Dieci passeggiate in Valtellina adatte a tutti i palati
Per omaggiare il legame indissolubile tra la Valtellina e il salume tipico Igp amato da 38 milioni di italiani, il Consorzio di tutela Bresaola della Valtellina ha realizzato “Destinazione Bresaola”, la campagna che vivrà sul territorio per tutto il mese di luglio attraverso una guida pocket: dieci percorsi di trekking (di diverse difficoltà e durata ma adatti a tutti) tra la Valtellina e la Valchiavenna in abbinamento ad altrettanti sfiziosi panini, firmati dal Consorzio e resi vivi e immortalati dal foodblogger Alex Li Calzi. Autentiche prelibatezze da mettere nello zaino e assaporare ammirando le cime, i laghi e l’atmosfera, circondati dai profumi e dai colori unici delle Alpi. Dieci proposte adatte a tutti i palati, da gustare tra una pausa e l’altra nella cornice dei paesaggi mozzafiato di questa valle.
Dai Colli di Teglio a Grosio e Grosotto, passando per l’Anello alle pendici per la Reit e Alpe Prabello, grazie alla guida i visitatori potranno andare alla scoperta di insoliti luoghi, tra i più suggestivi della zona e tra i meno noti, a cui associare un panino con la bresaola in abbinamento agli altri prodotti del territorio ma non solo, proprio a dimostrazione del legame con il territorio ma anche della modernità trasversale di questo salume tipico.
Dal panino Alpe Granda (con Bitto giovane, pomodoro ramato, Bresaola della Valtellina Igp e pane rustico) che porta il nome dall’omonima cima a quota oltre 1700 metri, al Trela (Valtellina Casera giovane, insalata variegata, mela golden a fette sottili, Bresaola della Valtellina Igp, pane di segale) che è un tributo alla bellissima Val Trela l’insostituibile compagna d’avventura, pronta a rifocillarci tra una pausa e l’altra, è la Bresaola della Valtellina Igp, salume tipico, anima del suo territorio, ideale da assaporare all’aria aperta.I percorsi sono stati realizzati sotto la guida di Luca Bonetti (esperto del territorio, guida turistica e presidente dell’Associazione guide di Valtellina), con il supporto delle comunità montane che ospitano e promuovono i percorsi sulla piattaforma Valtellinaoutdoor.it. Grazie a un accordo del Consorzio con partner, la guida verrà distribuita in 25mila copie presso i principali punti di contatto turistici: infopoint turistici, alberghi, botteghe, salumerie, terme.
"Questa campagna è un omaggio al territorio, di cui la Bresaola della Valtellina Igp è diretta espressione – afferma Franco Moro, presidente del Consorzio di tutela - un mix di natura, storia, cultura e tradizione che definisce l’identità locale e che vive nel nostro salume tipico". La zona tipica di produzione di questo salume è il territorio della provincia di Sondrio. Il clima irripetibile della Valtellina e la conformazione particolare della valle giocano un ruolo fondamentale per renderla unica e inimitabile.
Bitto e Valtellina Casera, eccellenze da scoprire
Da 25 anni i due formaggi sono Dop
Se Bitto e Valtellina Casera sono due formaggi d’eccellenza apprezzati da buongustai ed esperti del settore, non altrettanto può dirsi per gran parte dei consumatori. Basti pensare che Gorgonzola, Asiago e Fontina vantano oltre il 90 per cento di notorietà a livello nazionale, Bitto e Valtellina Casera sono invece conosciuti solo dal 22 al 25 per cento degli italiani. Meriterebbero ben altra fama e per questo è nato un Consorzio di tutela e di promozione. Un breve identikit: il Bitto - il re dei formaggi di alpeggio estivo - affonda le sue radici nella tradizione celtica di sfruttare i pascoli d’estate e di trasformare il latte appena munto, il Valtellina Casera è espressione della lavorazione delle prime latterie turnarie di Sondrio che raccoglievano il latte delle vacche discese a fondovalle per lavorarlo durante l’inverno. Un’alternanza che, in anni lontani, era utile anche a sfamare le popolazioni della valle nell’arco dell’anno.
Venendo al presente, il prossimo primo luglio si festeggiano i 25 anni della Dop e il Consorzio di tutela ha previsto varie iniziative, un cartellone di appuntamenti intitolato ‘Alle origini del gusto. Tra queste il primo cammino del Valtellina Casera e Bitto Dop: un percorso dedicato articolato lungo la Valle per conoscere i luoghi e i segreti di produzione dei due formaggi: dalla mungitura in alpeggio alla lavorazione, fino ai ristoranti perfetti dove degustarli attraverso una cartina disponibile nei punti informativi e negli enti turismo locali. E in questa pagina proponiamo tre ricette per valorizzarli
Valtellina Casera Dop dorato con spicchi di carciofi
Ingredienti per 4 persone
• 400 g Valtellina Casera DOP giovane • 80 g farina di mais finissima o farina gialla precotta • 5 g trito di salvia e rosmarino • 50 g bianco di pan carré • 40 g farina bianca • 2 uova • 4 carciofi • Olio extravergine di oliva q.b.
Pulire i carciofi e tagliarli a spicchi. Cuocerli in padella con un filo d’olio tenendoli croccanti. Tagliare il formaggio a forma desiderata, infarinare e passare nell’uovo battuto, impanare nella farina di mais mescolata con il pan grattato e il trito di erbe. Dorare in padella con olio. Depositare su carta assorbente e servire con i carciofi croccanti.
Sciatt
Ingredienti per 4 persone
• 200 g farina di grano saraceno fine • 200 g farina bianca • 2 cucchiai grappa • 33 cl birra o acqua minerale gassata • un pizzico di bicarbonato • 250 g Valtellina Casera DOP • sale q.b. • ½ cavolo cappuccio • olio di arachidi
In una bacinella unire tutti gli ingredienti, ad eccezione del formaggio e dell’olio di arachidi che va utilizzato per friggere. Lavorare il tutto fino ad ottenere un impasto non troppo morbido, che va lasciato riposare per circa un’ora e mezza in frigorifero. Nel frattempo tagliare il formaggio Valtellina Casera DOP a cubetti di circa due cm e immergerli nella pastella che avete fatto precedentemente riposare. Con l’aiuto di un cucchiaio raccogliere un cubetto di formaggio per volta, badando che sia ben ricoperto di pastella e lasciarlo cadere nell’olio bollente, che va portato alla temperatura di 175°C. Fare dorare gli sciatt nell’olio e scolarli con una schiumarola, dopodiché posarli su carta da cucina assorbente. Servire gli sciatt adagiati su un letto di cavolo cappuccio fresco, tagliato finissimo e condito con una vinaigrette all’aceto rosso.