Pompei non smette mai di stupire: nuova area espositiva nella necropoli di Porta Nocera

Il celebre sito archeologico campano si arricchisce di uno spazio dedicato ai calchi delle vittime dell'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.

di ROBERTA RAMPINI
7 maggio 2024

Il sito archeologico di Pompei

Seppellita sotto cenere e lapilli dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., la storia antica di Pompei si arricchisce di un nuovo capitolo: l'apertura di un'area espositiva nella necropoli di Porta Nocera, dedicata ai calchi delle vittime dell'eruzione.

L’area di Porta Nocera, con la sua necropoli, si sviluppa al di fuori del circuito murario, a sud ovest dell’antica città di Pompei. Tutta l’area venne portata alla luce nell’ambito degli scavi condotti nel maggio del 1952, dall’allora direttore degli scavi Amedeo Maiuri. Nell’autunno del 1956, durante la sistemazione dei fronti di scavo, nell’area tra la via delle tombe e le mura della città, furono rinvenuti, nel settore nord-occidentale, un gruppo di quattro vittime e i resti di una struttura per muliones (mulattieri). Come da prassi già ordinaria al tempo, di tali vittime furono realizzati i calchi, secondo la tecnica messa a punto dall’archeologo Giuseppe Fiorelli nell’Ottocento. E ora il gruppo di calchi, al termine delle operazioni di manutenzione e restauro, sono nuovamente visibili grazie agli interventi di adeguamento e valorizzazione del percorso di visita che permette di avvicinarsi fino all’area espositiva.

Dei quattro calchi delle vittime, solo uno giace nella posizione originale di ritrovamento e posto direttamente sul lapillo: si tratta di un uomo alto circa un metro e ottanta posto in posizione prona con le gambe accavallate e coperto da una tunica. Altre due vittime furono trovate poco lontano, tra porta Nocera e la torre II della fortificazione: si tratta di un adolescente steso sul fianco sinistro, le gambe piegate in avanti, tracce di tunica sulla schiena e sull'addome e delle suole dei sandali. E di un adulto riverso sul fianco destro con braccia e gambe piegate, tracce della tunica e della scuola del sandalo sinistro. L’ultimo calco di questo gruppo era un ragazzo di età compresa tra i 7 e i 19 anni, inizialmente interpretato da Maiuri come un uomo anziano, adagiato sul fianco destro, che conserva l’impronta di un tessuto sottile sul mento, mentre ai piedi indossava sandali con lacci. Le tracce nel calco di un bastone, di una ciotola di legno e di una bisaccia, leggibile in un rigonfiamento sul lato sinistro della vittima, hanno fatto pensare che si trattasse di un mendicante.

Questo nuovo capitolo arricchisce il patrimonio culturale di Pompei che, con i suoi 66 ettari è un sito archeologico unico al mondo fatto di edifici civili e privati, sculture, pitture, mosaici e monumenti. Sito Unesco dal 1997, Pompei è anche uno dei luoghi più suggestivi della costiera Amalfitana, ogni anno, infatti, sono milioni i visitatori che fanno tappa qui. Questi protagonisti silenziosi, unici testimoni di quel tragico giorno e oggi esposti pubblicamente, raccontano storie di vita interrotte bruscamente, ma anche di una città vivace. La necropoli di Porta Nocera si può raggiungere accedendo dall’ingresso di Piazza Anfiteatro, attraversando il tratto di passeggiata nel verde che costeggia le antiche tombe. Anche qui ogni figura congelata nel tempo racconta una storia, una vita vissuta in questa città romana. La nuova area espositiva offre un'esperienza di immersione senza precedenti nella storia e nella tragedia che colpì Pompei nel 79 d.C. 

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