Il vicolo più stretto d’Italia? Si trova a Ripatransone, nelle Marche

Il paese in provincia di Ascoli Piceno è appena entrato tra i Borghi più Belli d’Italia. Ecco cosa c’è da vedere (e da mangiare)

di CHIARA GIACOBELLI
19 febbraio 2025
Il Vicolo più stretto d'Italia

Il Vicolo più stretto d'Italia

Ogni borgo ha la sua particolarità: quello di Ripatransone, in provincia di Ascoli Piceno, nelle Marche, detiene il primato per quanto riguarda il vicolo più stretto d’Italia. Trovarlo e raggiungerlo è piuttosto semplice, in quanto lo identifica un cartello segnaletico ben visibile, in cui peraltro si attesta lo studio effettuato dal professor Antonio Giannetti in merito alla sua accurata misurazione. A dispetto delle dimensioni, è possibile attraversarlo, meglio se muovendosi in posizione laterale per affrontare alcune strettoie: in qualche modo si tratta di un’esperienza unica e originale.

Se già prima Ripatransone era insignito della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano ed era considerato per il suo panorama senza eguali il Belvedere del Piceno, da poco è anche entrato ufficialmente nel Club dei Borghi più Belli d’Italia, una certificazione che premia l’eccellenza storica, artistica e paesaggistica dei piccoli comuni italiani.

Ripatransone
Ripatransone

L’intero processo per l’ottenimento del riconoscimento, condotto da Stefano Fraticelli - Delegato al Turismo nel mandato 2018-2023 e attuale Presidente del Consiglio Comunale – rappresenta un traguardo significativo per la città e per l’intera comunità, simbolo di una visione strategica per la valorizzazione del territorio. “Questo risultato è il frutto di un lungo lavoro durato circa quattro anni dalla richiesta sino all’ultimo sopralluogo e poi all’ingresso vero e proprio nel Club – spiega il sindaco Alessandro Lucciarini – Ne siamo particolarmente orgogliosi perché siamo l’unico comune nelle province di Ascoli Piceno e Fermo ad avere entrambe le certificazioni (Borghi più Belli e Bandiera Arancione)”. Non solo gioie e soddisfazioni, però; il primo cittadino ha bene in chiaro “la responsabilità che tutto ciò comporta: non bisogna viverlo come un punto di arrivo, ma come una partenza per un impegno costante volto al mantenimento e al miglioramento, nonché all’arricchimento generale dell’offerta turistica”.

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Fraticelli ha invece sottolineato il momento cruciale rappresentato dalla visita di verifica dei delegati del Club, avvenuta nell’estate 2024: “In quell’occasione Ripatransone ha saputo mettere in mostra le sue straordinarie peculiarità: dalle architetture medievali ai paesaggi mozzafiato, fino alla ricca tradizione culturale ed enogastronomica, elementi che hanno convinto in merito alla nostra idoneità”. Soddisfazione anche da parte del presidente dei Borghi più Belli d’Italia delle Marche – Consigliere Nazionale della medesima associazione – Amato Mercuri, il quale ha dichiarato: “Ripatransone entra con giusto merito nella nostra associazione e impreziosisce l’elenco dei borghi delle Marche non solo per la bellezza, ma soprattutto per il fatto di essere un paese vivo e pieno di attività, che contribuirà quindi alle iniziative di promozione e valorizzazione dei borghi marchigiani”.

Piazza XX Settembre
Piazza XX Settembre

Dall’ampia balconata, a cui si accede passando sotto la rinascimentale Porta di Monte Antico, si apre una vista sensazionale che va dalle montagne al mare, sorvolando le dolci colline. Passeggiando fino al centro storico ci si potrà soffermare qualche minuto in piazza Matteotti, con le sue belle logge e i palazzi antichi, per poi imboccare vicoli in discesa e in salita, esplorando il borgo nel suo caratteristico impianto simile a un labirinto. Ripatransone è infatti uno dei centri più antichi e importanti della provincia di Ascoli Piceno, con una vocazione per il soggiorno turistico e in passato anche salutista, in quanto si trova a 494 metri di altitudine e a soli 12 chilometri dall’Adriatico. La struttura medievale è ancora visibile nell’urbanistica del paese, con edifici dal XV al XIX secolo e dimore nobiliari soprattutto lungo Corso Vittorio Emanuele II, che percorre la città longitudinalmente da nord a sud per circa un chilometro.

Da visitare è senza dubbio il Duomo-Basilica-Concattedrale di San Gregorio Magno, progettato dall’architetto modenese Gaspare Guerra e costruito dal 1597 al 1623, sebbene il tiburio ottagonale fu innalzato nel 1786, la facciata compiuta nel 1842 e il nuovo campanile portato a termine negli anni 1884-1902. Dalla cattedrale si accede direttamente al Santuario diocesano della Madonna detta di San Giovanni, patrona della città e diocesi di Ripatransone dal 1893, poi dal 1988 anche patrona della diocesi unificata di San Benedetto del Tronto, Ripatransone e Montalto; la porta d’ingresso fu realizzata in rame nel 1950 da Cleto Capponi.

Altri elementi di interesse sono la Chiesa di Sant’Agostino con il Museo Vescovile, Piazza XX Settembre su cui si affaccia il Palazzo Municipale e la Corte Medievale delle Fonti, utilizzata d’estate come teatro aperto per eventi. Spettacolare il Palazzo del Podestà, un edificio risalente al 1304 riconosciuto come uno fra i più suggestivi del territorio marchigiano, con uno stile architettonico tipico del basso Medioevo, di respiro romanico-gotico. La torre civica, a cui si poteva accedere autonomamente prima del 1826, subì diversi cambiamenti perdendo molto della forma originaria; è curioso ricordare che esattamente in corrispondenza della torre è tracciata la linea topografica del 43° parallelo, a cui è dedicato il monumento sferico del Dream Point (2022) nella contigua Piazza XX Settembre.

Palazzo del Podestà
Palazzo del Podestà

Nel 1790 furono avviati i lavori per trasformare il primo piano del Palazzo del Podestà in teatro, con tre ordini di palchi senza loggione. Il progetto fu affidato a Pietro Maggi, attivo nel territorio ed esperto nella realizzazione di teatri dalla riconversione di palazzi storici preesistenti. Fu nel 1824 che – sebbene ancora in fase di completamento – il Teatro del Leone venne aperto; dopo diverse opere di restauro agli interni, ora il sipario storico svolge la funzione di fondale, mentre nel 1894 il luogo venne rinominato Teatro Luigi Mercantini, in omaggio al poeta ripano.

Il sipario storico del teatro
Il sipario storico del teatro

Altrettanto interessanti sono quindi il Museo Civico Archeologico “C. Cellini” e il Museo della Civiltà Contadina ed Artigiana. Nel cuore del Quartiere di Agello, Palazzo Bonomi Gera fu progettato per la propria famiglia alla fine del secolo XVII da Luzio Bonomi (Ripatransone, 1669-1739). Negli anni 1963-’66 esso fu però acquistato da Uno Gera, che lo fece restaurare e riportare in gran parte all’architettura originaria. Lo stile dell’edificio è sobrio, con un portale in arenaria sormontato da un balconcino a costituire il principale elemento decorativo della facciata in laterizi. Donato al Comune di Ripatransone nel 1971 da Gera, dal 1976 ospita la Gipsoteca e la Collezione d’arte Gera, mentre nel 1977 si è aggiunta la Pinacoteca Civica, con anche una raccolta di maioliche e porcellane.

Ripatransone, il Belvedere del Piceno
Ripatransone, il Belvedere del Piceno

Il Museo Storico-Etnografico conserva monete e medaglie, epistolario e cimeli di Luigi Mercantini, oggetti di varie epoche, autografi di personaggi famosi, costumi dei magistrati, oggetti devozionali, curiosità etnografiche provenienti dall’Africa e dall’America Latina. L’Oploteca è invece una raccolta di circa 200 armi di differenti periodi. All’interno del palazzo è ospitato, inoltre, il Museo della Tradizione Garibaldina, una collezione di circa 100 pezzi tra cimeli, foto e documenti. La riapertura dell’intero Polo Museale è prevista per l’anno in corso. Pur non rientrando nell’area del cratere, Ripatransone ha subìto dei danni a causa del terremoto ed è quindi destinatario di finanziamenti da parte del Commissario Straordinario per la Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli; tra le aree attualmente inagibili in fase di recupero un’ala del Palazzo Comunale, la Chiesa di San Filippo e altri edifici sacri.

A tavola suggeriamo di ordinare il ciavarro, piatto tipico della cucina contadina, e lo stoccafisso in salsa. Ripatransone vanta anche una grande tradizione vitivinicola, essendo denominato Città del Vino e dell’Olio grazie alla qualità della produzione agricola, capace di coniugare egregiamente antiche usanze e innovazione. La superficie coltivata a vite è la più estesa delle Marche: sono ben 18 le cantine che hanno qui sede, spaziando da bianchi ricchi di intensità a rossi corposi e strutturati. Da segnare in agenda i numerosi eventi di valorizzazione della cultura enogastronomica locale. Nei ristoranti è possibile gustare i migliori piatti della tradizione, inoltre dalla volontà di promuovere le eccellenze ripane e picene nascono manifestazioni di successo come Le Vie di Bacco, un’autentica passeggiata enogastronomica tra le cucine della città. Imperdibili le sagre del territorio e il Puzzle Gastronomico, l’evento di cucina familiare più atteso dell’estate.

Il ciavarro
Il ciavarro

A rendere, però, il borgo famoso in tutta Italia è anche la manifestazione folcloristica del Cavallo di Fuoco, risalente al 1682 circa: si tratta di una rievocazione storica che si tiene la prima domenica dopo Pasqua, in coincidenza con la ricorrenza della Madonna di San Giovanni. L’evento, molto sentito dalla popolazione locale e non solo, è considerato Patrimonio d’Italia per la Tradizione. Ad esso è dedicato anche il Museo del Cavallo di Fuoco, aperto solo su prenotazione, così come l’altro stravagante museo della città: quello della Barbie, che segue la storia e l’evoluzione della bambola più famosa al mondo

Info: www.visitripatransone.it.