Panchine giganti nei luoghi segreti delle Langhe

di RICCARDO JANNELLO
2 marzo 2022

Young woman on a giant bench in a mountain area

Si chiama Chris Bangle ed è un designer nato 65 anni fa a Ravenna, ma con la Romagna non ha alcun legame visto che si tratta dell’omonima - e dedicata - cittadina dell’Ohio. Semmai ha un legame forte e definitivo con le Langhe, essendosi trasferito nel 2009 dall’America a Clavesana (Cuneo) con la moglie Catherine cominciando a disegnare non più auto di successo per le marche più importanti al mondo - dalla Opel alla Fiat Coupé, dall’Alfa 145 a ogni serie della Bmw - ma panchine giganti. Una serie di ‘monumenti’ che troneggiano soprattutto nelle Langhe, ma che ora Chris ha esportato in altre regioni italiane (Valle d’Aosta, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Liguria, Campania) ma anche in Scozia e Polonia. Le Big Bench hanno superato quota 180 e corredano piccoli borghi o boschi, immerse nella natura come segnale di una presenza dell’uomo che deve essere amica e rispettosa. Sono anche un possibile riposo per chi cammina nell’ampia regione delle Langhe, nota per i suoi vini, le nocciole e il tartufo. Il Big Bench Community Project che Bangle ha organizzato non ha fini di lucro. E’ previsto il supporto tecnico per chi vuole costruire una nuova grande panchina ufficiale e collabora con le eccellenze dell’artigianato locale per realizzare prodotti a esse ispirati. Il tutto per dare un piccolo contributo all’economia e al turismo locali. “Le Panchine Giganti - dice soddisfatto il designer americano ormai piemontese - ispirano spirito positivo alla gente e al territorio. Il ricavato che va alla Community da chi realizza una nuova opera finisce alle amministrazioni per sostenere le comunità locali coinvolte”. La Panchina Gigante numero 1 si trova in località Borgata Gorrea nel piccolo comune di Clavesana. Il colore predominante è il rosso ed è molto suggestivo farsi fotografare seduti dopo avere ‘scalato’ le gambe della panchina. “Serve per tornare un poco bambini”, sorride Chris Bangle, che ha sempre creduto in questa iniziativa e nelle potenzialità della Regione che ha scelto per vivere dopo i fasti Usa. Ma nonostante il grande interesse e il successo dell’iniziativa, il suo creatore ha ancora un sogno: “Magari un giorno vedremo una ‘Panchina della Pace’ in un’area veramente travagliata del mondo, dove la possibilità di sedersi, guardare le cose da una prospettiva più fresca, è disperatamente necessaria”. La distribuzione sul territorio delle Panchine Giganti fa scoprire località di grande fascino, ma solitamente estranee al turismo di massa. La creazione di questi manufatti ha portato comunque una maggiore conoscenza di luoghi affascinanti, come i calanchi di Clavesana, che meritano di essere esplorati sempre nel rispetto più assoluto per la natura. Ma ci sono anche località in cui le Panchine Giganti riportano a personaggi iconici della zona e all’economia più profonda delle Langhe: Santo Stefano Belbo è il paese natale di Cesare Pavese; Dogliani e Canelli sono due ‘capitali’ dell’enologia italiana e non solo. Bigbenchcommunityproject.org è il sito creato da Bangle.  
BIELLA

La perla piemontese tra storia e paesaggi

Il gioco di parole è fin troppo facile: la Fondazione Biellezza

vuole dare a questa perla piemontese troppe volte confusa solo con il suo lato industriale – soprattutto tessile – quel che merita per quanto riguarda il turismo che si basa non solo su un territorio articolato dove si possono svolgere le più svariate attività, ma anche sulla sua bellezza architettonica. I Palazzi storici di Biella nel quartiere del Piazzo ne sono straordinari esempi. Il presidente della Fondazione, Paolo Zegna (della famiglia di imprenditori) è sicuro: “Differenziare l’offerta non può che fare bene alla nostra economia”.  
CASTAGNOLE MONFERRATO

Il vitigno benedettino Ruché da gustare e riscoprire

Una digressione nella variegata enologia piemontese per i risultati sempre più sorprendenti di un vitigno autoctono della provincia di Asti, anzi di sette suoi comuni: il Ruché, un vino rosso rubino profumato e ‘non carico’, conosciuto fin dal 1200 dai benedettini di San Rocco a cui si deve il nome. Il centro nevralgico della produzione è Castagnole Monferrato. L’estensione della Docg, ottenuta nel 2010 mentre la Doc è del 1987, corrisponde a circa 110 ettari vitati con una resa di 90 quintali cadauno. Il vino è perfetto per formaggi saporiti, bagna cauda, agnolotti e selvaggina, piatti tipici della zona
SALUZZO

Castello della Manta Il Marchesato sotto il Monviso

Tra i beni che in Piemonte sono gestiti dal Fondo per l’Ambiente Italiano merita una visita il Castello della Manta, in provincia di Cuneo a un pugno di chilometri da Saluzzo e già nel suo Marchesato. Sullo sfondo del Monviso si staglia una fortezza medievale dal fascino severo che nel suo salone baronale custodisce una delle più stupefacenti testimonianze della pittura tardogotica profana, ispirata ai temi dei romanzi cavallereschi.