Robert Doisneau a Verona: in mostra il suo 'bacio' e più di 100 scatti

di MARINA SANTIN
18 novembre 2023
Robert Doisneau, Le baiser de l’Hôtel de Ville, Paris 1950 © Robert Doisneau

Robert Doisneau, Le baiser de l’Hôtel de Ville, Paris 1950 © Robert Doisneau

“Quello che cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere”. Così Robert Doisneau commentò, alcuni anni dopo la sua pubblicazione, lo scatto che lo rese famoso in tutto il mondo, diventato il simbolo della rinascita dopo la Seconda Guerra Mondiale e un’icona della fotografia d’autore di ogni epoca.

Quel bacio rubato

Siamo a Parigi. Il 9 marzo del 1950, l’obiettivo del grande fotografo cattura l’immagine di una giovane coppia che, incurante della folla di passanti che cammina veloce e distratta e del traffico, si scambia un bacio romantico e appassionato in Place de l’Hôtel de Ville. Ed è proprio all’autore del celeberrimo “Le baiser de l’Hotel de la Ville” che Verona, la città di Giulietta e Romeo e, per molti, città dell’amore, dedica una prestigiosa retrospettiva, allestita nelle sale del palazzo della Gran Guardia (fino al 14 febbraio 2024).

In mostra alla Gran Guardia

Robert Doisneau, L'information scolaire, Paris 1956 © Robert Doisneau

Robert Doisneau, L'information scolaire, Paris 1956

Curata da Gabriel Bauret e realizzata in collaborazione e con il patrocinio del Comune di Verona, la mostra ripercorre la vicenda creativa del grande artista francese attraverso 135 immagini in bianco e nero ai sali d’argento, tutte provenienti dalla collezione dell’Atelier Robert Doisneau a Montrouge, nell’immediata periferia sud di Parigi. Fu in questo laboratorio infatti, che Doisneau sviluppò e archiviò le sue immagini per più di cinquant’anni, e fu lì che morì, nel 1994, lasciando un’eredità di circa 450.000 negativi.

Tutte le opere a Verona

Robert Doisneau, Les frères, rue du Docteur Lecène, Paris 1934 © Robert Doisneau

Robert Doisneau, Les frères, rue du Docteur Lecène, Paris 1934

Di certo “Robert Doisneau” è una retrospettiva originale, che svela opere il cui intento è proprio quello di catturare momenti di felicità come quello del “bacio”. E tra i lavori selezionati esposti in mostra non poteva quindi mancare “Le Baiser de l’Hôtel de Ville”. Questo scatto non fu frutto del caso: mentre Doisneau stava passeggiando per Parigi a caccia di idee per un servizio per la rivista americana Life, per caso notò in un bar due ragazzi che si scambiavano delle effusioni. Rimasto colpito dall’affinità e dall’intesa dei due (rivelatisi poi degli attori, Françoise Bornet e Jacques Carteaud, la cui identità fu svelata solo nel 1992), gli chiese di posare per lui davanti al caffè continuando a baciarsi.

Doisneau e Bresson

Robert Doisneau, è considerato, assieme a Henri Cartier-Bresson, uno dei padri fondatori della fotografia umanista francese e del fotogiornalismo di strada. Il suo obiettivo cattura la vita quotidiana degli uomini e delle donne che popolano Parigi e le sue periferie, carichi di emozione nei gesti e nelle situazioni che vivono. Questa mostra abbraccia il suo lavoro senza distinzione cronologica né criterio di genere o tema, fermandosi alle fabbriche, ai banconi dei bistrot, alle portinerie, alle cerimonie, ai jazz club, alle scuole e alle generiche scene di strada. Che si tratti di fotografie realizzate su commissione o frutto delle sue passeggiate parigine, sono l’espressione di uno stile intriso di uno stato d’animo singolare, che traspare anche nei suoi scritti e nelle didascalie delle foto. Uno stile che unisce fascino e fantasia, ma anche una libertà espressiva che non si discosta dal surrealismo. Ad arricchire il percorso espositivo, permettendo così di conoscere ancora meglio il suo protagonista, la proiezione di estratti dal film di Clementine Deroudille “Robert Doisneau. Le Révolté du merveilleux”, e un’intervista al curatore Gabriel Bauret.

La vita di Robert Doisneau

Robert Doisneau, La concierge aux lunettes, Paris 1945 © Robert Doisneau

Robert Doisneau, La concierge aux lunettes, Paris 1945

Nato nel 1912 a Gentilly, una città nella periferia sud di Parigi, Robert Doisneau muove i primi passi nel mondo della litografia, attività che abbandonerà rapidamente per intraprendere un apprendistato allo studio di André Vigneau, che lo introduce alla fotografia. Seguirà, per quattro anni, un’intensa collaborazione con il reparto pubblicitario della Renault. Terminato questo impegno, Robert Doisneau approda al tanto ambito status di fotografo indipendente, ma il suo slancio viene spezzato dalla guerra, che tuttavia non gli impedirà di continuare a fotografare. Subito dopo la liberazione della capitale francese, di cui è testimone, comincia un periodo molto intenso di commissioni per la pubblicità (in particolare per l’industria automobilistica), la stampa (tra cui le riviste “Le Point” e in seguito “Vogue”) e l’editoria. In parallelo, porta avanti i suoi progetti personali, che saranno oggetto di numerose pubblicazioni. A cominciare dal libro realizzato nel 1949 in collaborazione col suo sodale, il celebre scrittore Blaise Cendrars, “La Banlieue de Paris”, prima sintesi dei molti racconti per immagini che dedicherà a questo mondo. La sua traiettoria si incrocia anche con quelle di Jacques Prévert e Robert Giraud, la cui esperienza e amicizia nutrono la sua fotografia, nonché con quella dell’attore e violoncellista Maurice Baquet, protagonista di numerosi scatti del fotografo. Dal 1946 le sue fotografie vengono distribuite dall’agenzia Rapho, dove conosce Sabine Weiss, Willy Ronis e, successivamente, Édouard Boubat, che con lui formeranno una corrente estetica spesso definita “umanista”. Nel 1983 gli viene assegnato il Grand Prix national de la photographie, a consacrazione di un’opera estremamente ricca e densa. Tale consacrazione passa attraverso le numerosissime esposizioni, in Francia come all’estero, le incalcolabili opere che rivisitano la sua fotografia dalle prospettive più varie e i molteplici documentari a lui dedicati, fino ad arrivare, ora, a Verona. Qui, il pubblico avrà il piacere di conoscere meglio il grande fotografo attraverso una ricca selezione delle sue più belle immagini che testimoniano il suo approccio poetico alla street photograpy.