Roberto Di Pinto: “Vado alle Mauritius per portare il sapore dell’Italia e preparo il mio primo menu vegano”

Lo chef una stella Michelin del ristorante milanese “SINE” rappresenterà il nostro Paese al “Constance Festival Culinaire 2025”, la settimana di alta gastronomia ed eccellenze culinarie

di GIANCARLO RICCI
19 marzo 2025
Originario di Napoli, Roberto Di Pinto coltiva fin da giovanissimo il sogno di diventare chef

Originario di Napoli, Roberto Di Pinto coltiva fin da giovanissimo il sogno di diventare chef

Dal 20 al 29 marzo 2025, l’isola di Mauritius ospiterà la 18ª edizione del Constance Festival Culinaire, un evento che celebra l’eccellenza gastronomica internazionale. Organizzato nei resort Constance Belle Mare Plage e Constance Prince Maurice, il festival riunirà chef stellati Michelin, maestri pasticceri e appassionati di cucina da tutto il mondo, rendendolo la manifestazione gastronomica più importante dell’Oceano Indiano.

L’Italia protagonista con Roberto Di Pinto

Quest’anno, a rappresentare l’Italia in questa prestigiosa competizione sarà lo chef stellato Roberto Di Pinto, una stella Michelin al ristorante SINE di Milano. Originario di Napoli, Di Pinto è noto per la sua capacità di combinare le radici della tradizione partenopea con un approccio contemporaneo e innovativo. Dopo esperienze internazionali nel mondo della ristorazione di lusso, nel 2018 ha fondato SINE, un ristorante che si distingue per una cucina libera da schemi, capace di raccontare un viaggio sensoriale tra passato e presente.

Lo abbiamo incontrato alla vigilia della sua partenza per questa prestigiosa manifestazione.

Roberto, ha accettato di partecipare al prestigioso Festival alle Mauritius, giunto alla sua diciottesima edizione. Quali sono le sue sensazioni? Bello, bello! Sono davvero contento, soprattutto perché è un evento molto importante e sentito. Le Mauritius sono un luogo speciale per me, ci sono stato in viaggio di nozze e ora ho l’opportunità di tornarci con mia moglie e mia figlia. È come tornare sul "luogo del delitto", ma con tanta gioia.

Come pensa di rappresentare l’Italia in questa occasione? Il programma è fitto di attività. Si inizia presto, alle 7 del mattino, con colazioni speciali e poi via con le varie iniziative. Ci sono tre momenti principali in cui darò il mio contributo:

  • Competizioni culinarie per giovani cuochi locali: ogni giovane chef sarà affiancato da un mentore, scelto tramite sorteggio. Noi chef europei li guideremo nella preparazione dei piatti, offrendo consigli creativi. Personalmente, porterò la mia creatività napoletana e le tecniche francesi che ho appreso negli anni.
  • Snack di benvenuto: dovrò creare uno snack per il piatto del giovane chef che seguirò. Mi ispirerò ai sapori locali, facendo un giro al mercato per scegliere gli ingredienti. Ad esempio, ricordo ancora il gusto straordinario dell’ananas delle Mauritius; sicuramente lo utilizzerò.
  • Cena di gala: tutti gli chef prepareranno un piatto per circa 160 ospiti. Io cucinerò un filetto di manzo Black Angus super marezzato con 150 giorni di frollatura, accompagnato da una vignaiola reinterpretata con ingredienti locali come fave e piselli.

Questo invito arriva dopo un anno eccezionale per lei: la Stella Michelin e ora la rappresentanza italiana in un evento internazionale. Come vive tutto questo? È una grande soddisfazione, ma non mi sento più bravo o sicuro grazie alla stella; è semplicemente un riconoscimento del lavoro fatto con il mio team. Ho sempre viaggiato molto e partecipato a eventi internazionali, ma questa esperienza è unica per la sua portata.

Quello che amo di questi momenti è la condivisione: grandi chef con due o tre stelle Michelin vengono ad assaggiare i tuoi piatti e ti chiedono consigli. Questo mi ha sempre ispirato a crescere e a mantenere la curiosità viva. La Stella Michelin non è un punto d’arrivo, ma uno stimolo a fare sempre meglio.

SINE, che in latino significa "senza", è un manifesto di una cucina libera da schemi e convenzioni. Ogni piatto è un'espressione autentica della filosofia ristorativa di chef Di Pinto, un viaggio sensoriale tra le sue radici napoletane e le influenze internazionali.
SINE, che in latino significa "senza", è un manifesto di una cucina libera da schemi e convenzioni. Ogni piatto è un'espressione autentica della filosofia ristorativa di chef Di Pinto, un viaggio sensoriale tra le sue radici napoletane e le influenze internazionali.

Ha accennato a nuove idee per il futuro. Può darci qualche anticipazione? Certo! Dopo il Festival alle Mauritius, lanceremo il primo menù completamente vegano al ristorante "SINE". Sarà un percorso interamente napoletano, dagli snack al dolce, frutto di una ricerca approfondita sulla cucina campana tradizionale, quella povera.

Ad esempio prepareremo un finto ragù e una finta genovese, due ricette storiche che imitano i sapori originali senza però l’utilizzo della carne. Proprio come si faceva una volta, quando la carne era un lusso e costava troppo per molte famiglie

Un altro piatto che proporrò sarà l’agnello "fujuto", cioè l’agnello scappato in dialetto napoletano: una mia reinterpretazione vegana dell’agnello tradizionale, realizzata con proteine vegetali sviluppate insieme alla Macelleria Vegana di Napoli che si trova al Vomero ed è una delle poche macellerie vegane d’Italia. Loro sono stati preziosissimi per me in questa ricerca per la creazione di una “carne finta”. 

Non mancherà neanche la “scarola ‘mbuttunata”, preparata con verdure coltivate in modo sostenibile da produttori campani con cui collaboro già da un po’.

Nel menu ci sarà anche uno gnocco alla sorrentina senza mozzarella tradizionale, ma con una "mozzarella" a base di mandorle e noci di Sorrento. E infine il dolce, che non può mai mancare: sarà al limone, totalmente vegano.