‘Guercino nello studio’: alla Pinacoteca di Bologna il genio e i suoi clienti

di SOFIA SPAGNOLI
20 dicembre 2023
Guercino

Guercino

Entrare in punta di piedi nello studio di un artista è come avere accesso ai luoghi più nascosti della sua mente. È una prospettiva intima che cristallizza progetti, modelli di riferimento, relazioni. Tutto resta immobile, così com’è sempre stato, inviolato dall’inesorabile passare del tempo. È questo il punto di vista privilegiato che ci offre 'Guercino nello studio’, la mostra sul "gran disegnatore e felicissimo coloritore" del Seicento, Giovanni Francesco Barbieri. La mostra è allestita nella Pinacoteca Nazionale di Bologna, ed è curata da Barbara Ghelfi, Raffaella Morselli e lo staff del museo. La mostra intende far luce, non solo sulle opere dell’artista, ma anche e soprattutto sulle straordinarie doti imprenditoriali, tecniche e organizzative che, fin dalle prime fasi dell’attività del Guercino, lo portarono a strutturare un atelier prolifico, caratterizzato da complesse dinamiche professionali che rispondevano all’esigenza del collezionismo e del mercato dell’arte. A tal proposito, nella seconda sala spicca in una teca il Libro dei conti dello studio dell’artista, dove prima lui, poi il fratello, poi il nipote, appuntavano le opere commissionate e i prezzi di ciascun lavoro. Esemplare in questo senso, anche San Sebastiano soccorso da Irene: nell’opera il Santo, steso a terra avvolto da un materico panneggio, è sostenuto da un giovane uomo che gli sorregge il capo, mentre un vecchio medico gli rimuove le schegge delle frecce del martirio. Davanti a lui Irene, splendida, vestita all’orientale, che strizza in un bacile d’acqua una spugna che le servirà per pulire le ferite del Santo. La fisionomia di Sant’Irene è la stessa che ritroviamo nel dipinto del Guercino Sibilla, opera commissionata dal cardinale Jacopo Serra. La figura è praticamente identica, ma il capo è impreziosito con eleganti gioielli. In questo caso, al Guercino bastò rimpiegare un modello figurativo apprezzato dalla sua clientela, Sant’Irene, sostituendogli gli attributi iconografici religiosi, con una vesta pagana. Degno di nota anche il San Giovanni Battista, che si trova nella prima sala della mostra. Sull’inconfondibile tunica di peli di cammello, un drappo rosso segue la figura del Santo. C’è una gestualità intima e pacata, isolata dal contrappunto del carminio del manto e del cielo azzurro. Questo dipinto, nella sua semplicità e bellezza, è a capo di una serie di rimandi e copie, realizzate anche dagli stessi allievi del Guercino. Si trattava infatti, di una pratica consolidata che consentiva ai meno abbienti di poter godere dell’arte avendo un dipinto simile a quello originale ma a un prezzo inferiore. Come accade, per esempio con il San Giovanni Battista di Benedetto Gennari, in cui l’artista riprende il modello del Maestro. "Il caso del Guercino è diventato un exemplum per le ricerche sul tema delle committenze, del collezionismo e del mercato dell’arte, facendo assurgere il metodo del pittore a un unicum paradigmatico, a un modello irraggiungibile – commenta la curatrice Raffaella Morselli – in realtà l’eccezionalità non risiede tanto nella tipologia della documentazione, che era propria di ogni bottega, ma nella sopravvivenza pressoché completa dei preziosi materiali". Guercino nello studio, a cura di Barbara Ghelfi e Raffaella Morselli Pinacoteca Nazionale di Bologna, 28 ottobre 2023 -11 febbraio 2024