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Porte del morto, cappelli fatti col grano e salame spalmabile: quante curiosità e Tipicità a Fermo dintorni

Dalle antiche cisterne romane alle borse di lusso che piaccioni ai giapponesi, dalla Vernaccia rossa a Rocco Siffredi nella Sala del Mappamondo: alla scoperta dei tesori nascosti di questo angolo di Marche

di GLORIA CIABATTONI
13 aprile 2025
Fermo, piazza del Popolo

Fermo, piazza del Popolo

Anche quest’anno Tipicità Festival di Fermo, giunta alla 33esima edizione, si è confermata una vetrina vincente per il made in Marche, in primo piano il food e non solo. Il consuntivo è di tutto rispetto: 130 eventi, più di 10mila gli ingressi al Fermo Forum nei tre giorni della manifestazione, tra visitatori, stampa, operatori ed espositori, con ospiti anche da Giappone, Ucraina, oltre che da dieci regioni italiane.

“Le Marche crescono a tutti i livelli.” commenta Angelo Serri, patron e fondatore di Tipicità, che sottolinea come il successo sia stato possibile grazie al lavoro corale di una grande squadra di più di quaranta partner, privati ed istituzionali. Come le associazioni di categoria con le aree speciali predisposte da Coldiretti, Confartigianato, Copagri e Confartigianato. Un bel risultato per pool organizzativo, capeggiato dal Comune di Fermo in collaborazione con Regione Marche, Camera di Commercio delle Marche ed Anci Marche, insieme ai Comuni di Macerata Porto Recanati, Porto San Giorgio, Sant’Elpidio a Mare, Sarnano e Senigallia.

Un momento dell'inaugurazione di Tipicità Festival
Un momento dell'inaugurazione di Tipicità Festival

Fondamentale l’apporto scientifico delle tre università di Camerino, Macerata e della Politecnica delle Marche, insieme al partner progettuale Banco Marchigiano ed al Consiglio Regionale delle Marche, quest’ultimo con la mostra dedicata agli artisti contemporanei della regione. E ben quatto i patrocini del governo italiano: due Ministeri, del Turismo e dell’Agricoltura, insieme al Commissariato Generale di Padiglione Italia per Expo Osaka 2025 e al Commissariato per la Ricostruzione Sisma 2016.

E ancora una volta Tipicità Festival è stato per i visitatori, soprattutto i non marchigiani, un punto di partenza per scoprire sapori antichi e vini rari. Questo grazie anche agli chef dell’Accademia di Tipicità, come ad esempio i Cuochi Contadini di Coldiretti Marche che hanno riproposto antichi prodotti, come ad esempio la roveja, un piccolo pisello di colore scuro e dal sapore simile a quello delle fave, ottimo per le zuppe. Ma le Marche celano anche altro oltre alla gastronomia. Quindi, per chi non ha visitato Tipicità Festival, ecco luoghi e realtà da scoprire partendo da Fermo, all’insegna di “lo sapevate che....?

Fermo: le cisterne romane e non solo

Le cisterne romane
Le cisterne romane

Lo sapevate che a Fermo, Comune delle Marche di 35.848 abitanti e capoluogo della provincia omonima, c’è una struttura pressoché unica e ben nascosta sotto terra? Sono le Cisterne romane (proprio nel centro storico) costruite tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C. Sono il simbolo dell’antica Firmum Picenum, il più grande serbatoio romano d’Italia con una portata di 15.000 m 3 e sono rimaste in funzione per oltre 2000 anni. Sono sorte per immagazzinare l’acqua piovana e distribuirla in città fino al porto sull’Adriatico (distante 7 Km). Oggi è impressionante visitare le oltre 30 stanze con volte a botte (a Natale qui viene allestito il Presepe Vivente), su una superficie di 2.200 mq, e regalano l’emozione di essere in uno spazio fuori dal tempo, in un luogo edificato con mezzi rudimentali rispetto a quelli odierni eppure ancora oggi perfetto.  Alle Cisterne si entra dal Museo Civico Archeologico, quindi si può visitare anche la collezione privata De Minicis (Via Paccarone, 36, per visite tel. 0734 340383; www.fermomusei.it).

Fermo: che ci fa Rocco Siffredi con un mappamondo del ‘700?

Il centro storico di Fermo è da scoprire a piedi, iniziando dalla bella rinascimentale piazza del Popolo, dove si affaccia il duecentesco Palazzo dei Priori, con la Pinacoteca Civica. Lo sapevate che qui è conservata la famosa Adorazione dei Pastori di Peter Paul Rubens? Vi sono anche altri dipinti e preziosi arazzi fiamminghi intessuti di fili d’oro. Nella Biblioteca c’è il vanto di Fermo, la famosa Sala del Mappamondo, con un mappamondo disegnato dal cartografo Moroncelli di Fabriano nel 1713. Ma come fu portato nell’edificio se nessuna porta è abbastanza grande da farlo passare? Si sono fatte diverse ipotesi, la più accreditata è che siano stati smontati dei cassettoni del soffitto per calarlo dall’alto. In concomitanza con Tipicità questa sala è stata set del film Blue con Rocco Siffredi (interpreta un padre la cui figlia è alle prese con scelte difficili e col mondo illusorio del web) e in una pausa della troupe è stato possibile ammirare da vicino – cosa di solito vietata-  lo stupendo mappamondo e le sue illustrazioni: continenti, animali, caravelle. Un’emozione che non da poco!

Il Mappamondo nella Biblioteca di Fermo
Il Mappamondo nella Biblioteca di Fermo

Palazzo dei Priori fino al 4 maggio 2025 ospita due mostre: ‘Children’ la suggestiva esposizione di ritratti di bambini di Steve McCurry, e ‘Rinascimento a Fermo’ con opere di importanti artisti locali, curata da Vittorio Sgarbi. Interessante e è anche il Teatro Comunale dell’ Aquila, edificato su progetto dell’architetto Cosimo Morelli di Imola, e inaugurato il 26 settembre 1790. Ha 124 palchi su cinque ordini e una capienza di circa mille posti. Da vedere anche la Cattedrale dedicata all’ Assunta, dalla facciata romano-gotica (1227), che custodisce una suggestiva cripta. Sorge sul colle Girfalco, se da piazza del Popolo si va a piedi c’è un po’ di salita, ma poi si è ripagati dalla bellezza dell’edificio e dal suo parco, ci si gode il panorama splendido con il mare sullo sfondo, e si scende in centro percorrendo stradine scoscese tra antiche case, un percorso suggestivo in un’atmosfera d’altri tempi.

Giochi in borsa da Loro Piceno al Giappone

Laura Linfozzi, titolare dell'atelier insieme al fratello Luca
Laura Linfozzi, titolare dell'atelier insieme al fratello Luca

Lo sapevate che a Loro Piceno nascono borse pregiatissime che volano anche in Giappone? Nell’atelier ‘Laura Di Luca’ (lauradiluca.eu) le borse sono realizzate a mano in Italia e la filiera di produzione è in questo piccolo borgo medioevale vocato alla lavorazione artigianale della pelle. E’ una storia di famiglia, iniziata da Franco Linfozzi che cominciò da ragazzino a lavorare in un laboratorio di pelletteria e poi si mise in proprio, fondando questa realtà che ora porta avanti insieme ai figli Laura e Luca e 23 collaboratori. Qui nascono borse sostenibili perché prodotte con pellami non inquinanti, lavorate a basso impatto ambientale, prodotte per le più importanti griffe di alta moda nel mondo. La professionalità impedisce a Laura di svelare nomi di committenti e mostrare prototipi, ma si riesce a sbirciare un po’ di borse in lavorazione, piccoli gioielli nel senso letterale, perché costeranno svariate migliaia di euro. Spiega Laura che adesso anche il mercato orientale, giapponese in particolare, dà molte soddisfazioni e richiede borse fatte apposta. Ma Laura non si ferma, così dopo il Covid nasce il brand Laura De Luca, una nuova sfida sempre nel nome del “made in Marche” che si rivela vincente.

A Montappone si prende cappello

Lo sapevate che da un campo di grano marchigiano sono nati cappelli famosi nel mondo? Montappone (poco più di 1.500 abitanti) è il centro del più importante distretto europeo della produzione di cappelli. Iniziarono i contadini nel 1300 a intrecciare i gambi del grano che veniva coltivano e mietuto sui colli, per realizzare cappelli di paglia. Era il grano di varietà Jervicella, che ha piante altissime, che si spezzavano con il vento e non erano facili da raccogliere. Ma erano ideali per confezionare quei cappelli che ebbero un successo crescente, soprattutto nell’ 800. Alla fine degli anni ’60 nasce il Distretto del Cappello fra la Provincia di Fermo e quella di Macerata, e comprende i comuni di Montappone, Massa Fermana, Monte Vidon Corrado, Falerone, Mogliano, Loro Piceno e Sant’Angelo in Pontano. Questi 7 comuni hanno in tutto circa 15.500 abitanti e insieme producono circa l’80% della produzione di cappelli in Italia, e Montappone e Massa Fermana (3.000 abitanti circa) producono più del 70% di questa produzione, e il 60% in Italia.

Museo del Cappello
Museo del Cappello

Dove quindi se non a Montappone poteva sorgere il Museo del Cappello (www.museodelcappellomontappone.it)? Piccolino ma benissimo organizzato, colorato, allegro, affascina grandi e piccini ed è difficile resistere alla tentazione di provare questi copricapi di presenti in quantità. Cappelli ma anche attrezzi, trecce, fotografie, antiche macchine... la storia dei copricapi, soprattutto di paglia (ma ci sono anche creazioni molto fantasiose) è davanti a noi. L’evoluzione del cappello ha portato ad affiancare alla paglia anche altri materiali (feltro, lana, cachemire, ecc.). Tra le aziende più rappresentative c’è il cappellificio Sorbatti (www.sorbatti.it), voluto nel 1922 da Attilio ed Ester Sorbatti che hanno iniziato una tradizione che ha coinvolto i figli Filippo, Ermanno e Nerino fino ai nipoti Marco e Attilio. Nel Sorbatti Outlet si trova veramente ogni tipo di cappello, da uomo e da donna, ma anche berretti, cuffie, sciarpe e articoli vari, tutti made in Italy.

Sarnano e i tesori d’arte antica

Sarnano, ai piedi dei monti Sibillini, è un borgo medioevale Il cui centro storico mantiene la forma del castrum medioevale e le strade convergono in alto, verso la Piazza Alta dove si trovano la Chiesa di Santa Maria di Piazza, il Palazzo del Popolo, il Teatro della Vittoria, la Chiesa di San Francesco e l’ex convento francescano oggi Municipio, e la Biblioteca.. Il borgo è perfettamente conservato e le case hanno un fascino antico, alcune hanno piccoli accessi murati accanto ai portoni: sono le ‘Porte del morto’ dalle quali venivano fatte uscire le salme dei defunti e poi murate!

Un'opera alla Pinacoteca di Sernano
Un'opera alla Pinacoteca di Sernano

Ma la cosa davvero straordinaria di Sarnano sono i suoi tesori d’arte: lo sapevate che questo borgo con poco più di 3mila abitanti ha una collezione d’arte straordinaria? La Madonna Adorante il Bambino con angeli musicanti (fine XV secolo) di Vittore Crivelli è il gioiello indiscusso della Pinacoteca di Sarnano, ma vi sono anche molte altre opere di pregio: di Vincenzo Pagani, Stefano Folchetti, dell’artista di origine slava Marchesiano di Giorgio da Tolentino, di Simone De Magistris e di tanti artisti marchigiani ed emiliani attivi tra il XVII e il XVIII secolo. Molto cara agli abitanti è la tela di Pietro Procaccini (1646), raffigurante San Francesco che dona lo stemma con un Serafino alla cittadina, stemma che si dice sia stato disegnato dal Santo quando passò da qui, e ora Sarnano è diventata una tappa del Cammino Francescano della Marca.

Attualmente nella Pinacoteca sono conservate anche le opere provenienti dalla Chiesa di Santa Maria di Piazza Alta. Ora le collezioni dei Musei Civici non sono aperte, ma ultimati i lavori si potrà ammirare il Museo dell’Arte Sacra con oggetti e reliquiari provenienti dalle numerose chiese del territorio comunale. Al secondo piano si trovano tre collezioni: il Museo delle Armi e della Caccia, il Museo dell’Avifauna dell’Appennino (momentaneamente chiusi) e il Museo dei Martelli, davvero curioso e unico attualmente visitabile.

Ciauscolo, il re dei Monti Sibillini

Lo sapevate che c’è un salume speciale prodotto solo in alcuni comuni delle province di Ancona, Macerata, Ascoli e Fermo.? E’ un’altra sorpresa delle Marche, è il ciauscolo Igp, il salame morbido e spalmabile ottenuto dalla doppia macinatura di tagli pregiati di carne suina solo marchigiana: pancetta, spalla e rifilature di prosciutto e lonza. A Sarnano il Salumificio Monterotti (Borgo Giuseppe Garibaldi, 109), fondato nel 1970 da Fabrizio, scomparso a causa del Covid, è ora portato avanti dalle figlie Genny e Katia con il marito Riccardo, che continuano la tradizione paterna di ciauscolo Igp, ma anche di prosciutto, salsiccia di fegato, salame lardellato, lonza, lonzino, guanciale, mortadella. Nel salumificio, dove lavorano 16 persone, vengono lavorati circa 30 maiali ogni settimana, si usano solo carni di allevatori locali, e stagionata con il metodo “profumo di bosco”, ovvero in maniera artigianale, con il caminetto classico e legni selezionati che conferiscono ai salumi un profumo speciale.

Quando la Vernaccia è rossa

Lo sapevate che esiste una Vernaccia rossa e spumante? Quando si parla di Vernaccia Docg si pensa a quella toscana di San Gimignano, di colore giallo paglierino, ma qui nelle Marche troviamo la Vernaccia di Serrapetrona Docg, realizzata con il vitigno autoctono Vernaccia Nera. Nasce così in questo paesino dell’entroterra maceratese un vino spumante rosso Docg, le cui uve vengono fatte appassire parzialmente su appositi tralicci, secondo un metodo che risale al 1.600. L’azienda Alberto Quacquarini ( quacquarini.it) coi suoi 35 ettari è il maggior produttore di Vernaccia di Serrapetrona Docg dal 1958, in versione secca, che si abbina bene ai salumi, e dolce, da bere con crostate e biscotti. L’azienda, portata avanti dalla famiglia, è biologica e lavora nel rispetto di antiche tradizioni. Nel 1989 nasce la Dolciaria Quacquarini la cui produzione artigianale spazia dal cioccolato (e uova di Pasqua) ai torroni, ai biscotti, e panettoni e colombe pasquali vengono preparati anche a base di Vernaccia! E per completare le eccellenze del territorio, è nata la Palombina, dedicata all’allevamento e alla produzione di salumi e prosciutti in modo naturale, senza additivi e conservanti ma seguendo la tradizione contadina.

Mangiare e dormire

A Porto San Giorgio (Fermo) l’Hotel Timone è un 4 stelle a soli 800 mt dall’uscita del casello autostradale. Ha un bel ristorante dove alla vigilia di Tipicità Festival si è svolto ‘Stoccafisso senza frontiere’, un viaggio del gusto con dieci interpretazioni dello stoccafisso: venete, trentine, altoatesine, friulane, liguri, marchigiane, campane, molisane, siciliane…

A Fermo l’ Hotel Astoria è un bel 3 stelle a due passi da piazza del Popolo. Qui durante Tipicità Festival si è svolta la serata ‘Dalle Ande agli Appennini’ con la cena approntata da chef argentini e marchigiani a base di carne fata giungere appositamente dall’Argentina.

Il Bocasalina Bistrot, a Civitanova, Marche (viale Matteotti, 1) si trova all’interno dell’hotel Miramare, in un bell’ambiente raffinato, dove la cucina della tradizione viene proposta con eleganza. Da provare il carpaccio di pesce spada, gli gnocchetti di patate ai frutti di mare e la spigola arrostita.

Come arrivare a Fermo

In auto si arriva percorrendo la A14 Bologna- Taranto, uscita Fermo- Porto San Giorgio, e infine prendere la SS16 Adriatica. In treno, la stazione è a Porto San Giorgio. L’aeroporto più vicino è quello di Falconara-Ancona.