Pasqua, colorare le uova: dal ‘fai da te’ alle opere d'arte dell’Ovo Pinto
È possibile divertirsi in casa coi bambini usando spezie e verdure fortemente pigmentate, o acquistando coloranti alimentari, rassodando o svuotando i gusci
La tradizione di colorare le uova per Pasqua rappresenta senz’altro un modo per rallegrare la festa dedicata alla resurrezione di Cristo e la tavolata di famiglia con cui si celebra l’evento. Inoltre colorare le uova e anche un modo divertente per coinvolgere i bambini. In Italia esiste addirittura un Museo dell’Ovo Pinto con le uova più belle e spettacolari dipinte da artisti e non solo.
Dipingere le uova
Ma, a tinta unica, con raffigurazioni, disegni a stencil, decalcomania, applicazioni di zucchero o di altri elementi con la colla, non c’è davvero limite alla fantasia nel colorare queste materie prime e poi imbandire la tavola o donarle.
La prima distinzione da fare, è, piuttosto, tra le uova che resteranno edibili dopo la colorazione e quelle invece che verranno usate al solo fine artistico ma che non si potranno più mangiare.
Colorate e mangiate
Le uova possono essere colorate e comunque mangiate. La pratica più comune è quella di farle lessare fino a diventare sode. In casa si possono trovare dei coloranti naturali, con cui sbollentare ancora le uova per far prendere loro il colore. Importante è anche scegliere la tipologia di uova: se usare quelle dal colore di guscio più diffuso, giallo-beige-marrone o quelle dal guscio bianco (dipende dal piumaggio e quindi dalla specie della gallina). In passato si usava molto colorarle di rosso per ricordare la passione di Cristo. Oggi invece non c’è limite alla fantasia. Si possono ottenere diverse tonalità di rosso, prugna o violetto, immergendo le uova con barbabietole, vino rosso, cipolle rosse, cavolo rosso, mirtilli o infusi come il carcadè. Si può andare dal giallo tenue all’arancione, usando invece camomilla, cipolla dorata, curcuma, curry o zafferano. Colori più scuri, dal marrone al nero, con caffè, marsala, salse come quella di soia o worchester. Tante, infine le verdure che possono dare la colorazione verde. Insomma, avete in mente ciò con cui di solito ci si sporca a tavola e poi si deve smacchiare? Ecco, quello è un colorante naturale. Ma in commercio esistono anche le colorazioni alimentari. In questo caso l’uovo va immerso nel colore prescelto e lasciato per circa 2 o 3 ore, oppure il colorante può essere utilizzato con dei pennellini per realizzare dei disegni.
Il guscio senza l'uovo
Se si presume di non mangiare le uova colorate, e si intende conservarle a lungo, è meglio svuotarle facendo un piccolo buco che estraendo il contenuto crudo con una siringa facendo attenzione a non rompere il guscio. Oppure, usando sempre quelle sode ed evitando poi di mangiarle, è possibile sbizzarrirsi facendo ricorso anche a semplici pennarelli. Per decorazioni più elaborate è possibile utilizzare degli stencil, fare ricorso alla decalcomania, oppure incollare degli adesivi, pezzi di stoffa e quant’altro per dare una sembianza all’uovo.
Ovo Pinto: l'arte su un guscio
C'è però poi chi, come avviene per altre tipologie di decorazioni, dal presepe agli addobbi natalizi, per talento è passato dal fai da te all'espressione artistica.
Per questo motivo nel 2005 a Civitella del Lago è stato aperto al pubblico il Museo dell'Ovo Pinto, alquanto originale, in cui sono esposte, dipinte o scolpite, migliaia di uova di tutte le specie animali e quindi di dimensioni molto diverse tra loro.
L’Associazione Culturale Ovo Pinto dal 1982, anche quest’anno da Pasqua al 1° maggio, organizza la mostra-concorso Ovo Pinto, aperta a tutti, professionisti e non, che vogliono esprimere la propria creatività. Il tema dell’edizione 2024 è "Oltre i confini, viaggi geografici e mentali”.