Pollenza, il fascino non solo medievale del gioiello nascosto delle Marche

Dall’Abbazia di Rambona alla nuova ciclopedonale, dal Museo della Vespa all’eleganza di palazzi e chiese: l’antico borgo racchiude autentici tesori sconosciuti ai più

di CHIARA GIACOBELLI
26 novembre 2024
Passeggiando tra i vicoli di Pollenza

Passeggiando tra i vicoli di Pollenza

Adagiato sulle dolci colline della provincia di Macerata, Pollenza è un gioiello d’inestimabile valore, custode di storia, arte e tradizioni, che tuttavia in pochi conoscono e apprezzano, persino tra gli stessi marchigiani. Eppure la sua posizione strategica, a pochi chilometri dai Monti Sibillini e con uno sguardo verso il mare Adriatico, rende questo borgo un punto d’incontro tra la natura più vigorosa e il patrimonio culturale.

Il centro storico di Pollenza, cinto da mura medievali ancora ben conservate per buona parte della loro lunghezza, svetta su un colle che, dalla sua modesta altezza, regala comunque dei bei panorami sull’entroterra marchigiano: un invito irresistibile specialmente per gli amanti della fotografia e della tranquillità, che qui troveranno numerosi scorci da immortalare, senza essere di certo disturbati dalla folla.

Le antiche mura di cinta perfettamente conservate
Le antiche mura di cinta di Pollenza perfettamente conservate

Destinazione perfetta per il turismo slow, toccata peraltro dalla Via Lauretana, Pollenza affonda le sue radici nell’epoca romana, quando era nota con il nome di Pollentia; nel corso dei secoli il borgo ha attraversato un susseguirsi di dominazioni che ne hanno plasmato l’identità unica, caratterizzata da stili di vario genere e periodo. Oggi, passeggiando per i suoi pittoreschi vicoli, non si può che notare il perfetto equilibrio tra da una parte la sobrietà delle strutture medievali e dall’altra la raffinatezza di quelle neoclassiche.

Tra le attrazioni principali che suggeriamo di visitare vi è innanzitutto la sala nobiliare del Palazzo Comunale, interamente affrescata e generalmente aperta al pubblico; il Teatro Giuseppe Verdi è un piccolo capolavoro architettonico di fine Ottocento, che con le sue decorazioni eleganti e l’acustica impeccabile continua a ospitare una stagione teatrale di rilievo. Diversi gli edifici sacri degni di essere menzionati, uno accanto all’altro in così poco spazio.

La bellissima sala nobiliare del Palazzo Comunale di Pollenza
La bellissima sala nobiliare del Palazzo Comunale di Pollenza

La Chiesa di San Biagio, protettore del paese, è probabilmente la più grande e scenica: ricostruita ben tre volte (l’ultima nel 1834-44) rappresenta alla perfezione lo stile neoclassico, con una croce greca a tre navate, un’ampia cupola centrale, la facciata caratterizzata da un solenne pronao con quattro trionfali colonne dai capitelli ionici che reggono il timpano triangolare e all’interno il coro capitolare magistralmente lavorato da Filippo Andreani; ad esso si affianca un tripudio di pitture e decorazioni a cura di varie maestranze.

La Chiesa di San Biagio con la caratteristica facciata neoclassica
La Chiesa di San Biagio con la caratteristica facciata neoclassica

Altra chiesa che costituisce una rara perla in tutto il centro Italia è la Chiesa di Sant’Antonio e Francesco, con una facciata brillante e colorata, color pastello ornato d’oro. Tra le varie figure di santi, si individua facilmente la protettrice dell’Ordine Francescano, l’Immacolata, dietro alla quale si trova un grande rosone; tutto attorno mosaici di elementi e personaggi simboleggianti la teologia e la filosofia, statue in bronzo, tre nicchie, medaglioni e stemmi. Vi è poi la Chiesa dell’Immacolata Concezione, fondata nel 1687 dal nobile Borromeo Accursi; al suo interno conserva un organo di valore lavorato dalla ditta Nicomede Agati di Pistoria (1848).

La Chiesa dell’Immacolata Concezione
La Chiesa dell’Immacolata Concezione

Camminando per le vie del centro storico, in pochi passi si raggiungono i due principali poli culturali di Pollenza: il Museo Civico di Palazzo Cento, con una collezione di oggetti e cimeli che ripercorre la storia del paese, e l’originale Museo “Vite da Vespa”, punto di riferimento in Italia per gli appassionati del settore; si tratta di un accurato lavoro di raccolta, compiuto dal pollentino Marco Romiti, che attrae visitatori da ogni dove grazie a vecchi motoveicoli in ottime condizioni e a una ricca oggettistica inerente il mondo della Vespa. Ricordiamo infine che Palazzo Cento, antico edificio nobiliare del XVI secolo, ospita anche la biblioteca e la pinacoteca comunale.

Pollenza è inoltre rinomata per la tradizione artigianale legata alla lavorazione della terracotta e della ceramica: vi si tiene, tra gli altri eventi, la Mostra Mercato di Antiquariato e Restauro, molto frequentata da collezionisti e appassionati del settore. In queste occasioni i luoghi principali del borgo, come Piazza della Libertà, accolgono i turisti in un’atmosfera vivace, grazie anche alla presenza di graziosi caffè storici, locali tipici dove gustare i prodotti marchigiani e botteghe decennali.

“La nostra intenzione è quella di arrivare a definire un calendario di aperture bisettimanali o mensili, durante le quali si potranno visitare le nostre principali attrazioni, comprese le chiese – spiega il sindaco di Pollenza Mauro Romoli – anche se questo non sarà mai un paese dalla grossa affluenza turistica, abbiamo pochi ma significativi elementi di interesse, come i musei, il teatro e i luoghi sacri, che vogliamo valorizzare al massimo”.

La magia di Pollenza e dei suoi dintorni non finisce però qui. A pochi chilometri dal borgo, immersa in una vallata dai colori sgargianti, si erge la misteriosa Abbazia di Rambona, centro spirituale da secoli meta di pellegrinaggi, oggetto di leggende, studi e molte visite. Attualmente la chiesa è purtroppo chiusa a causa del sisma del 2016, sebbene benefici di un finanziamento per essere ricostruita e restaurata alla perfezione.

L'affascinante cripta dell'Abbazia di Rambona
L'affascinante cripta dell'Abbazia di Rambona

I marchigiani, e più in generale gli appassionati di spiritualità, storia e arte di tutta Italia, ne attendono con impazienza la riapertura; per ora il comune ha realizzato la Pista ciclopedonale ‘Lorenzo Ancillani’, che le passa tutto attorno tra campi verdeggianti, boschetti, ponti e ruscelli, seguendo un anello di circa due chilometri, con lavori in corso per l’ampliamento che presto lo renderà un vero percorso naturalistico capace di collegare Pollenza alla vicina Treia.

Un tratto della Pista ciclopedonale “Lorenzo Ancillani”
Un tratto della Pista ciclopedonale “Lorenzo Ancillani”

Fondata probabilmente nel IX secolo dalla regina Ageltrude, madre di Ludovico III, l’abbazia è un mirabile esempio di architettura preromanica, con influenze carolingie e longobarde; l’imponente struttura in pietra, arricchita da capitelli finemente scolpiti e resti di decorazioni affrescate, richiama l’attenzione di studiosi ed esperti di arte sacra, specialmente per quanto riguarda la cripta, uno dei luoghi più suggestivi e meglio conservati dell’intero complesso.

L'Abbazia di Rambona in attesa dei lavori di ristrutturazione
L'Abbazia di Rambona in attesa dei lavori di ristrutturazione

Racconti, ipotesi e intriganti teorie circondano l’Abbazia di Rambona: si narra, infatti, che il nome stesso derivi dalla dea romana Bona, venerata anticamente in questi luoghi; alcuni sostengono anche che l’edificio sorga su un antico tempio pagano, le cui energie permeano ancora il sito. Un altro racconto popolare parla invece di un passaggio segreto che collegherebbe l’abbazia al castello di Pollenza, un corridoio nascosto utilizzato per fuggire ad eventuali invasori. Al momento l’area non è accessibile, tuttavia i suoi dintorni si presentano come un’oasi di pace e natura, dove si percepisce il fascino di un passato glorioso celato tra boschi e ruscelli. Un luogo in ogni caso da scoprire e da vivere.