Cocktail bar, prende piede il 'mono-spirit': ecco i locali che puntano su un solo distillato
Rum, tequila, mezcal, gin o whisky. Anche in Italia si diffonde il formati dei bar che si identificano con il superalcolico di riferimento
Nel complesso panorama dei cocktail bar, si fa strada un nuovo format, quello dei locali che propongono ai clienti una tipologia di distillato. È una tradizione approdata da poco in Italia, ma già diffusa da molti anni nel resto d’Europa.
Sono locali che, pur mantenendo una selezione di spiriti base, decidono di investire su una particolare offerta, differenziandosi, specializzandosi e trovando la propria identità nell’essenzialità. Ecco una breve selezione di quattro locali italiani in cui poter assaporare rum, tequila, mezcal, gin e whisky.
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Rum all'Aguardiente, Marina di Ravenna
Per gli amanti del rum, il miglior cocktail bar italiano in cui degustare il distillato ottenuto dalla distillazione della melassa della canna da zucchero è Aguardiente, a Marina di Ravenna, in Emilia Romagna. Una piccola chicca lungo la Costa Adriatica, che è stata inserita da Imbibe Magazine, la rivista americana di maggior riferimento per il settore dei locali dedicati al Rum, come uno degli undici migliori posti al mondo dove bere rum. A settembre il nome del locale è comparso anche tra le pagine di National Geographic Uk Food and Travel. Ma cos’è che fa di questo luogo un posto da visitare assolutamente? L’atmosfera rilassata, la buona compagnia e, soprattutto, il buon rum: Aguardiente ha aperto con una piccola selezione di 300 etichette, oggi ne può contare oltre 1200 da ogni angolo dei Caraibi, con perle rare. Il suo fondatore è Jimmi Bertazzoli, barman dalla lunga esperienza nel settore, che dall’avvio dell’attività ha viaggiato più di quaranta volte oltre oltreoceano per approfondire metodi di produzione ma anche per conoscere attori importanti nella commercializzazione e lavorazione degli spirits.
Tequila e Mezcal al Guero, Bologna
Un locale che strizza l’occhio al Messico, senza perdere di vista la propria identità: è Guero, nel pieno centro storico di Bologna, il cocktail bar fondato nel 2019 dai due bartender Alberto Andriolli e Daniele Rumori. Un luogo apprezzato dagli amanti dei distillati a base d’agave, ma in cui si è certi di bere un buon drink qualsiasi base esso abbia. Niente formalismi o strambi allestimenti kitsch in stile Messico, qui i protagonisti sono i drink e la buona cucina. Il nome “Guero” ci conduce immediatamente in luoghi lontani: è un termine che si rifà allo slang messicano con cui gli abitanti del luogo si riferiscono a persone bionde e di carnagione chiara. Ma è anche il nome della canzone di un cantautore statunitense che piace a entrambi i bartender, Beck. Un dettaglio non trascurabile, dal momento che i nomi dei drink ma anche l’arredamento stesso del locale, ci evocano questa radicata e condivisa passione per la buona musica. La bottigliera conta oltre 300 bottiglie e una vasta selezione completamente dedicata a tequile e mezcal. Presenti anche etichette rare. Tra i drink da provare, l’Espinoso, twist sul Tommy’s Margarita, che si basa su un blend di Tequila, tenuto in infusione con peperoncini habanero e mezcal Potosi, dal tipico retrogusto al peperone. Al miscelato si aggiungono quindi lime, sciroppo di zenzero e tre gocce di acqua di rose. L’omaggio alla patria dell’agave non si esaurisce nel bicchiere, ma si sviluppa anche nel menù. C’è tanto Messico in tutte le pietanze, dai tacos fino ai burrito. Sperimentazione ma tanto hand made: tutto ciò che mangerete da Guero è fatto direttamente nella loro cucina.
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Gin a la Gineria, Venezia
Oltre mille gin e quaranta toniche: la Gineria è nata circa sei anni fa dalla creatività di Diego, il proprietario, grande appassionato del distillato più prestigioso e apprezzato del mondo: il Gin, appunto. Una passione che egli portava avanti già da 18 anni, con un lavoro di continua ricerca e aggiornamento, alla scoperta di nuove etichette e di nuove proposte. Qui alla Gineria, a Santa Maria di Sala, in Veneto, potrete comprendere la vera essenza della ginstronomy, l’arte cioè di abbinare gin e cibo, viaggiando tra i profumi botanici del gin e i piatti della tradizione veneta. L’ambiente è colorato, alla moda, gli spazi ampi e ricchi di dettagli da scoprire. La bottigliera è ricchissima di gin, nel menù scrivono, scherzosamente “Al momento abbiamo più di 1114 etichette (ci vorrebbe un’enciclopedia). Se avete il piacere di assaggiare qualche etichetta in particolare non esitate a chiedere, in caso contrario, vi guideremo noi in base al vostro gusto. Per nostra politica interna i gin da noi consigliati non superano mai i 10 euro”. Ma ci sono anche gin molto più costosi, si arriva fino ai 180 euro. Un’esperienza fatta di aromi forti, profumi avvolgenti, sapori diversi combinati in perfetta armonia, e un invito a scoprire un modo per bere con responsabilità e consapevolezza, apprezzando il drink non solo come bevanda gradevole e stimolante, ma anche come cultura, storia e tradizione.
Whisky al Dream Whisky, Milano
Un whisky club dal format originale, che permetta a chiunque di conoscere e degustare questo sorprendente distillato. È il Dream Whisky di Milano, nato dall’idea condivisa di Federico Mazzieri e Marco Maltagliati, appassionati e indipendenti amanti del distillato. Il locale si ispira al mondo dei club anglosassoni, e vengono proposte degustazioni in purezza, miscelazione o pairing, in un ambiente accogliente e rilassante. Potrete degustare whisky da tutto il mondo, sapientemente scelti e selezionati dai proprietari. A vostra disposizione una vasta drink list che propone un'ampia selezione di cocktail, diversi a seconda delle stagioni. Quest’anno i due imprenditori hanno avviato una nuova collezione di single cask firmata Matthew’s dream, coinvolgendo quattro grandi chef. Ogni whisky è differente per tecniche di produzione ed affinamento: “Abbiamo scelto chef che hanno una cucina diretta, genuina, vera e pura, pochi fronzoli e tanta sostanza proprio come solo i nostri whisky sanno essere – scrivono sulla home del sito - Diego Rossi per la sua visione, Juri Chiotti per la sua radicalità, Jacopo Ticchi per i suoi sogni e Jacopo Mercuro per la sua volontà. Questa collezione è come loro, guarda al futuro. Perché un grande chef è come un grande whisky, il frutto di un processo di molti anni che racchiude in sé il domani”.