Lardo, boudin e fontina Dop: la merenda valdostana è servita
Un pasto vero di origine contadina, sostanzioso e nutriente, ma anche un bel momento di condivisione
]A pedali o a piedi, in Valle d’Aosta non vi fate mai sfuggire l’occasione di onorare, anzi santificare Lo Matsòn. Così in Patois, l’affascinante lingua della Vallée, si definisce la 'merenda’.
Ed è una merenda tipica, antica: quella dei contadini, perché siamo tra i monti ma ci sono tanti campi, orti, vigne. Quindi, un pasto vero, sostanzioso e nutriente, energetico e fortificante, stimolante e tonificante. Ma anche un gran bel momento di condivisione, nel calore del cibo e dell’amicizia, per raccontarsi le giornate e le esperienze. Che cosa si mangia? Prodotti tipici della Vallée, di certo. Sicuramente la fontina, il formaggio noto un po’ ovunque, anche se troppo spesso si usa un generico "fontina" per citare caci di montagna, un po’ come "prosecchino" è ormai diventato il termine che indica qualunque genere di spumante. Invece la fontina vera è solo quella valdostana, un’icona, anzi due perché finalmente le tipologie di Fontina Dop sono due per legge, c’è quella di lunga stagionatura e quella di alpeggio.
Ma ci sono anche i formaggi di capra (da abbinare a miele e marmellate valligiani) e gli yogurt, la motzetta, carne di bovino o camoscio ma anche di cervo o cinghiale che – un po’ come la carne salada trentina, del resto sempre montagne sono – viene fatta essiccare, macerare e stagionare e tagliata a strisce per un boccone di gustosa tenerezza. Noi ci aggiungiamo volentieri anche una fetta di lardo d’Arnad, un’altra tipicità della Vallée, e magari anche una fetta di boudin, il tipico insaccato che richiama il sanguinaccio e si fa con patate bollite mescolate a cubetti di lardo, barbe rosse, vino, spezie, aromi naturali ma naturalmente anche sangue, di maiale o di bovino. E nel calice, naturalmente, gli spettacolari bianchi della Vallée.