Non è un caso se la
Giornata mondiale del gatto nero cade di
venerdì 17 (novembre): per chi ‘soffre’ di
superstizione, infatti, si tratta di una data già incline alla
iella, se poi un micio col pelo color della pece attraversa la strada, la sfortuna è ‘assicurata’. In fondo non sono bui come la notte anche
la magia nera e l’uomo nero, altri ‘fenomeni’ da temere nell’immaginario collettivo? Meglio dunque correre ai ripari: e c’è chi, in auto, frena improvvisamente o
cambia strada e chi compie vari
rituali scaramantici. In fondo gettarsi un po’ di sale dietro le spalle o ‘
toccare ferro’, meglio se di cavallo ma vanno bene anche le chiavi di casa, o magari tenere un ‘cornino’ in tasca, non costa nulla neppure ai meno suscettibili alla iettatura.
L'origine della paura del gatto nero
Gli occhi di un gatto nero considerato portatore di influssi malefici
Se la superstizione legata al
venerdì 17, tipicamente italiana (mentre in altri paesi è legata al venerdì 13) affonda nel passato tra drammatici eventi storici, simbolismi, la morte di Cristo e riti pagani, quella legata ai
felini quasi invisibili di notte, se non per gli occhi, risale invece al Medioevo e al periodo della
caccia alle streghe. Insomma, quando l’Inquisizione, e non solo, cercava
simboli del demonio tra comuni mortali e animali. A pagare lo scotto di queste credenze religiose e popolari, insieme
alle civette e ai gufi, dal canto notturno e lugubre, e ad altri animali ‘selvatici’, è stato proprio il gatto nero. E pensare che, secoli prima, nell’
Antico Egitto, il gatto, sempre per la sua aura un po’ magica, il suo sguardo penetrante, le sue movenze, la sua indipendenza, era considerato una divinità.
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La Giornata del Gatto nero
La Giornata del gatto nero del 17 novembre
Oggi queste convinzioni sul malocchio stanno per fortuna scomparendo ma i gatti neri rischiano sempre che qualcuno voglia ‘fargli la festa’. Per questo alcuni gattili tendono ad evitare adozioni di questi animali dal pelo nero, soprattutto in autunno, prima di Halloween o per la Giornata del Gatto nero. Ma soprattutto, per sfatare questi pericolosi pregiudizi sugli
influssi malefici dei gatti neri, numerose associazioni in tutta Italia celebrano la Giornata dedicata con
eventi di sensibilizzazione per far capire che un micio è solo un micio, non il demonio (come una donna è solo una donna, non una strega) indipendentemente dal colore della ‘pelle’: vuole giocare, ricevere cibo e coccole, sgattaiolare per la casa o poltrire sui divani come ogni gatto che si rispetti.
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'Mi fai un baffo'
L'immagine simbolo del Festival Gatto nero mi fai un baffo: sotto accusa anche corvi, gufi e cani
Tra tutti segnaliamo
il “Mi fa un baffo il gatto nero Festival”, una manifestazione ‘pet friendly’, ideata dalla giornalista Federica Rinaudo e organizzata insieme all’
associazione Pet Carpet, con il patrocinio di Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Fnovi (Federazione nazionale ordine veterinari italiani) e Anmvi (Associazione nazionale di medici veterinari italiani) e la collaborazione di
Anas: il primo obiettivo, infatti, è la
campagna di sensibilizzazione contro pregiudizi e luoghi comuni collegata anche alla
sicurezza stradale. A causare gli incidenti, infatti, viene sottolineato, non è l’attraversamento dell’
innocuo felino dal manto nero, tantomeno quello di
cani, volpi, ricci, istrici, o il canto di civette e gufi, ma sono la velocità e la distrazione degli automobilisti, i cui comportamenti incauti sono purtroppo molto frequenti. Per spiegarlo sono state raccolte migliaia di foto e video che gli amanti di pet e wild, gli animali da compagnia o selvatici, dal manto nero e non solo, hanno inviato per partecipare gratuitamente alla terza edizione del Festival che si tiene
a Roma, presso la Sala Cinema dell’Anica, proprio
venerdì 17 novembre 2023. Numerosi gli eventi con la partecipazione di
Garrison Rochelle, delle
ballerine della Petite Etoile e il cast del musical di successo “
Abracadown”, la premiazione di racconti e poesie sul tema, interpretati da Emy Bergamo e Massimiliano Vado, con il suo inseparabile cane. L’ingresso è gratuito: al posto del biglietto di ingresso si può
“pagare” con cibo o farmaci da donare ai volontari di alcuni rifugi presenti in sala. Una delle azioni positive che vengono raccomandate è quella di 'rimettere in circolo', da parte di persone che non li usano più per i loro animali, farmaci, ciotole, cucce, da destinare alle associazioni.