A
Carnevale ogni scherzo vale, dice il vecchio detto. Anche perché durante quei giorni intensi di festa e colori
il mondo va alla rovescia. Da secoli. Il tema del
ribaltamento dei ruoli diventa infatti popolare a partire dal
Medioevo. Gioia e divertimento, certo; ma anche riflessione sulla vita e sulle sue disgrazie. A combatterle ci pensa proprio il Carnevale, l’unico momento, prima del ritorno all’ordine e al rigore quaresimale, in cui è possibile cancellare la propria identità e costruirne un’altra grazie alle
maschere (e Maschere è anche il titolo di un volume poderosissimo, a cura di Patrizia Foglia e Patrizia Albé ed edito da Nomos, che di quel mondo e dei suoi personaggi coloriti offre una splendida panoramica). Diversi secoli dopo, la tradizione continua a suon di
coriandoli e carri allegorici. E se il Carnevale per antonomasia è quello di Venezia, ogni angolo d’Italia ha il suo e lo esibisce con fierezza. Anche al
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Le radici
Uno dei più celebri è senza dubbio quello di
Putignano, cittadina del Barese che vanta un buon tessuto industriale e si distingue nella produzione degli abiti da sposa. Ma, per tornare a noi, il suo piatto forte è proprio il carnevale, impreziosito dal genio di alcuni dei
migliori mastri cartapestai del Belpaese. E quello di Putignano è i
l più antico e lungo d’Europa. Le sue radici rimandano alla
festa delle Propaggini del 1394, legata alla traslazione delle
reliquie di Santo Stefano.
Le maschere
La maschera del Fariella
Il suo gioiello è la
maschera di Farinella, che nel nome porta il
piatto simbolo della cucina putignanese e della tradizione contadina: la farinella per l’appunto, una
farina finissima ricavata da ceci e orzo abbrustoliti e successivamente ridotti in polvere in piccoli
mortai di pietra. Al primo Farinella, un ubriacone senza arte né parte (ma esiste anche un’altra versione che lo dipinge come un fornaio e gli attribuisce il merito di aver salvato il paese dalla furia dei Saraceni), segue, negli anni ’50, la
versione di Mimmo Castellano, che ne fa u
n incrocio tra la maschera di Arlecchino e il Jolly delle carte da gioco. Negli ultimi anni si è fatta strada anche la
maschera femminile di Cecè, l’alter ego di Farinella, che allude a un altro ingrediente del mondo contadino:
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Tema, ospiti e scenografie
Tanti
gli ospiti che, per questa edizione, celebrano
il ’viaggio nel tempo’, come il tema scelto dalla Fondazione Carnevale. L’11 febbraio toccherà a Ernia e poi a I Terraross (13 febbraio) e infine DJ Albertino e Fargetta (17 febbraio). Il Carnevale di Putignano promette anche
ambientazioni e scenografie ’da capogiro’ per questa
edizione numero 630. I visitatori potranno ammirare
’L’illuminante macchina del tempo’ che da piazza Teatro darà il benvenuto ai carri. Un’opera mastodontica decorata in luminarie artistiche simbolo della pugliesità. Inoltre, in piazza Farinella (largo Porta Nuova) i visitatori potranno diventare protagonisti del
’Light photo booth’, un cubo di luminarie interattivo pronto a regalare ai visitatori foto ricordo d’autore firmate da Dino Frittoli. Infine, l’Officina Chiodo Fisso proporrà
l’installazione ’Rotoscopie’.
Info: www.carnevalediputignano.it