Save the frogs day, il 28 aprile si celebra la rana: le iniziative in Italia
All’Isola del Giglio sono state create zone umide per salvare il ranocchio locale. Save the prince è invece un progetto di mappatura delle strade attraversate dagli anfibi durante le migrazioni: come partecipare
La Giornata internazionale per la salvaguardia delle Rrane, ovvero il Save the frogs day, viene celebrata in molte parti del mondo il 28 aprile di ogni anno. E’ sempre più raro, infatti, sentire il tipico gracidare di questi anfibi, la cui popolazione si sta riducendo a causa dei cambiamenti climatici: l’inquinamento, in primis, la distruzione del loro habitat naturale per la forte antropizzazione dei territori, le malattie legate alla diffusione dei pesticidi, ma anche la presenza, in natura, di specie non autoctone che ne divorano le uova, provocandone la scomparsa.
La Giornata, dunque, lanciata nel 2009 dal biologo americano Kerry Kriger, fondatore di Save the Frogs, ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di salvaguardare queste specie, che svolgono un ruolo importante nell’ecosistema vivente, a tutela anche della vita umana. In Italia tra i diversi progetti il più recente è Save the prince, dove il principe da salvare è il ranocchio, sì, proprio quello raccontato nelle fiabe, che nasconderebbe in sé, a causa di una maledizione, un giovane figlio di re: basta baciare l’anfibio per spezzare l’incantesimo.
In realtà serve molto più di un bacio per proteggere le rane e, più in generale, gli anfibi, il 41% dei quali risulta essere minacciato secondo la Lista rossa della Iucn, International Union for Conservation of Nature. I più a rischio di estinzione sono il rospo comune (Bufo bufo) e il tritone alpestre.
Ovviamente le rane, hanno un proprio valore in sè come tutti gli esseri viventi. Ma nel caso specifico gli anfibi, come le api o altri animali o vegetali, sono anche indicatori della qualità di un ecosistema. Se le acque non sono pulite, o se scompaiono del tutto, non possono riprodursi: addio rane, addio gracidare. Si toglie un anello nella catena alimentare, spezzando un delicato equilibrio. Gli habitat delle rane, inoltre, si riducono a vista d’occhio a causa dell’antropizzazione dei territori e la scomparsa delle zone umide. La rete stradale è sempre più densa e spesso durante i mesi in cui avvengono le migrazioni a scopo riproduttivo, molte specie rischiano di essere falciate dalle auto. Eppure rospi, ranocchi, raganelle, svolgono una importante funzione anche a difesa umana: si nutrono infatti di insetti come larve, zanzare e altri parassiti, lumache: un po’ come i pipistrelli, dunque, ma senz’altro meno temuti, sono un’alternativa ecologica ai pesticidi o ai repellenti chimici: prodotti che, tra l’altro, danneggiano in primis proprio le rane che traspirano attraverso la pelle.
Come salvare le rane?
Già a partire dal 2 febbraio, Giornata mondiale delle zone umide, quando la stagione di riproduzione è alle porte, per arrivare appunto al Save the Frog day del 28 aprile passando per la Giornata della Terra (Earth day) del 22 aprile, iniziano le campagne a tutela delle popolazioni anfibie, che propongono diverse tipologie d azione. Monitoraggio delle di rane: organizzazione di maratone (rana – thon) o sessioni di monitoraggio delle rane, durante le quali i partecipanti registrano avvistamenti e raccolgono dati utili per la ricerca e la conservazione.
Escursioni guidate: Guide esperte conducono escursioni in habitat naturali ricchi di rane, offrendo ai partecipanti l'opportunità di osservare da vicino questi anfibi e di imparare di più sulla loro importanza e sui rischi che affrontano.
Attività educative: laboratori e conferenze per sensibilizzare il pubblico, dalle scolaresche alle associazioni ambientaliste ai singoli individui, sulla conservazione degli anfibi e degli ecosistemi. Progetti di rinaturalizzazione degli habitat: organizzazioni e istituzioni lavorano per ricreare gli habitat delle rane, ripristinando zone umide e rimuovendo specie invasive che minacciano gli anfibi. Un esempio è quanto effettuato in Friuli Venezia Giulia, nei pressi della Laguna di Grado, alla foce dell’Isonzo: parte del fiume viene canalizzato in un’area, chiamata Isola della Cona, formando una laguna d’acqua dolce, non salmastra: oggi è una delle riserve più ricche di biodiversità in Italia. Posa di barriere e canalizzazioni nei luoghi di attraversamento strade delle rane, dirette ad un laghetto, da parte di volontari. Condivisione di informazioni attraverso i social media o donazioni a sostegno di progetti specifici di conservazione delle rane.
Il progetto all’Isola del Giglio
Il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano ha avviato nel 2023 un progetto per creare nuovi siti di riproduzione per il Discoglosso sardo sull’Isola del Giglio, un ranocchio di medie dimensione che vive solo in poche zone in Sardegna, in Corsica e, per quanto riguarda l’Arcipelago Toscano, al Giglio, appunto, e a Montecristo. Sette siti sono stati scelti per ospitare stagni artificiali, progettati per mantenere l'acqua durante i mesi primaverili ed estivi e favorire così la riproduzione dell'anfibio. L'obiettivo di Life Letsgo Giglio è creare ambienti simili alle pozze naturali, ideali per accogliere i girini durante la primavera.
Save the Prince: partecipa e osserva
Il progetto Save the Prince, tutto italiano a dispetto del nome, vede collaborare diverse associazioni a livello interregionale. Vi fatto parte Guardie Ecologiche e volontari di diverse sezioni di alcune associazioni come Lav (Lega anti vivisezione), Sos Anfibi, Tutela Anfibi, Wwf del Trentino (Bolzano, Trento per citare solo i capoluoghi), della Lombardia (Como, Varese), del Veneto (Verona, Vicenza), dell’Emilia Romagna (Bologna). La particolarità di questo progetto, oltre a mettere in rete territorio diversi, di condividere video formativi su come afferrare correttamente le rane (per aiutarle nell’attraversamento), come vestirsi o come creare le canalizzazioni, è quella di pubblicare i tracciati delle zone in cui gli anfibi attraversano le strade con i report curati dai volontari che hanno partecipato ad ogni missione: quanti esemplari maschi o femmine sono riusciti a transitare e quanti, invece, sono stati trovati morti sul ciglio della strada. Per vedere quali sono le zone interessate e partecipare è possibile consultare il sito savetheprince.net/osservazioni/ dove si trovano le mappe di ogni località.
Frog survey e FrogWatch Usa
Il censimento degli anfibi esistenti, a seconda delle zone e delle specie, il loro numero, l’indicazione delle zone a rischio avvengono un po’ in tutto il mondo. L’accademia di Scienze di Chicago, negli Usa, ad esempio, ha in corso un monitoraggio anche per il 2024, portando avanti l’attività di educazione dei volontari e di raccolta dati durante la primavera dal 2010 (info frogsurvey.org).
FrogWatch Usa (un marchio registrato) è un programma scientifico dello zoo di Akron, nell’Ohio (Illinois – Usa) che invita individui e famiglie a conoscere le zone umide nelle loro comunità e ad aiutare a conservare gli anfibi raccogliendo dati su rane e rospi locali al fine di fornire dati su larga scala sulla presenza di questi anfibi negli Stati Uniti. Ciascuno può partecipare se nella zona i cui vive ci sono zone umide popolate da questi animali (info frogwatch.fieldscope.org).
Green Tree frog in Australia
Le Green Tree Frog, rane di un verde brillante, non vanno contate ma si possono vistare, invece, nella grande foresta pluviale di Daintree, nel Queensland australiano. Si sentono gracidare, si vedono, si trovano anche in giardino o fuori dalla finestra di casa, nei pressi del Parco nazionale. E sono l’esempio di un habitat naturale con un ecosistema non alterato dalla presenza umana.
Save the frog
Il portale Save the frog invece, per il 28 aprile invita le persone sensibili a queste tematiche a promuovere azioni a tutela delle specie anfibie, organizzando o condividendo un evento o dei video. L’associazione sostiene esperti che si spostano nel mondo per conferenze sul tema, promuove competizioni sia d’arte che di fotografia che hanno per soggetto le rane ed organizza ecotour: ad ottobre 2024 partirà quello per conoscere da vicino le rane del Borneo. Perché la rana non resti solo uno stile di nuoto, senza più che nessun essere, in natura, possa mostrarci come si pratica.