Il sito di Rossini, galleria d’arte a cielo aperto
Il tetto giardino è conquistato dalla vegetazione autoctona, i materiali del padiglione di ingresso progettato dall’architetto newyorkese James Wines sono tutti del posto e le vetrate sul parco diventano un cannocchiale sulle colline della Brianza e sulle Alpi. Un luogo che dialoga direttamente col territorio e ne è parte integrante. Perché in fondo, parafrasando il filosofo Ralph Emerson, la natura è la più grande galleria d’arte ed è proprio attorno a noi. Ed è lì, nel verde di Briosco, che inizia un viaggio nella storia della scultura italiana dal secondo Dopoguerra ad oggi. E’ lì che nel 2007 è nato il Rossini Art Site (www.rossiniartsite.com; [email protected]), un parco-museo che l’imprenditore mecenate Alberto Rossini volle realizzare vicino a casa per la sua collezione d’arte. Una passione genuina in uno spirito di grande industriale che con la sua Ranger è diventato leader nel campo degli stampi e partner tecnologico di famosi gruppi automobilistici come Ferrari, Aston Martin e Maserati e di molte ditte di arredamento, come Molteni e B&b. Amico, tra gli altri, di Pietro Consagra, Bruno Munari, Giò Pomodoro, Fausto Melotti, Andrea Cascella e Grazia Varisco, Rossini decise di circondarsi di arte. Amava le salite e le discese del terreno, le colline circostanti e l’atmosfera di questo parco, tanto che negli anni lo plasmò, posizionando le sue opere e commissionandone altre. “Ma questo spazio così intimamente vicino alla sua abitazione non era qualcosa di esclusivo” racconta il figlio Marco che insieme al fratello Matteo guida l’azienda di famiglia. Da lui hanno ereditato anche l’amore per l’arte e ora gestiscono il parco-museo e la Fondazione Pietro e Alberto Rossini, istituzione no profit impegnata nella valorizzazione dell’arte contemporanea. Un mese prima di andarsene, nel 2015, realizzò il sogno di aprire al pubblico il suo museo a cielo aperto, “per lui era motivo di orgoglio e di piacere”. Nei 10 ettari dentro al Parco della Valle del Lambro, in via Col del Frejus a mezzora d’auto da Milano e lungo sentieri e percorsi ciclabili, si scopre l’età dell’oro della scultura italiana con le opere di Pomodoro, Cascella e Mario Negri, si incontrano i maestri dell’Astrattismo concreto come Turcato, Consagra, Leoncillo, Munari, Melotti. E poi la produzione del Nouveau Réalisme di quel Pierre Restany, critico d’arte degli anni Sessanta e grande amico di Rossini. Ma da uomo di impresa, per Alberto Rossini l’investimento in arte non era solo puro sostegno economico alla realizzazione di importanti opere, ma anche vera e propria realtà produttiva: molti gli artisti invitati a realizzare le proprie opere con la strumentazione e le competenze dell’azienda meccanica di famiglia, a cominciare dall’architetto Massimiliano Fuksas, affiancato nella realizzazione della maquette della Casa della Pace, esposta per la prima volta alla Biennale di Venezia del 2000 per rappresentare in scala ridotta la Peres Peace House poi realizzata a Giaffa, in Israele. Grandi maestri, ma spazio anche ad autori più giovani e meno acclamati. Nel parco-museo c’è l’essenza di chi lo ha sognato. Per questo “oltre a seguire una mappa, attraversate le sculture, giocate con i vostri figli, sdraiatevi nel prato a leggere un libro o semplicemente ad ammirare un tramonto. Insomma, in questo luogo provate a regalarvi anche il tempo”.