The Brutalist: il set da Oscar nelle cave di marmo di Carrara
Le scene del film premiato con tre statuette sono state girate nelle celebri montagne bianche, utilizzate già dai Romani, simbolo universale amato dagli artisti di ogni epoca
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Le cave di Carrara, set del film The Brutalist
Un viaggio fino a Carrara per scegliere i marmi con i quali realizzare una grande opera architettonica direttamente da una cava. Una storia che qui si ripete, ma che questa volta è entrata in un film pluripremiato.
E’ così che uno dei pezzi d’Italia più cari agli artisti, da cui lo stesso Michelangelo attingeva il marmo bianco dei suoi capolavori, è entrata nel mondo degli Oscar. La terra delle cave è diventata il set di The Brutalist, il film di Brady Corbet che si è aggiudicato ben tre statuette agli Oscar 2025, di cui una per la fotografia e una per il miglior attore protagonista ad Adrien Brody.
Una conferma del fatto che Carrara, con il suo candido marmo e un panorama straordinario che unisce le Alpi al mare, rappresenti un set naturale che i registi non smettono mai di amare. Carrara infatti non è nuova al grande schermo: già nel 1897 i fratelli Lumière ne avevano intuito il fascino, immortalando la ferrovia marmifera a Fantiscritti.
Da allora, la magia delle cave è stata la cornice per scene memorabili: dalle locomotive de “La strada dei giganti” agli inseguimenti mozzafiato di “007 - Quantum of Solace”, fino a diventare la location per capolavori come “Il Peccato” di Konchalovsky, ispirato alla vita di Michelangelo Buonarroti, senza dimenticare videoclip e fiction.

La bellezza naturale e l’ingegno umano hanno fatto delle cave un simbolo universale, attirando non solo registi ma anche artisti e grandi marchi, che qui hanno girato le loro pubblicità. Già gli antichi Romani avevano capito l’immenso valore delle cave; Michelangelo ci ha trovato la Pietà, Canova ci ha scolpito la grazia e oggi, sono artisti del calibro di Maurizio Cattelan, Michelangelo Pistoletto, Damien Hirst e Jeff Koons a creare capolavori.
Il marmo delle Alpi Apuane fu utilizzato per essere trasformato in opere e monumenti che resteranno eterni nella storia, come il Colosseo e la Colonna Traiana, e poi nel Rinascimento nei capolavori di Michelangelo, che qui estraeva la sua pietra, e di tanti altri artisti, fino ad oggi. Non a caso Carrara, un tempo tappa dei grand tour, oggi è Città Creativa Unesco per l’arte e l’artigianato.
Il fascino delle montagne bianche
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Le cave: ce ne sono 84, tutte attive, tutte affaccendate, con i blocchi pronti per partire verso il mondo intero che sembrano giganti addormentati. Ci si può arrivare in jeep o a piedi, ma comunque si va lì per restare affascinati, anzi ipnotizzati. Da qui, basta un breve viaggio per raggiungere Colonnata. È un borgo che sa di altri tempi, abbracciato dalle montagne e pieno di storie. C’è persino un monumento dedicato al cavatore, che rende omaggio a chi ha svolto questo lavoro estremo, che in passato metteva a rischio la vita. E poi, ovviamente, c’è il lardo Igp, una tradizione scolpita nel marmo delle conche in cui viene stagionato. Come dice uno degli storici produttori: “Anche il lardo è una scultura fatta di tempo e fatica”. Impossibile dargli torto.
La città che scolpisce l’arte
Carrara non si ferma qui. È una città vivace, creativa, piena di giovani che arrivano da ogni dove per studiare scultura all’Accademia di Belle Arti. Lo si vede al mudaC | museo delle arti Carrara.
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Fino al 9 marzo 2025 oltre alla collezione permanente si può visitare la mostra di Simone Gori ‘Pars Caeli’, promossa dal Comune di Carrara. E il 28 marzo inaugurano le mostre Vincenzo Marsiglia. Stars and Dust e Federico Galeotti, Marble Dust. From the Space. La Street Art invece racconta una Carrara underground, collegandone lo spirito artistico con quello più strettamente urbano. Partendo da Vicolo San Piero, si possono ammirare 250 metri di murales nati dall’attività di rigenerazione urbana del Circolo dei Baccanali, per poi spostarsi in piazza delle Erbe – cuore partigiano di Carrara – con la pittura murale dedicata a Francesca Rolla degli Orticanoodles. Tappe più periferiche sono Via Carriona, Impollinemesi sulla scalinata Monterosso di Zed1, Il muro delle rose, in Via del Cavatore, sulla parete esterna dell’Ente Cassa Edile di Massa-Carrara, raccolte da Enzo Tinarelli e Suzanne Spahi e il murale di Tellas ad Avenza.
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E poi ci sono gli eventi: gli ‘Studi Aperti’, dove gli artisti aprono i loro laboratori; ‘White Carrara’, che trasforma il centro in una galleria a cielo aperto; il festival “C/Art-Creativi in dialogo”, dove si incontrano talenti da tutto il mondo.