Almaranto, un luogo da abitare che racconta la campagna del Monferrato
Il boutique hotel di Calamandrana nasce in una vecchia cascina del Settecento e ha bandito la tv nelle camere. Per meglio raccontare silenzi e sapori del territorio
![Suite Almaranto Suite Almaranto](https://www.quotidiano.net/image-service/view/acePublic/alias/contentid/MzJiYzI1OWUtODFlMS00/2/suite-almaranto.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
Suite Almaranto
A Calamandrana, in pieno Monferrato Astigiano, c’è una cascina del Settecento dove pare ancora di sentire il suono dei lavori di un tempo: il rumore delle pentole in cucina, la raccolta metodica delle erbe aromatiche nell’orto, la potatura dei rami e delle viti. Il Boutique Hotel Relais Almaranto, sorto su quella cascina, è però oggi un luogo di ristoro e benessere, di lusso sussurrato e sempre più raro.
Merito di Alexa Schulte, cuoca e nutrizionista, e del marito Markus Schulz, proprietari e anfitrioni del Relais che prende il nome dalle loro iniziali - Al+Ma, nome che poi si ritrova anche nella tenerissima cagnolina che ha l’importante compito di accogliere e far sorridere gli ospiti. Alexa, del resto, conosce bene il senso dell’ospitalità. Per anni ha vissuto in hotel in giro per il mondo, seguendo il lavoro del marito Markus: dall’India al Sudafrica ha osservato, imparato, immaginato. Poi è arrivato Almaranto: “volevamo creare uno spazio che fosse bello, ma soprattutto autentico. Ecco perché nelle suite abbiamo integrato elementi di design intelligenti per i viaggiatori moderni senza perdere il fascino originale della struttura e la storia locale”.
![Alexa Schulte e Markus Schulz](https://www.quotidiano.net/image-service/view/acePublic/alias/contentid/OGQ1NGEzMGUtYTFlYi00/0/alexa-schulte-e-markus-schulz.webp?f=3%3A2&q=1&w=1280)
Relax nelle suite affacciate sulle vigne
Le 19 camere e le quattro suite – Almaranto, Terrazza, Giardino e Nocciola – sono la sintesi perfetta di questa visione. Ognuna con una personalità distinta, ognuna con una storia da raccontare. Almaranto è ampia, luminosa, con una terrazza di 100 m² e una jacuzzi da cui guardare il Monferrato cambiare colore al tramonto. Giardino è un piccolo eden privato, tra velluti verdi e una vasca da bagno indipendente. Terrazza si sviluppa su due livelli e custodisce un dettaglio raro: una testiera in piume di pavone del XIX secolo, trovata in un mercatino. Nocciola, infine, è immersa nei noccioleti della proprietà, pensata per chi ama sentirsi dentro il paesaggio, senza barriere.
![Suite Almaranto](https://www.quotidiano.net/image-service/view/acePublic/alias/contentid/Y2ZkNzJjNDctNTM1YS00/0/suite-almaranto.webp?f=3%3A2&q=1&w=1280)
Ah, non ci sono tv nelle camere, ma quasi nessuno se ne accorge: è una scelta voluta, perché Almaranto invita a guardare fuori, ad ascoltare il silenzio della campagna, a ritrovare il lusso di una pausa vera. La stessa filosofia si riflette anche negli altri angoli del Boutique Hotel: dalla palestra con attrezzi in legno alla reception, che sembra un salotto accogliente; dai bicchieri Riedel alternati alle ceramiche fatte a mano del ristorante Adagio ai tavoli del bistrot Anima, affacciato sulla piscina, dove le sale si aprono all’aria e diventano giardini.
Il gusto dell'accoglienza
Tornando al nome. Poiché la parola latina alma porta in sé l’arte del nutrire, al Relais Almaranto non poteva mancare una proposta gastronomica importante e al tempo stesso democratica: Adagio, ristorante gourmet che può già fregiarsi di importanti riconoscimenti internazionali, e Anima, il bistrot a bordo piscina, oltre all’accademia di cucina professionale per imparare a preparare le delizie della tradizione piemontese ma anche piatti thailandesi e indiani, in ricordo dei viaggi di Alexa e Markus.
![Adagio ristorante](https://www.quotidiano.net/image-service/view/acePublic/alias/contentid/NmNiZjBmNDYtMWQ0OC00/0/adagio-ristorante.webp?f=3%3A2&q=1&w=1280)
Adagio è un’esperienza di fine dining intima e ricercata, una finestra su due terre: quella del Monferrato, che lo ospita, e quella siciliana, dove ha radici lo chef Mario Maniscalco. Trenta coperti, una cucina d’autore e un menu che attraversa le stagioni con rispetto assoluto per la materia prima. Il menu degustazione Riflessi nella Materia è il manifesto della sua filosofia: sette portate, sette ingredienti protagonisti, dove il concetto di piatto povero diventa una narrazione sofisticata e dove la materia prima è locale, spesso di presidio Slow Food, talvolta proveniente dall’orto del relais.
Per chi preferisce un percorso su misura, il menu à la carte offre tre, quattro o cinque portate, alternando suggestioni piemontesi – come la zuppa di cipolla e la frutta in carpion – a tocchi siciliani, tra fave e mandorle armelline. A completare l’esperienza, una selezione di vini curata con attenzione ai piccoli produttori e percorsi di abbinamento che spaziano dal classico al non convenzionale (con proposte zero alcol che noi, per coerenza, non abbiamo assaggiato).
I produttori del territorio protagonisti
Spesso, da Adagio i produttori vinicoli diventano addirittura protagonisti, in serate dedicate all’abbinamento vino/cibo pensate per conoscere ancora più a fondo il territorio. L’ultima, in ordine di tempo, ha visto come ospite Emanuele Gambino, un produttore di Costigliole d’Asti innamoratissimo del mestiere e delle vigne di famiglia: al suo Moscato secco in anfora chef Maniscalco ha abbinato un carpaccio di gambero rosso di Mazara marinato nell’arancia affumicata, scaglie di formaggio torre, carote glassate in miele e zenzero onestamente superlativo, al pari dei ravioli del plin ripieni di straccetti di guancia di vitello e salsiccia di bra, crema alla nocciola tonda e gentile con velo di barbabietola abbinati, invece, alla Barbera d’Asti. Un invito a tornare, e a restare, in una delle terre piemontesi che resistono all’assalto turistico e che forse anche per questo sono così speciali.