Biennale Arte Venezia 2024 “Stranieri ovunque”: date, sedi, padiglioni, eventi

La 60° Esposizione Internazionale d’Arte apre al pubblico da sabato 20 aprile a domenica 24 novembre, ai Giardini e all’Arsenale. Il meglio del programma

di MONICA GUERCI
19 aprile 2024

Murales Mahku - Photo by Matteo De Mayda - Courtesy of La Biennale di Venezia

Apre sabato 20 aprile la 60° Esposizione Internazionale d’Arte. La Biennale di Venezia, con un titolo, che è anche un tema, “Stranieri ovunque - Foreigners Everywhere” presenta 88 padiglioni, per un totale di 331 artisti, 30 eventi collaterali distribuiti in tutta la città e sezioni speciali come a Forte Marghera (Mestre). Ecco il meglio del programma, che inizia con la premiazione sabato 20 aprile e termina il 24 novembre.

Il tema

Il presidente Pietrangelo Buttafuoco, il curatore  Adriano Pedrosa - Biennale Arte Venezia 2024
Il presidente Pietrangelo Buttafuoco, il curatore Adriano Pedrosa - Biennale Arte Venezia 2024

Il titolo "Stranieri Ovunque" è tratto da una serie di opere realizzate dal collettivo Claire Fontaine a partire dal 2004: sculture al neon di diversi colori che riportano l'espressione "Stranieri ovunque" in più lingue, espressione a sua volta ripresa dal collettivo torinese omonimo che nei primi anni Duemila combatteva il razzismo e la xenofobia in Italia. L'attenzione principale della Biennale Arte 2024 è dunque rivolta a quegli artisti che sono stranieri, immigrati, espatriati, diasporici, esiliati o rifugiati, in particolare a quelli che si muovono tra il Sud e il Nord del mondo. “Una celebrazione dello straniero, del lontano, dell’outsider, del queer e dell’indigeno”, le parole di Adriano Pedrosa, curatore della Biennale d’Arte, direttore del Museo d'Arte di San Paulo.

Sedi, orari e date

Claire Fontaine Ph by Marco Zorzanello - Biennale di Venezia
Claire Fontaine Ph by Marco Zorzanello - Biennale di Venezia

L’Esposizione è divisa in due sedi tra i Giardini e l’Arsenale, distanti 10 minuti a piedi l’una dall’altra. Le due sedi sono indipendenti, ma complementari e parte di un’unica mostra. Il biglietto di ingresso è combinato e dà accesso a entrambe, la visita può iniziare indistintamente dai Giardini o dall’Arsenale. La durata media di visita è di circa 3 ore per ciascuna sede. 

Sede Giardini: ingresso da viale Trento 1260 e da Sant’Elena (Viale IV novembre)

Arsenale: ingresso da Campo della Tana 2169/F e dal Ponte dei Pensieri (Salizada Streta)

Orario estivo (dal 20 aprile al 30 settembre):

Giardini: 11-19 (ultimo ingresso 18:45)

Arsenale: dal martedì al giovedì e la domenica 11-19 (ultimo ingresso 18.45), venerdì e sabato 11-20 (ultimo ingresso 19.45)

Orario autunnale (dall’1 ottobre al 24 novembre):

Giardini e Arsenale: 10-18 (ultimo ingresso 17.45)

Chiuso il lunedì (tranne il 22/04, 17/06, 22/07, 02/09, 30/09, 18/11)

Biglietti

La vendita dei biglietti è esclusivamente online. Il biglietto intero costa 30 euro, il biglietto pluringressi valido per 3 giorni 40 euro, il settimanale 50 euro. Sul sito ufficiale Biennale di Venezia è possibile trovare tutte le informazioni su pacchetti, tipologia, costi, visite guidate.

La mappa

Gaggiandre Photo Andrea Avezzu Courtesy of La Biennale di Venezia
Gaggiandre Photo Andrea Avezzu Courtesy of La Biennale di Venezia

La Mostra si articola principalmente tra il Padiglione Centrale ai Giardini e l’Arsenale in due macro-sezioni: il Nucleo Contemporaneo, dedicato alle sfaccettature e diverse interpretazioni della parola “straniero”, e il Nucleo Storico, che presenta opere del XX secolo. Due i leit motiv: il tessile, come rivendicazione dell’artigianato, esplorato da molti artisti del Nucleo Storico, fino ai contemporanei. E gli artisti – molti indigeni – legati da vincoli di sangue, per i quali la tradizione gioca un ruolo fondamentale nella trasmissione di conoscenze e pratiche da padre o madre a figlio o figlia oppure tra fratelli, parenti e partner.

Il Nucleo contemporaneo, si sviluppa tra il Padiglione Centrale e le Cordiere. Si concentra sulla produzione di artisti queer, outsider e indigeni. La prima opera che accoglie i visitatori al Padiglione Centrale ai Giardini è il monumentale murale dipinto da MAHKU (Movimento dos Artistas Huni Kuin). Con settecento metri quadri di visioni sacre mediate dal rituale dell'ayahuasca, il collettivo artistico indigeno proveniente dall'Amazzonia narra la storia di "kapewë pukeni" (il ponte-alligatore), portandoci all'origine della separazione tra popoli e luoghi diversi.

Il Nucleo storico, è composto da opere del XX secolo provenienti da diverse regioni dall’America Latina, dall’Africa, dall’Asia e dal mondo arabo. È sviluppato su tre sale del Padiglione Centrale: quella dedicata ai Ritratti comprende le opere di 112 artisti, per lo più dipinti, ma anche lavori su carta e sculture, la sala dedicata alle Astrazioni include 37 artisti e la terza Italiani ovunque dedicata alla diaspora artistica italiana nel mondo. Quest'ultima raccoglie 40 autori italiani di prima o seconda generazione che sono stati capaci di integrare e costruire le proprie carriere in Africa, Asia, America Latina e Stati Uniti. Tra questi, anche Lina Bo Bardi (italiana emigrata in Brasile, vincitrice del Leone d’Oro speciale alla memoria della Biennale Architettura 2021).

Un'attenzione particolare è riservata ai progetti all'aperto, sia all'Arsenale (con lavori di Anna Maria Maiolino, Beatriz Cortez, Claire Fontaine, Lauren Halsey, Leilah Babirye e Taylor Nkomo) sia ai Giardini (con i lavori di Iva'n Argote, Mariana Telleri'a, Rindon Johnson e Sol Calero).

I padiglioni da non perdere

Padiglione Italia

Massimo Bartolini, Padiglione Italia. Ph Alessio  Avezzù - 60° Esposizione Internazionale d’Arte a Venezia
Massimo Bartolini, Padiglione Italia. Ph Alessio Avezzù - 60° Esposizione Internazionale d’Arte a Venezia

Due qui / To Hear è il progetto espositivo per il Padiglione Italia, alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. a cura di Luca Cerizza e realizzato dall’artista Massimo Bartolini. Un percorso introspettivo, composto di opere scultoree, installative, sonore e performative, Due qui / To Hear propone un itinerario molteplice, multisensoriale e multidisciplinare che include in un dialogo collettivo, contributi ideati dai compositori Caterina Barbieri, Kali Malone, Gavin e Yuri Bryars, e degli scrittori Nicoletta Costa e Tiziano Scarpa in un dialogo collettivo.

Padiglione Vaticano

Il Padiglione della Santa Sede, promosso dal Prefetto del Dicastero per la Cultura e l'Educazione della Santa Sede, Cardinale Josè Tolentino de Mendonca, ha luogo quest'anno nella Casa di reclusione femminile di Venezia alla Giudecca. La mostra dal titolo “Con i miei occhi”, a cura di Chiara Parisi e Bruno Racine, è uno degli appuntamenti più attesi. Per vederla i visitatori dovranno attraversare la prigione e lasciarsi guidare dalle 80 detenute che qui stanno scontando la pena, accompagnate dalla polizia penitenziaria. E’ necessario registrarsi online con 48 ore di anticipo e inviare una copia della carta d'identità; si potrà esplorare il padiglione senza cellulare e senza poter scattare fotografie. Corita Kent, Claire Fontaine, Bintou Dembélé, Simone Fattal, Claire Tabouret, Maurizio Cattelan, Zoe Saldana e Marco Perego sono gli artisti che presentano qui le loro opere. E’ questa la terza partecipazione del Vaticano alla Biennale Arte e si annuncia come evento storico dato che papa Francesco sarà il primo pontefice a visitare la Biennale di Venezia domenica 28 aprile

Padiglione Venezia

Il Padiglione Venezia, curato da Giovanna Zabotti e Maurizio Carlin, esplora il tema del "Sestante Domestico" ai Giardini di Sant'Elena. La mostra si concentra sulla storia, l'identità individuale, la natura e l'amore, alternando poesia e pittura con i versi di Franco Arminio e le opere monumentali di Pietro Ruffo. Ruffo si ispira alla Biblioteca Marciana, esplorando la relazione umana con la natura attraverso lo studio, con due globi terrestri e celesti e una libreria che riflettono sui viaggi epici come quello di Marco Polo. Safet Zec esprime la sua fede attraverso la pittura nell'emiciclo di destra, mentre Vittorio Marella trasforma il tema in materia viva nell'emiciclo di sinistra, esplorando l'importanza delle relazioni umane oltre i confini geografici. Il percorso include anche artisti emergenti e il contributo di professionisti locali, dimostrando l'interconnessione tra arte, comunità e territorio.

Padiglione Brasile

Il Padiglione del Brasile presenta "Ka’a Pûera: nós somos pássaros que andam", un omaggio alla storia del popolo indigeno Tupinambá, lungamente emarginato e criminalizzato, con il riconoscimento del proprio territorio e cultura solo nel 2001. L'artista Glicéria Tupinambá, vincitrice del Premio PIPA 2023, rappresenta questo popolo, esplorando i temi della colonizzazione, emarginazione e resistenza. Il titolo si riferisce sia alle antiche foreste rigenerate, simbolo di rinascita degli ecosistemi, sia al piccolo uccello che le abita, evocando la connessione tra l'umanità e la natura.

Padiglione USA

Padiglione USA - Ph by Matteo De Mayda - Biennale di Venezia
Padiglione USA - Ph by Matteo De Mayda - Biennale di Venezia

Il Padiglione presenta Jeffrey Gibson e la mostra "The space in which to place me", che esplora la storia americana, indigena e queer, tramite sculture, dipinti e video, incorporando testi storici e musicali per riflettere sull'identità collettiva e individuale nel tempo.

Padiglione Regno Unito

Sir John Akomfrah cura "Listening All Night To the Rain", un'esplorazione del post-colonialismo e della diaspora attraverso installazioni sonore, che utilizza l'acqua come metafora di tempo e memoria.

Padiglione Francia

Julien Creuzet crea un'installazione immersiva che dialoga con i miti e gli immaginari fondativi delle società ibride, concentrandosi sull'importanza dell'acqua e dei movimenti umani.

Padiglione Paesi Nordici

Lap-See Lam trasforma il Padiglione in una nave dragone, esplorando le radici mitologiche attraverso una grande struttura adornata, simboleggiante un viaggio alla ricerca del passato.

Padiglione Giappone

Padiglione Giappone - Photo Matteo De Mayda Courtesy of La Biennale di Venezia
Padiglione Giappone - Photo Matteo De Mayda Courtesy of La Biennale di Venezia

Yuko Mohri presenta "Moré Moré (Leaky)", un'installazione cinetica ispirata agli sforzi per fermare le perdite d'acqua nelle stazioni della metropolitana di Tokyo, esplorando il significato dell'essere e lavorare insieme in un mondo diviso. L’artista nipponica, originaria della prefettura di Kanagawa, studia da anni gli effetti benefici delle crisi, la sua mostra sarà all’Hangar Bicocca di Milano l’anno prossimo

Padiglione Australia

Archie Moore presenta "Kith and Kin", un vasto diagramma genealogico che riflette sulle connessioni delle Prime Nazioni australiane attraverso oltre 2.400 generazioni, affrontando le eredità coloniali e la carcerazione eccessiva.

Padiglione Ungheria

Márton Nemes trasforma l'ambiente in una esperienza multisensoriale con "Techno Zen", un'installazione basata sulla pittura che mescola elementi della cultura rave e della tecnologia per creare un'esperienza visiva, acustica e tattile.

Padiglione Nigeria

"Nigeria Imaginary" al Padiglione della Nigeria offre una visione critica e riflessiva del paese, ispirandosi al laboratorio Mbari Club di Ibadan del 1961. Attraverso manufatti storici locali e installazioni contemporanee, come "Blackwood: A Living Archive" di Ndidi Dike e il "Monument to the Restitution of the Mind and Soul" di Yinka Shonibare, il padiglione esplora temi di colonizzazione, emarginazione e resistenza. Tra gli artisti Toyin Ojih Odutola.

Padiglione Croazia

Il padiglione Croazia, guidato dall'artista Vlatka Horvat, presenta un'esperienza di incontro e accoglienza intorno al tema "Stranieri Ovunque". Horvat espone opere di artisti in diaspora, creando uno scambio di opere e esperienze attraverso un processo relazionale e processuale, documentato in loco.

Padiglione Polonia

Il padiglione polacco ospita il collettivo artistico ucraino Open Group con la mostra "Repeat after Me II", che mette in scena rifugiati ucraini replicare suoni di guerra, riflettendo sulle tragedie della guerra e sull'impatto emotivo attraverso video e installazioni sonore.

Padiglione Turchia

Gülsün Karamustafa rappresenta la Turchia con l'installazione "Hollow and Broken: A State of the World", esplorando le dimensioni della guerra e dell'assenza di valori, con lampadari realizzati con frammenti di vetro veneziano che simboleggiano la fragilità delle relazioni umane.

Padiglione Malta

Padiglione Malta. Ph Alessio  Avezzù - 60° Esposizione Internazionale d’Arte a Venezia
Padiglione Malta. Ph Alessio Avezzù - 60° Esposizione Internazionale d’Arte a Venezia

"I will follow the ship" di Matthew Attard al Padiglione di Malta riflette sul passato e il futuro attraverso antichi graffiti navali reinventati con tecnologia moderna, evidenziando il confine sfumato tra umano e macchina e promuovendo una cooperazione tecno-umana.

Progetti speciali

Due i progetti speciali. Il primo riguarda l’artista brasiliana Beatriz Milhazes, che presenta dipinti e collage di grandi dimensioni nelle Sale d’Armi del Padiglione delle Arti Applicate all’Arsenale. Una tavolozza di colori tra pennellate e tessuti tradizionali, capaci di creare un mix di motivi tra l’immaginario culturale brasiliano, la regolarità degli elementi naturali e i riferimenti alla pittura modernista occidentale. Il secondo ha sede a Forte Marghera a Mestre (chiamato la Polveriera Austriaca), dove sono esposte dieci opere di ceramica dell’artista italiana Nedda Guidi, in concorso nell’Esposizione Internazionale.

Eventi collaterali

Ecco alcuni tra i 30 eventi collaterali diffusi nella città lagunare in occasione della Biennale d’arte

Cosmic Garden

Una mostra realizzata dalla Chanakya Foundation favorisce l’emancipazione femminile in India. Opere multimediali di Madhvi Parekh, Manu Parekh e Karishma Swali trasformano il concetto di “arte tradizionale”. Dai dipinti agli arazzi, dalle sculture alle opere tessili realizzate da artigiane della Chanakya School of Craft.

Berlinde de Bruyckere: City of Refuge Iii

All’Abbazia di San Giorgio Maggiore, le nuove opere dell’artista belga Berlinde De Bruyckere sono esposte in una chiesa benedettina del XVI secolo. Intitolata City of Refuge III, l’esposizione, in collaborazione con la Benedicti Claustra Onlus, oscilla tra trascendenza e materia, con sculture di arcangeli e opere scultoree. Qui, l’arte trova rifugio in un ambiente sacro.

La Maison de la Lune Brûlée

Curata da Valentina Buzzi, la mostra di Lee Bae alla Fondazione Willmotte esplora il rituale sudcoreano Moonhouse Burning, celebrando la connessione tra l’uomo e la natura. Un’esperienza che intreccia folklore e arte contemporanea.

A Journey to the Infinite: Yoo Youngkuk

La prima retrospettiva europea del pittore coreano Yoo Youngkuk presenta 30 dipinti a olio e 20 stampe su rame, curata da Kim Inhye alla Fondazione Querini Stampalia. Documenta l’evoluzione di uno dei più importanti artisti coreani.

The endless Spiral

La personale di Betsabeé Romero, The endless Spiral, esplora il percorso dell’artista messicana, evidenziando dualità, tensioni e fratture nella cultura e nella storia, organizzata dal Museum of Latin American Art (MOLAA) di Long Beach CA alla Fondazione Bevilacqua La Masa.

Tony Cragg. Le forme del Vetro

Tony Cragg. Negozio Olivetti Venezia © FAI
Tony Cragg. Negozio Olivetti Venezia © FAI

Impossibile non citare anche la mostra "Tony Cragg. Le forme del Vetro" ospitata nel Negozio Olivetti a Piazza San Marco. Negli spazi progettati da Carlo Scarpa sono esposte una selezione di sculture in vetro dalla collezione personale di Cragg e un'opera appositamente creata per l'evento della Biennale. La mostra promossa dal FAI in collaborazione con Berengo Studio, curata da Cristina Beltrami e Jean Blanchaert, presenta oltre ventisette sculture in vetro e disegni dell'artista, offrendo un'immersione nell'esperienza pluriennale dell’artista, nel suo processo creativo e innovativo, in cui il passaggio grafico precede ogni creazione. Fino al 1° settembre 2024.