Canyon, grotte e torrenti. La natura è slow

di GABRIELE MASIERO
25 luglio 2021
S. Giorgio in Campobasso

S. Giorgio in Campobasso

Una vacanza sostenibile tra natura, storia e cultura. Un viaggio in Molise è prima di tutto un’esperienza. Un soggiorno relax tra cielo e mare. Respirando i profumi e i sapori di un tempo che scorre lento, ma che ti segna l’anima. Non solo per il parco nazionale Abruzzo, Lazio e Molise, il più antico d’Italia e famoso in tutto il mondo per la conservazione di alcune tra le specie faunistiche italiane più importanti: il lupo, il camoscio d’Abruzzo e l’orso bruno marsicano. Ma anche per la natura incontaminata e gli scorci mozzafiato della riserva naturale di Collemeluccio-Montedimezzo: situata nel cuore dell’Appennino dell’Alto Molise nei comuni di Vastogirardi e Pescolanciano. Un ‘fazzoletto’ di 300 ettari riconosciuto dall’Unesco come riserva della biosfera, ovvero ecosistemi terrestri o costiero/marini riconosciuti a livello mondiale per il loro elevato valore naturalistico. E poi le due oasi molisane di Lipu e Wwf: la prima a Casacalenda offre un bosco di querce di 100 ettari con sentire e cartellonistica didattica, l’altra a Guardiaregia Campochiaro, una suggestiva location di straordinari fenomeni carsici, come il canyon del torrente Quirino, le cascate di San Nicola e le grotte di Pozzo della Neve e Cul di Bove, che sono tra gli abissi più profondi in Europa. É anche l’oasi più grande d’Italia (3.135 ettari nel Matese molisano) dove si possono effettuare visite guidate ed escursioni. La vacanza-natura in Molise si completa con la visita al parco regionale agricolo storico dell’olivo di Venafro, l’antico comune in provincia di Isernia, dove il popolo italico dei Sanniti nel III secolo a.C. combatté contro Roma. Qui si racchiude molto dell’essenza del Molise: un’area naturale protetta interamente dedicata all’olivo e alla sua storia, una struttura unica nel suo genere in tutto il bacino del Mediterraneo, dove si conserva e promuove l’olivicoltura tradizionale. Il parco, noto anche come parco Oraziano (dal poeta Orazio), è anche uno strumento di rivalutazione turistica per tutta la regione e una “cerniera” tra natura e storia molisana. Storia e cultura, infatti, sono l’altra porzione della nostra proposta di viaggio slow. Questa piccola regione che schiude le porte al Mezzogiorno, vanta infatti quattro località inserite tra i migliori Borghi d’Italia: Fornelli, il paese delle sette torri circondato da una cinta muraria medievale, e le bandiere arancioni per la qualità turistico-ambientale conferite dal Touring club italiano di Frosolone, situato in un promontorio circondato da rupi scoscese, colline, boschi, pascoli e laghetti; Ferrazzano, un gioiello antichissimo dal quale osservare un vasto panorama che spazia dalla catena delle Mainarde e del Matese fino alla Maiella; Scapoli, famoso per le sue zampogne (ospita anche un museo e un festival internazionale, a fine luglio, dedicato allo strumento musicale), e Agnone, città d’arte ricca di storia sannita e medievale e nota nel mondo per la lavorazione artigianale di oro e rame e per la tradizione delle campane.
CAMPOBASSO

Sotto il castello si nasconde il Medioevo

Ha origini longobarde e, forse, esisteva già nell’VIII secolo con una propria cinta difensiva edificata sui resti di un’antica fortificazione sannita. Il nome Campobasso, a 700 metri sul mare, deriverebbe da Campus Vassorum, il luogo dove risiedevano i vassalli appunto. La parte antica, di origine medievale, è posta sul pendio di un colle dominato dal castello Monforte (ricostruito nel 1456-1463 dal conte Cola di Monforte), intorno a cui si sviluppa a ventaglio il centro storico con vicoli e scalinate lunghe e tortuose. Accanto al castello la chiesa di San Giorgio, costruita nel X secolo su un preesistente edificio sacro. I preziosi affreschi trecenteschi meritano un passaggio. Più a sud la chiesa di San Bartolomeo (XIII sec.), il cui interno è suddiviso in tre navate con archi a tutto sesto. Vicina all’omonima porta, la chiesa di , in onore del quale il 17 gennaio viene acceso un falò nella piazza antistante: qui le tradizioni si fanno sentire, a ogni latitudine. La città ottocentesca, denominata centro murattiano, si estende invece sul piano.
ISERNIA

Tra reperti antichi e fortezze

Città plurimillenaria, Isernia tramanda prime attestazioni di presenza umana risalenti addirittura a 600mila anni fa, come conferma il rinvenimento del dente di un bambino attribuito all’Homo heidelbergensis che, allo stato attuale delle ricerche archeologiche, rappresenta il più antico reperto umano della penisola italiana. Risale invece al IV secolo a.C. l’abitato di epoca sannita di Castelromano, vera e propria fortezza d’altura che con le sue possenti mura megalitiche era a presidio del territorio circostante ma soprattutto di un’antichissima percorrenza di transumanza, il tratturo Pescasseroli-Candela. Dove oggi si trova il borgo antico, nel III secolo a.C. venne fondata dai Romani la colonia latina di Aesernia. Che dunque conserva una stratificazione archeologica di circa 2.300 anni. Terremoti e guerre l’hanno tuttavia distrutta più volta, l’ultima delle quali nel 1943, quando a causa dei pesanti bombardamenti anglo-americani e dell’elevato numero di vittime tra la popolazione, le fu attribuita la Medaglia d’oro al valore civile.