Federicus: Altamura celebra il profondo legame con il suo demiurgo
Altamura e Federico II di Svevia (1194-1250). Un legame antichissimo di cui ancora oggi questa deliziosa cittadina del Barese al confine tra due mondi – Puglia e Lucania – va molto fiera. Tanto da dedicare allo ‘stupor mundi’ attività di ogni tipo, convegni e, da qualche anno, Federicus, una festa che è molto più di una rievocazione storica, tesa com’è a valorizzare un territorio ricchissimo di tradizioni che vanno ben oltre l’eredità federiciana. Anche perché da queste parti la presenza dell'uomo si perde nella notte dei tempi: lo dimostrano i resti dell’‘Uomo di Altamura’, appartenuti a un Neanderthal vissuto più o meno 150mila anni fa e scoperti nel ‘93 nella grotta di Lamalunga. Ma è a partire dal 1232 che Altamura lega la sua storia a Federico, che la rifondò sulle fondamenta dei tanti insediamenti sparsi che nel XIII secolo animavano le campagne pietrose della Murgia. Segno tangibile del suo passaggio è l’imponente Cattedrale di Santa Maria Assunta, inserita in un più ampio progetto di ripopolamento che comprendeva greci, latini, ebrei e arabi. E inoltre, altro particolare da non sottovalutare, la chiesa venne edificata e consacrata come cappella palatina. Oggetto di varie trasformazioni nel corso dei secoli, oggi l’edificio domina la città e si presenta come un incredibile mosaico di stili. A farle compagnia ci sono i pittoreschi claustri (‘gnostre’ in dialetto locale), piazzette di varie dimensioni delimitate dalle case che vi si affacciano e che si aprono sulle vie del centro storico. Ad Altamura se ne contano un’ottantina; la loro funzione era soprattutto sociale, poiché garantiva l’aggregazione spontanea di gruppi familiari. Scale, archi, balconate, logge, ballatoi, finestrini, terrazzini, anelli di pietra, “pesule”, come pure mascheroni, stemmi e figure votive, sono la cifra stilistica di questi piccoli micromondi oggi tornati a nuova vita. Da qui parte Federicus, in programma dal 28 aprile al primo maggio. Musa ispiratrice della kermesse targata 2023, il cui motto è ‘la terra, il mare e la volta del cielo’, sono i versi del poeta bizantino Giorgio di Gallipoli, che di Federico era un acceso sostenitore. Nel carme ‘Colloquio della città di Roma con l’imperatore Federico II’ aveva affidato alla personificazione di Roma il compito di tesserne le lodi: ne vien fuori una vera e propria divinità alla quale si inchinano la terra, il mare e il cielo, riproposti in Federicus come elementi identificativi di un grande viaggio che esplora diversi ambiti dello scibile umano – poesia, filosofia e arte –, ma soprattutto l’anima profonda dell’uomo medievale e della sua quotidianità più intima. Ricchissimo il calendario degli eventi, che prevede cortei, spettacoli, mercati e allestimenti in tutta la città. Si comincia il 28 aprile, alle 20.30, con la cerimonia di apertura a Porta Matera, seguita da altri spettacoli del medesimo tenore il giorno stesso e quelli successivi in diversi luoghi di Altamura come Piazza Duomo e Porta Bari, ma anche nei claustri. E non mancheranno nemmeno gli spettacoli di falconeria. Una materia che Federico conosceva bene: il suo ‘De arte venandi cum avibus’ (L’arte di cacciare con gli uccelli’) è una delle opere scientifiche più significative del Medioevo. Il 29 aprile spazio al Corteo dei fanciulli (partenza dallo stadio D’Angelo alle 17.30), mentre il 30 aprile, alle 11, sarà la volta del Palio di san Marco e, alle 16, del corteo L’’imperatore tra la gente’, che animerà le vie del centro storico e si ripeterà il giorno successivo alle 11.30. Evento in grande stile anche quello, in programma sempre il primo maggio, alle 18, con Il corteo imperiale che partirà dallo Stadio d’Angelo. Chiusura in bellezza alle 21, con gli Spettacoli di corte dal palco centrale. Info: https://federicus.it