che intende portare alla luce la cucina con i suoi ingredienti e prodotti locali: non solo i piatti della tradizione ma anche il modo in cui sono preparati e serviti e la cultura che esprimono.
Leggi anche: Fundata, località turistica dell’anno in Romania
Banato cucina fusion
Culinaria Banatica; degustazioni (foto da Facebook)
''La cucina del Banato è la prima cucina 'fusion' dell'Europa, in cui sono confluite
tradizioni turche, bavaresi, serbe, orientali, e crea l'identità della regione. Il Banato è cosmopolita, abbiamo dal gulash allo schnitzel, ma cucinati alla maniera locale, in versione rumena'', prosegue Corina Macri, che a Timisoara ha aperto il
ristorante 'Leul de Aur', all'interno degli antichi Bastioni. E soprattutto ai ristoratori e ai produttori si rivolge il progetto, con l'obiettivo di creare un network per promuovere la gastronomia e l'eredità culinaria del Banato, innanzitutto tra il pubblico romeno, forse troppo in fretta catapultato dopo la fine del regime comunista in abitudini alimentari considerate 'all'occidentale' ma decisamente troppo approssimative e di cui i
fast food sono solo la punta dell'iceberg.
Tra gastronomia, vini e birra
''La sfida è di educare prima i ristoratori verso le vere tradizioni locali, non è facile ma è da lì che dobbiamo cominciare. Per questo, abbiamo creato una
federazione a livello regionale per promuovere la gastronomia di una regione, che è anche molto vocata per i vini, ma serve una migliore attività di marketing. Lo sviluppo dell'enoturismo può essere una nuova frontiera'', sottolinea. A crederci fermamente è anche Simion Giurca, direttore esecutivo dell'Associazione per la promozione turistica di Timosoara: “È una
regione a vocazione vitivinicola. Tra l'altro, in alcune aziende lavorano
enologi italiani. E inoltre abbiamo la
più antica fabbrica di birra della Romania, tuttora in funzione. Quindi, ci sono tutte le premesse per far sì che le tradizioni locali e i nostri prodotti facciano da volano allo sviluppo di un turismo enogastronomico che affianchi quello più propriamente culturale''.
Lo chef pugliese Marco Favino
Marco Favino chef (foto tratta da Facebook)
Tra gli italiani che hanno scelto di trasferirsi in Romania per lavorare proprio nel
settore del food&wine c'è anche lo chef pugliese Marco Favino, che cinque anni fa insieme alla moglie ha avviato un'attività di consulenza e formazione per il settore Horeca (ristorazione e ospitalità). ''Sicuramente il Banato con Timisoara, come tante altre della Romania, è una zona ad elevato interesse e
potenziale enogastronomico, con una tradizione di prodotti locali veramente molto antica. Quello che noi cerchiamo di fare in Romania, oltre a
portare le nostre eccellenze italiane, è di offrire il nostro know how per aiutare l'economia locale a crescere”.
Home restaurant
“Sicuramente esiste un futuro per il turismo enogastronomico in Romania, e secondo me anche per l'
agriturismo – rimarca Favino - . Ad esempio, da qualche anno una legge permette di creare a casa l'
home restaurant con piatti tipici del posto e ingredienti locali. Quindi, può esserci un grandissimo interesse enogastronomico. Del resto, il
turismo enogastronomico, che è totalmente immersivo coinvolgendo tutti i sensi, permette di comprendere a pieno una cultura locale, è il racconto di un territorio''.
Regione europea della gastronomia
E l'ambizione, naturalmente, guarda ben oltre il 2023. ''Nell'immediato, chiediamo allo Stato - conclude Corina Macri - di cambiare la legge di settore, che è persino più stringente delle regole europee, perché la cucina romena richiede tempo per essere preparata: è
slow food. Poi, vogliamo arrivare a chiedere il riconoscimento di '
Regione europea della gastronomia': pensiamo di avere buone opportunità, ma abbiamo bisogno del supporto delle istituzioni locali. Vogliamo sviluppare rapporti con altre organizzazioni europee, soprattutto progetti speciali con Ungheria e Serbia con cui abbiamo tradizioni in comune. L'enogastronomia ha il grande potenziale di rendere attrattiva la nostra regione per i turisti, ma dobbiamo avere il coraggio di promuoverla''.