San Giorgio Cafè, il bistrot museale essenza della ‘venezianità’

La novità del polo culturale della Fondazione Giorgio Cini, complesso monumentale dell’ex monastero benedettino a sud della laguna, fuori dal flussi turistici di massa

di RAFFAELLA PARISI
5 agosto 2024
Labirinto Borges

Il Labirinto Borges sull'isola di San Giorgio Maggiore a Venezia

Quando un bistrot diventa museale. Nell'isola di San Giorgio Maggiore, accanto alla Giudecca, di fronte a San Marco vi è una cittadella culturale, quella della fondazione Giorgio Cini un polo dedicato alle arti, allo studio e alla cultura della fondazione con biblioteche luoghi di studio, le stanze del vetro e della fotografia, il labirinto Borges, l’auditorium, il teatro Verde, lo squero dove si svolgono concerti a vista d’acqua e anche un bistrot museale.

Il complesso monumentale dell’ex monastero benedettino è sede della Fondazione Giorgio Cini dal 1951 nata per volere di Vittorio Cini in memoria del figlio Giorgio deceduto nel 1949. La fondazione, conosciuta a livello internazionale, è un punto di incontro di culture e di idee, un luogo eletto per la diffusione della conoscenza, che perpetua la tradizione dell’abbazia benedettina e dell’Isola di San Giorgio Maggiore. La fondazione ha voluto valorizzare l' isola che conta sei residenti, creando il centro internazionale di studi della civiltà italiana “Vittorio Branca”. Il bistrot  San Giorgio Cafè  si inserisce nell'offerta ristorativa del polo culturale dell'isoletta con dehor affacciato sul bacino di San Marco, aperto dalla prima colazione alla cena, gestito da D'Uva srl, lontano dal luoghi frequentati dai turistici ma chi vive a pieno la venezianità sia per i prodotti utilizzati che per il personale, tutto locale.

Da alcuni mesi il direttore del locale è Samuel Baston con lunga esperienza nella ristorazione che cura ogni dettaglio come i piatti con decorazioni che ricordano le reti dei pescatori e la collezione variopinta di tisaneria Camilla. La creatività di Samuel Baston inizia con il menu in tre colori, arancione, azzurro e verde, che rappresentano il territorio dove si attingono le materie prime provenienti da piccoli produttori regionali come le primizie dell' isola di Sant' Erasmo e della laguna veneta, il pescato, erbe aromatiche. Anche la carne è quasi a chilometro zero nell'entroterra di Mira. Il brindisi del benvenuto nel bistrot è “il nostro Dom”, il vino della casa, la bollicina realizzata dai monaci dell'abbazia di Paglia a Teolo, nel padovano. La cucina è affidata allo chef veneziano Mauro Dorigo che nel suo menu inserisce piatti tipici come la battuta di manza veneta Due Pioppi, ma spazio anche all'estro con il pacchero Bisque di Mazzancolla, un tripudio di colori con sfumature rosse, tra i dolci la ricotta di barena, miele, melograno, bottarga e il bacio in gondola, mousse al cioccolato, meringa francese e Marrakesh mint tea. Lo chef presta attenzione all'impiattamento con molti colori accompagnati anche con fiorellini di campo.

Nella carta dei vini tra champagne e prosecco spicca la territorialità, tra i bianchi l'Orto Venezia IGT isola di Sant'Erasmo, tra i rossi il Pratalea Rosso Doc Veneto dell'abbazia di Paglia e Les Enfant Rosso San Giorgio Cafè. Spazio all'originalità anche tra cocktail con il Labyrinth Spritz, dedicato al Labirinto Borges e il Bellini Spritz, ispirato al cocktail veneziano a base di pesche prosecco DOC. Per il pomeriggio una selezione di tea ed infusioni accompagnati da Bussolai, tipici biscotti locali. Un felice connubio dell' arte e dell'enogastronomia veneta valorizzando la piccola isola a sud della laguna.