Enrico Mazzaroni racconta le Marche dal suo ristorante di Montemonaco . Dopo il sisma del 2016 quella de ‘Il Tiglio’ è una storia di resilienza e successi

Alcune stelle Michelin sono diverse dalle altre, perché brillano in piccoli borghi nascosti, o perché sono il frutto di storie...

di Redazione Itinerari
15 dicembre 2024
Con una laurea in tasca e altre due specializzazioni rileva l’attività dei genitori: una storica osteria di Montemonaco Inizia così la storia di chef Mazzaroni

Con una laurea in tasca e altre due specializzazioni rileva l’attività dei genitori: una storica osteria di Montemonaco Inizia così la storia di chef Mazzaroni

Alcune stelle Michelin sono diverse dalle altre, perché brillano in piccoli borghi nascosti, o perché sono il frutto di storie piene di ostacoli, cosicché la loro luce diventa anche un simbolo di rinascita e resilienza. È proprio questo il caso dello chef Enrico Mazzaroni e del suo ’Il Tiglio’, un ristorante dallo stile rustico e al contempo elegante che guarda alla vastità del Parco Nazionale dei Monti Sibillini dall’altezza di Montemonaco.

Non è un posto in cui si capita ’per caso’: il viaggio per raggiungerlo tra panorami spettacolari è parte integrante di questa esperienza a 360 gradi nei sapori, nei colori e nelle atmosfere del centro Italia. Il Tiglio fa parte della Comunanza Agraria di Isola San Biagio, che si occupa della salvaguardia e del supporto dei territori e dei residenti delle zone montane. La sua storia è strettamente legata a quella del sisma che nel 2016 mise in ginocchio queste terre, costringendo molti – tra cui lo stesso Enrico – a lasciare la propria casa per continuare a lavorare, salvo poi ritornare non appena possibile, più forti e determinati di prima. Ad attendervi troverete una cucina genuina e al contempo creativa, che ama fondere i piaceri della tradizione più autentica – quella della montagna marchigiana – con l’estro di uno chef sui generis, apprezzato dai migliori critici del settore.

Enrico, che cosa significa il Natale per lei?

"Lo considero un importante momento della mia vita religiosa, in grado di ricordarmi ogni volta la bellezza di questa vita e il dono più grande che ci è stato dato: l’amore. Per me la vera essenza del Natale è l’amore sia verso questa unica e irripetibile esistenza che ci è stata donata, sia nei confronti di tutti coloro che ci circondano, soprattutto i più deboli e bisognosi".

Quali sono i ricordi del Natale della sua infanzia?

"Sono figlio unico e il Natale era il momento più felice dell’anno, perché ero sempre circondato dai nonni, dagli zii e dai genitori. Anche se abitavo in un piccolo paese sperduto tra le montagne e in una famiglia di contadini, per me era davvero come vivere un sogno. Sono stato molto amato da piccolo, perciò oggi il ricordo di quei Natali, e delle tante persone care che ormai non ci sono più, mi riscalda il cuore".

Quali, invece, i Natali più insoliti?

"Da adulto per un lungo periodo, dopo aver svolto il servizio civile in una casa di riposo, ho continuato a trascorrere il 25 dicembre con gli anziani. Credo che quelli siano stati i Natali che mi hanno dato di più, ricevendo indietro molto più del poco dato".

E quest’anno, con chi passerà il Natale e cosa non mancherà in tavola?

"Lo trascorrerò con poche persone, le più care, anche perché lavorerò per tutto il periodo natalizio, tranne appunto il 25. Quel giorno mia mamma non mi farà mancare i tortellini in brodo e la pizza con i fichi!"

In che modo ’Il tiglio’ si prepara ad accogliere i suoi ospiti?

"Il Natale per Il tiglio è un momento importante per via dell’affluenza maggiore che si riscontra e perché il menù invernale raggiunge il suo pieno svolgimento. Anche per l’azienda agricola è un periodo molto affaccendato, sia per la raccolta del tartufo che per la preparazione dei salumi e dei campi per le semine. Quindi, come ogni anno, siamo pronti ad accogliere gli ospiti con il massimo dell’entusiasmo e in piena attività".

Cosa si augura per il nuovo anno?

"Il 2024 è stato un anno ricco di soddisfazioni e di premi, non ultimi La stella verde per la Sostenibilità e i Tre capelli de Le Guide de L’Espresso. Il migliore augurio per il futuro sarà allora quello di mantenere sempre questa grande voglia di migliorarci e di accogliere chi vorrà venirci a trovare con tutto il calore possibile".