Quando le rocce diventano tavolozze della preistoria
Una serie di scrigni magici del tempo che appaiono, uno dopo l’altro, tra il fitto di una vegetazione di incredibile bellezza. Passo dopo passo, calpestio dopo calpestio, l’emozione è contagiosa, soprattutto se si viaggia con bimbi al seguito. è l’emozione della scoperta. Perché le incisioni rupestri della Valle Camonica - primo parco italiano inserito nel Patrimonio Unesco nel 1979 - rappresentano un po’ un’ecologica caccia al tesoro nella storia. Un ambiente dal fascino unico all’interno del quale uomo e natura hanno vissuto in simbiosi fin dalla preistoria: siamo nella ‘Valle dei Segni’ ed è qui che si trovano le più importanti tracce dei nostri antenati su tutto il territorio nazionale. Tracce che sono state scoperte nel 1909 dal geografo bresciano Walther Laeng, il quale fece sapere al mondo del ritrovamento di queste bellissime incisioni su due massi vicino al paese di Cemmo. Sono otto complessivamente i parchi interessati, quello del Lago Moro, Luine e Monticolo (Darfo Boario Terme), il parco archeologico di Asinino-Anvòia (Ossimo), la riserva naturale di Ceto, i tre parchi di Capo di Ponte, quello di Sellero e infine il percorso pluritematico del ‘Coren delle Fate’ a Sonico. In totale parliamo di oltre 180 località distribuite in 24 Comuni. Capitolo disegni, ovvero incisioni. La roccia è come una tavolozza: sopra, vi sono rappresentati cacciatori, guerrieri, contadini, carri e aratri, cavalli, figure maschili e femminili (con le biologiche evidenti differenze!). Le pietre parlano, raccontano una vita che è a metà tra la quotidianità e il rito religioso. Insomma è come vedere materialmente in un sol colpo pagine e pagine di sussidiario studiate di malavoglia alle elementari. Questo libro aperto sulla storia (esiste un biglietto unico per visitare tutti i parchi e costa 11 euro, info su www.vallecamonicaunesco.it) non annoia di certo nemmeno i più piccoli, divertiti ad arrampicarsi tra i sentieri alla ricerca del disegno più curioso. Un’esperienza unica, da vivere da soli o, appunto, con la famiglia. Per un viaggio indietro milioni di anni.