San Maurizio al Monastero, la Cappella Sistina di Milano
Oltre 4mila metri quadri di affreschi fanno di questa chiesa un vero e proprio baule del tesoro della pittura rinascimentale lombarda
San Maurizio al Monastero è una perla nascosta in Corso Magenta, a Milano. Perchè nascosta? Non sono in molti a conoscerla per via dell'aspetto esteriore della Chiesa, molto simile a quello di tanti altri edifici simili. Al suo interno invece, San Maurizio al Monastero offre uno spettacolo artistico con pochi pari al Mondo. Tutto merito degli affreschi rinascimentali, davanti ai quali è impossibile non rimanere ammaliati. Di recente, è stata definita la Cappella Sistina di Milano, grazie alla bellezza dei suoi 4mila metri quadri di affreschi.
La storia della chiesa
Originariamente la Chiesa era annessa al Monastero Maggiore, istituzione straordinaria che giocò un ruolo fondamentale nella vita spirituale e culturale di Milano per secoli. Il monastero era anche rinomato per la sua impressionante collezione di arte e manoscritti, che venivano conservati e studiati con cura dalle monache. La Chiesa di San Maurizio, annessa al monastero, era un edificio bellissimo e imponente che rifletteva la ricchezza e il potere dell'istituzione. All’inizio del 1500 il complesso vide un rinnovamento drastico: la sua chiesa viene completamente ricostruita, a partire dal 1503. L'architetto è ad oggi ignoto. Probabilmente fu opera del milanese Gian Giacomo Dolcebuono. Era un artista talentuoso e visionario, molto apprezzato all'epoca. Aveva una profonda conoscenza dei principi dell'architettura e del design ed era in grado di creare un edificio elegante e funzionale allo stesso tempo. Il suo lavoro sul Duomo, uno dei progetti architettonici più ambiziosi dell'epoca, gli aveva fornito le competenze e l'esperienza necessarie per affrontare il complesso compito di progettare la Chiesa di San Maurizio. La particolarità strutturale dell'edificio riguarda la presenza della parete divisoria che separa l'interno della chiesa in due aule. La prima, quella pubblica, è per i fedeli, mentre la seconda è riservata alle monache.
Gli artisti
Committenti degli affreschi furono Alessandro Bentivoglio, allora governatore di Milano e Ippolita Sforza, sua moglie. Ben quattro delle loro sei figlie, furono destinate al convento. Gli artisti che hanno lavorato agli affreschi sono stati diversi. Il principale, Bernardino Luini è considerato uno dei più importanti seguaci di Leonardo Da Vinci. Con la sua bottega molto affermata al tempo, il Luini ha dipinto varie eccellenze sparse per la Lombardia, come chiese e ville private. Un altro allievo di Leonardo è stato Boltraffio, anche lui cresciuto nella bottega di Luini. Ricordiamo fra gli altri Vincenzo Foppa, i fratelli Campi e Simone Peterzano, quest'ultimo maestro di Caravaggio. I migliori protagonisti della pittura cinquecentesca lombarda hanno lavorato agli affreschi di San Maurizio al Monastero.
I soggetti degli affreschi
Partiamo dalla parete divisoria. Autore degli affreschi è Bernardino Luini insieme alla sua bottega, intorno al 1530. Protagonista delle raffigurazioni è San Maurizio, dipinto nelle scene del martirio e dell'inchino del re Sigismondo che, insieme a quello dell'Assunzione della Vergine Maria, dominano la parte superiore. Scendendo troviamo l'affresco di Santa Cecilia e San'Orsola, fra i più famosi della Chiesa, e i volti di Santo Stefano, San Benedetto e San Giovanni Battista, quest'ultimo intento a battezzare un uomo, Alessandro Bentivoglio. Di particolare importanza, L'Adorazione dei Magi, dipinta da Antonio Campi, collocata proprio sopra l'altare maggiore, e Le nozze di Cana. Il più iconico probabilmente è L'Arca di Noè, dipinto da Luini che colpisce non solo per la sua bellezza, ma anche per la presenza degli unicorni, diventati il simbolo degli affreschi della Chiesa di San Maurizio