Lombardia, alla scoperta di Sabbioneta
Condivide la presenza nella lista dei siti Unesco con Mantova. Un traguardo che, dal 2008, premia Sabbioneta per le sue origini “a tavolino”. Perché fondatore e ideatore della Sabbioneta attuale è il principe Vespasiano Gonzaga che in 35 anni ( dal 1556 sino alla sua morte avvenuta nel 1591) volle tradurre in realtà i principi della città ideale dettati da Umanesimo e Rinascimento. Ne sono testimonianza gli edifici artistici e il patrimonio di arte figurativa che la città lombarda può vantare. Come la Galleria degli Antichi, il “Corridor grande nella piazza del castello” edificato tra il 1584 e il 1586 e decorato ad affresco nel 1587 da Giovanni e Alessandro Alberti. Fu costruita per ospitare una raccolta di marmi antichi del duca (costituita da busti, statue, epigrafi), che egli acquistò dopo il suo rientro dalla corte reale di Spagna nel 1578. La collezione, nel 1773, per decreto austriaco, fu trasferita nel palazzo dell’Accademia di Mantova. E l’indissolubile legame con Mantova è confermato dal fatto che oggi i marmi, da poco restaurati, sono esposti nella galleria della Mostra all’interno del Palazzo Ducale di Mantova. Il duca e la sua dinastia vollero anche una chiesa pantheon (vi è infatti ospitata la tomba -mausoleo di Vespasiano) e tra il 1586 e il 1588 venne eretta la Chiesa della Beata Vergine Incoronata, imponente e austera all’esterno, quasi simile a una fortezza, ma elegante, luminosa e riccamente decorata all’interno. Forte la presenza di una comunità giudaica in città come testimonia anche la Sinagoga, costruita nel 1824 su progetto dell’architetto locale Carlo Visioli nello stesso edificio dove si trovava la precedente, più piccola, sala di preghiera. All’angolo tra via Campi e via Pio Foà, sopravvive una delle residenze della famiglia Foà, che insieme ai Forti hanno costituito per secoli la struttura della comunità sabbionetana. Attigua a Palazzo Forti, si trova la casa natale di Giuseppe Ottolenghi, il primo ebreo italiano ammesso al corso ufficiali dell’esercito piemontese sabaudo. Partecipò alle guerre di indipendenza del 1866; percorse tutte le tappe della carriera militare sino al grado di generale di corpo d’armata, fu nominato senatore del Regno d’Italia nel 1902 e ministro della guerra nel governo Zanardelli (1902-1903). In questa casa, soggiornò per alcuni periodi estivi lo scrittore Ippolito Nievo che era compagno di scuola e amico di Emanuele Ottolenghi, fratello di Giuseppe. L’occupazione francese mise ancora più in luce il potere economico degli ebrei locali. La famiglia Forti acquistò dal Demanio nel 1812 il Palazzo Ducale, il Teatro e l’ex Convento dei Serviti. Il Teatro è il primo stabile d’Europa.