Le mostre d’arte da non perdere a febbraio 2024 in Italia

di MONICA GUERCI
4 febbraio 2024
John Melhuish Strudwick

John Melhuish Strudwick

Le opere inconfondibili di Vincent Van Gogh, l'arte primitiva di Picasso, i rivoluzionari dipinti dei giovani e ribelli Preraffaelliti, i ritratti schietti e irriverenti del fotografo tedesco Juergen Teller, i disegni drammatici e poetici di una bambina dal ghetto di Terezin. Gli scatti storici oltre il palco del Festival di Sanremo, le tinte forti di Joan Mirò, sono tra gli appuntamenti da non perdere in questo mese di febbraio, un mese bisestile che ci accompagna verso la fine dell’inverno e l'inizio della primavera, invitandoci a percorrere nuovi itinerari, a scoprire altre città dove trascorrere un weekend d’arte o una gita fuori porta.

Preraffaelliti, Rinascimento Moderno

Forlì, dal 24 febbraio al 30 giugno 2024

Dante Gabriele Rossetti. La vedova romana, 1874. Museo de Arte de Ponce, The Luis A. Ferré Foundation

Nell’Inghilterra vittoriana di metà Ottocento alcuni giovani artisti ribelli diedero vita alla Confraternita preraffaellita con lo scopo di rinnovare la pittura inglese che consideravano in declino a causa delle severe regole imposte dalla Royal Academy. Rifiutavano le convenzioni della grande arte italiana rinascimentale, in primis Raffaello, promuovendo un ritorno alla purezza dell’arte medievale; tale movimento più che un ritorno reazionario agli stili del passato rappresenta un progetto visionario che trasformò le opere di questi artisti in qualcosa di sorprendentemente moderno. E’ questo il tema al centro della mostra “Preraffaelliti. Rinascimento Moderno”, a cura di Francesco Parisi, Liz Prettejohn e Peter Trippi, dal 24 febbraio al 30 giugno 2024 al Museo Civico San Domenico di Mantova. L’esposizione ricostruirà il profondo impatto dell’arte storica italiana sul movimento preraffaellita britannico tra gli anni Quaranta dell’Ottocento e gli anni Venti del Novecento, un tema inedito in Italia, che verrà indagato affiancando modelli italiani alle opere britanniche. Grazie ai generosi prestiti concessi da tutta Italia, il museo emiliano ospiterà oltre 300 opere tra dipinti, sculture, disegni, stampe, fotografie, mobili, ceramiche, opere in vetro e metallo, tessuti, medaglie, libri illustrati, manoscritti e gioielli provenienti dalle più importanti istituzioni nazionali e internazionali. Oltre agli artisti fondatori della Confraternita John Everett Millais, William Holman Hunt e Dante Gabriel Rossetti, saranno presenti altri esponenti chiave del movimento come Edward Burne-Jones, Ford Madox Brown e Frederic Leighton. A cui si aggiungono per la prima volta, opere di artisti italiani di fine Ottocento che si sono ispirati ai loro precursori britannici. Info: mostremuseisandomenico.it Leggi anche: Le mostre d’arte da non perdere da gennaio 2024 in Italia

Mimmo Paladino nel Palazzo del Papa

Bologna dall’1 febbraio al 7 aprile 2024

Mimmo Paladino, Senza titolo, 2023

Fondazione Palazzo Boncompagni porta negli spazi cinquecenteschi di Palazzo Boncompagni (via del Monte, n. 8, Bologna), Mimmo Paladino. La mostra, curata da Silvia Evangelisti in collaborazione con l’artista, presenta importanti opere, dipinti e sculture di grandi dimensioni, significative della poetica di Mimmo Paladino, a documentare la sua ricerca negli ultimi vent’anni. Mentre al centro della Sala delle Udienze Papali c’è la monumentale e installazione di tredici cavalli neri. “Non vedete il nero dei cavalli come un aspetto negativo ma bensì il nero è energia e poi chi meglio di un cavallo imbizzarrito può uscire da questa grande nebbia buia”, le parole dell’artista. Due alte e ieratiche figure di Guerrieri in bronzo (2005) accolgono i visitatori all'interno della Loggia coperta, che ospita anche la suggestiva installazione dei sette personaggi - ideogrammi di Respiro del 1995 e un grande Elmo di bronzo del 1998 solcato a rilievo da segni arcani – numeri, labirinti, lettere di un idioma sconosciuto. Il percorso continua attraverso le sale interne del Palazzo, arricchito da dipinti, tra cui la nuova serie di sei Madonne nere allestita in una unica suggestiva sala. Info: www.palazzoboncompagni.it

Helga Weissovà

Mantova, dall'1 febbraio al 3 marzo 2024

Helga Weissova, Arrivo al Ghetto di Terezin

"Disegna Ciò Che Vedi. Helga Weissova: i disegni di una bambina di Terezin", è il titolo della mostra organizzata e proposta a Casa del Mantegna (via Acerbi 47 a Mantova) da Pro Forma Memoria di Carpi con l'Associazione Postumia di Gazoldo degli Ippoliti e la collaborazione di Provincia di Mantova e Istituto Mantovano di Storia Contemporanea. Visitabile dall'1 febbraio al 3 marzo 2024, l'esposizione si compone di 31 pannelli con riproduzioni autorizzate di disegni realizzati da Helga Weissova, nel ghetto di Terezin. Nata a Praga nel 1929 e oggi affermata pittrice, l'artista di origine ebraica, fu internata a Terezin all'età di 12 anni insieme ai genitori per quasi tre anni e fu poi deportata ad Auschwitz, Freiburg e Mauthausen, dove fu infine liberata con la madre nel 1945. Era stato il padre a incoraggiarla a ritrarre le scene di vita quotidiana nel ghetto, in una sorta di diario per immagini che rappresenta oggi una testimonianza documentaria insostituibile. L’ingresso alla mostra è libero. A corredo dell’esposizione, sono previsti un ciclo di quattro conferenze sul ghetto di Terzin e un ciclo di proiezioni al Cinema Mignon, in via Benzoni 22 a Mantova. Info: www.provincia.mantova.it 

Il Festival di Sanremo in bianco e nero

Torino, dal 1° febbraio al 12 maggio 2024

Gigliola Cinquetti e Patricia Carli, vincitrici del XIV Festival di Sanremo, con la canzone Non ho l'età, 1964. Fotografia di Sergio Cossu Archivio Publifoto IntesaSanpaolo

Alle Gallerie d’Italia a Torino la mostra “Non ha l’età. Il Festival di Sanremo in bianco e nero 1951-1976” a cura di Aldo Grasso, presenta dal 1° febbraio al 12 maggio 2024 85 fotografie provenienti dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo sul Festival di Sanremo. Le fotografie danno spazio ai “fuori scena”: i cantanti durante le prove, le passerelle degli artisti in giro per la città, gli autografi, il pubblico, gli artisti ritratti in situazioni curiose, la sala trucco, l’orchestra e la sala stampa. L’esposizione è arricchita da contributi video-sonori in collaborazione con Rai Teche. Il Festival di Sanremo nasce nel 1951, organizzato dal Casinò di Sanremo e dalla Rai di Torino, in tre serate e trasmessa radiofonicamente in presa diretta dal Salone delle Feste del Casinò. Le prime edizioni vengono trasmesse solo dalla radio, ma nel 1955, la manifestazione diventa popolare e conquista la diretta. Da quel momento la storia del Festival di Sanremo procede di pari passo con la storia della televisione italiana. Negli anni in cui l’evento fu ospitato nel Casinò di Sanremo (1951-1976), i fotoreporter dell’Agenzia Publifoto realizzano oltre 15.000 fotografie del Festival.  In occasione della mostra, l’Archivio Storico ha completamente restaurato, digitalizzato e catalogato tutte le oltre 15.000 fotografie dei servizi realizzati ora consultabili on line sul sito dell’Archivio Storico di Intesa Sanpaolo. Lungo il percorso espositivo sarà possibile rivivere l’atmosfera di una vecchia sala stampa, grazie agli elementi di design provenienti da ADI Design Museum - Compasso d’Oro di Milano.  La mostra è affiancata da un palinsesto di eventi a ingresso gratuito per il tradizionale public program #INSIDE del mercoledì sera. Info: gallerieditalia.com

Van Gogh

Trieste, dal 22 febbraio al 30 giugno 2024.

Vincent van Gogh, Ritratto di Joseph-Michel Ginoux (Arles, dicembre 1888; Kröller-Müller Museum)

Il Museo Revoltella, Galleria d’Arte Moderna di Trieste, ospiterà dal 22 febbraio al 30 giugno 2024 la mostra dedicata a Vincent Van Gogh, quella che viene considerata la  “mostra dei record” con seicentomila visitatori in pochi mesi a Roma. In mostra oltre 50 capolavori dell’artista olandese, provenienti dal Museo Kroller Muller di Otterlo, documentano l’intero percorso artistico del pittore a partire dall’appassionato rapporto con gli scuri paesaggi della giovinezza, per proseguire con i disegni e gli oli dedicati al tema dei tessitori, per giungere alle opere del suo soggiorno parigino, raffiguranti il paesaggio e momenti della vita sociale dell’artista ed infine agli ultimi dipinti di St. Remy e Auvers-Sur-Oise, dove mise fine alla sua tormentata vita. Ad arricchire l’esposizione una presenza speciale: i due ritratti di Monsieur e Madame Ginoux (i proprietari del caffè di Arles frequentato da Van Gogh), realizzati nel 1890, sono conservati uno nel Kroller Muller Museum e l’altra alla Galleria Nazionale di Roma. In occasione della mostra triestina i due coniugi, amici e ritratti da Van Gogh, si rincontreranno e potranno stare nuovamente vicini. Le prenotazioni sono già aperte. Grazie a “Trieste ti regala le grandi mostre“, prenotando un soggiorno minimo di due notti in una delle strutture ricettive aderenti, è previsto il biglietto d’ingresso omaggio alla mostra. Info: museorevoltella.it 

Juergen Teller

Milano, fino all’1 aprile 2024

Self-portrait with pink shorts and balloons, Paris, 2017. Crediti: Juergen Teller

Juergen Teller, fotografo tedesco attivo dalla prima metà degli anni Novanta, è noto in tutto il mondo per i suoi schietti ritratti di personaggi celebri, gli editoriali di moda provocatori e le originali campagne realizzate per vari stilisti. Da quando si è fatto conoscere nella Londra dei primi anni Novanta, Juergen Teller ha prodotto anche importanti opere personali in cui esplora sé stesso, la sua famiglia, le sue radici e la sua identità. Tra le oltre 1.000 opere della mostra Juergen Teller i need to live, a cura di Thomas Weski in collaborazione con Juergen Teller e Dovile Drizyte, esposte dal 27 gennaio al 1 aprile alla Triennale Milano, si trovano sia lavori personali che opere su commissione, immagini note e delle nuove serie fotografiche, oltre a video e a installazioni. “i need to live”, dichiarazione e allo stesso tempo frase motivazionale, riassume le sensazioni dell’artista a fronte dei tragici incidenti che hanno segnato la sua vita. Con i suoi scatti l’artista riconosce la fragilità dell’esistenza umana e celebra l’importanza di essere vivi. L’esposizione, che è stata presentata al Grand Palais Éphémère di Parigi dal 16 dicembre 2023 al 9 gennaio 2024, è la più ampia retrospettiva mai realizzata del lavoro del fotografo tedesco e attraversa la sua produzione creativa, dalla prima metà degli anni Novanta a oggi. Info: Juergen Teller i need to live | Triennale Milano

Mirò

Catania, fino al 7 luglio 2024
Al Palazzo della Cultura di Catania tra le mostre d’arte da non perdere a febbraio 2024 non può mancare quella tra le tinte forti del giallo, nero, rosso o blu del grande pittore catalano “Miró – La gioia del colore” a cura di Achille Bonito Oliva in collaborazione con MaïthéVallès- Bled e Vincenzo Sanfo. Circa cento opere, che coprono un arco temporale di circa sessant’anni dal 1924 al 1981, tra dipinti, tempere, acquerelli, disegni, sculture e ceramiche, oltre ad una serie di opere grafiche, libri e documenti provenienti da importanti collezioni private italiane e gallerie francesi. Ad arricchire il percorso espositivo con una doppia lettura cronologica e tematica c’è anche una sezione di foto e video che approfondiscono alcuni aspetti della vita di Joan Mirò, maestro indiscusso del surrealismo. Info: linktr.ee/navigaremostre

Picasso

Milano, dal 22 febbraio al 30 giugno 2024

Picasso: “La metamorfosi della figura”, al Mudec di Milano

La mostra dal titolo “La metamorfosi della figura”, a cura di Malén Gual e Ricardo Ostalé, al Mudec di Milano, dal 22 febbraio al 30 giugno 2024, si compone di un nucleo di dipinti, disegni e sculture di Picasso provenienti dai maggiori musei europei dedicati all’artista spagnolo. Nel percorso espositivo queste opere saranno messe in dialogo con manufatti di arte africana e non solo. Il percorso espositivo approfondisce in primo luogo il dialogo tra Picasso e le fonti culturali che lo influenzano sin dagli inizi della sua carriera con un focus sullo studio per Les Demoiselles d’Avignon. La mostra indaga anche il concetto di metamorfosi della figura che accompagna tutta la sua produzione artistica e termina con una sezione dedicata all’eredità di Picasso attraverso un focus sugli artisti africani che oggi si ispirano alle opere del grande pittore del Novecento. Info: www.mudec.it

Giovanni Bellini

Milano, dal 20 febbraio all’11 maggio 2024
Compianto sul Cristo morto

Giovanni Bellini, Compianto sul Cristo morto, 1473 -1476, Olio su tavola, 107 × 84 cm, Musei Vaticani

Dal 20 febbraio all’11 maggio 2024, il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano accoglie il Compianto sul Cristo morto di Giovanni Bellini (Venezia 1435 circa – 1516), uno dei vertici del maestro veneziano, conservato nei Musei Vaticani. L’esposizione, curata da Nadia Righi e Fabrizio Biferali, presenta la preziosa tavola, realizzata da Bellini intorno al 1475, che in origine costituiva la cimasa per la pala dell’altare maggiore della chiesa di San Francesco a Pesaro. Si tratta di uno dei massimi capolavori della pittura italiana, che segna la maturità del pittore e sigla il suo ruolo di caposcuola della pittura veneziana. La scena raffigura il momento in cui il corpo di Cristo, prima della sepoltura, viene compianto e unto con olii profumati. Sullo sfondo, un cielo azzurro rivela la nuova apertura dell’artista nei confronti della natura e della resa atmosferica del paesaggio e, in questa opera, appare come segno di speranza. L’esposizione si completa con una sezione intitolata Davanti a Bellini. Quattro artisti contemporanei in dialogo con un capolavoro, realizzata in collaborazione con Casa Testori e curata da Giuseppe Frangi, che presenta le opere di quattro autori contemporanei - LETIA Letizia Cariello, Emma Ciceri, Francesco De Grandi e Andrea Mastrovito - che si sono confrontati con il capolavoro belliniano, riflettendo sui temi suggeriti dall’opera, per testimoniare quanto la tavola del maestro veneziano sia in grado di toccare al cuore artisti del nostro tempo: il Compianto è infatti un capolavoro che travalica la sua dimensione storica, e che sollecita la sensibilità dell’uomo contemporaneo di fronte alla morte, al dolore, alla pietà e in particolare al valore della cura. Info:www.chiostrisanteustorgio.it

Henri de Toulouse-Lautrec

Rovigo, dal 23 febbraio al 30 giugno 2024

Troupe de Mlle Eglantine, 1896

Henri de Toulouse-Lautre, protagonista a Palazzo Roverella a Rovigo nella grande mostra dedica all’artista francese tra i più rappresentativi della Parigi di fine secolo dal 23 febbraio al 30 giugno 2024. La mostra, a cura di Jean-David Jumeau-Lafond, Francesco Parisi e Fanny Girard, superando l’approccio che tanto spesso riduce Toulouse-Lautrec alla sola attività di creatore di manifesti, si sofferma sull’attività di pittore, con dipinti e pastelli provenienti da importanti musei americani e europei oltre che francesi, mettendo l’artista a confronto con realisti, impressionisti, simbolisti con cui condivideva esperienze e momenti di vita quotidiana. Questa attenta ricostruzione dell’intera attività di Toulouse-Lautrec, attraverso le sue opere (60 opere dell’artista su più di 200 opere complessive esposte) intende evocare in maniera più vasta e organica la vivacità della scena artistica parigina, superando il riduttivo concetto di Belle Époque. L’esposizione è arricchita da focus sull’ambiente artistico parigino in cui operava l’artista: “Parigi 1885-1900”; “Le Chat Noir”; “Toulouse-Lautrec e gli amici artisti”; “Il rinnovamento della grafica” e soprattutto una sezione inedita dedicata al movimento artistico francese “Les Arts Incohérents” (a cura di Johan Naldi), anticipatore di molte delle tecniche adottate dalle avanguardie del Novecento come il Dadaismo. Tutte le opere del gruppo date per disperse da oltre un secolo sono state ritrovate nel 2018 ed alcune di queste recano, al verso, l’etichetta di una delle loro esposizioni corredata dal catalogo pubblicato dalle edizioni del celebre locale Chat Noir. La mostra a Rovigo è la prima occasione per poterle nuovamente ammirare. Info: www.palazzoroverella.com

Squali e abissi

Bologna dal 10 febbraio al 30 giugno 2024
A pochi passi dalle Due Torri simbolo di Bologna e da Piazza Maggiore, Palazzo Pallavicini ospita dal 10 febbraio al 30 giugno 2024 'Squali e Abissi, predatori perfetti in una terra aliena', mostra completa dedicata al mondo sottomarino. L’esposizione è un viaggio negli abissi dove si possono incontrare incredibili forme gelatinose e scoprire più di 30 esemplari di squali: dal grande squalo bianco lungo 6 metri, allo squalo tigre, al martello, al volpe, al leucas, fino al più piccolo esistente, lo squalo pigmeo. La mostra porta ad immergersi idealmente nelle acque degli oceani, nei caldi mari tropicali e nelle fredde acque abissali per scoprire tutte le strane creature marine che li popolano e che sono per lo più sconosciute. Tra le splendide sale affrescate di Palazzo Pallavicini si possono ammirare da vicino le ricostruzioni a grandezza naturale degli squali più spettacolari provenienti da mari e oceani di tutto il mondo. La mostra presenta inoltre una sezione dedicata alla salvaguardia delle specie, sottolineando come il più temibile dei predatori sia diventato in tempi moderni una preda, e come la sopravvivenza sua e di molte altre specie sia sull'orlo dell'estinzione. Nel percorso sono presenti materiali educativi e documentari esclusivi sul legame tra questi animali e la cultura di molti popoli che vivono sul mare, come quella Maori, che hanno divinizzato gli squali tanto da ricoprire i propri corpi con amuleti e tatuaggi che li rappresentano, come offerta in onore degli dei del mare. Info: www.squaliabissi.it

Giorgio de Chirico

Roma, fino al 24 febbraio 2024

De Chirico, Autoritratto come pittore in costume del Settecento, 1957 ca., olio su tela

"Dicono che Roma sia il centro del mondo e che piazza di Spagna sia il centro di Roma, io e mia moglie, quindi, si abiterebbe nel centro del centro del mondo”, scriveva Giorgio de Chirico. All’artista, figura tra le più emblematiche nel dibattito artistico e culturale del Novecento, è dedicata la retrospettiva visitabile alla galleria Tornabuoni Arte Roma fino al 24 febbraio. Roma è stata una città chiave nella vita del maestro dell’arte metafisica: qui studia le rovine antiche, rimane affascinato dalla Scuola di Atene di Raffaello nelle Stanze Vaticane e approfondisce aspetti della sua pittura metafisica. Vi si trasferirà in via definitiva nel 1944 e dal 1948 si stabilirà con la moglie nella casa-studio di Piazza di Spagna, oggi Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, conquistando così una posizione strategica nel cuore artistico della città, con gli atelier di via Margutta e via del Babuino, il Caffè Greco in via Condotti e il Caffè Aragno di via del Corso. In mostra una selezione di oltre trenta opere, tra pittura, scultura e disegno, dai primi anni del Novecento fino agli anni Settanta, che restituisce la quasi interezza delle fasi di produzione e dei temi affrontati dall’artista. Il percorso espositivo si apre con La Passeggiata del 1909, proveniente dalla Collezione Roberto Casamonti di Firenze. Due dipinti indagano il tema del nudo femminile: il primo del 1923, già nella collezione di Alberto Savinio ed esposto alla XIII Quadriennale di Roma del 1998. L’altro, del 1930, ritrae Cornelia Silbermann, conosciuta a Parigi nell’agosto del 1929, poi diventata sua musa. Con lei de Chirico intratterrà un lungo rapporto testimoniato da un carteggio di ventitré lettere, dal 1929 al giugno del 1951. In mostra anche due autoritratti: Autoritratto delle nuvole del 1948 e Autoritratto come pittore in costume del Settecento del 1957, dove de Chirico utilizza l’escamotage dell’abito antico acuendo così il fascino della composizione: il vestito moderno non è interessante da dipingere [...] il vestito antico offre molte più possibilità per fare della pittura e dimostrare quello che si sa fare (G. de Chirico). Info: www.tornabuoniart.com