Tradizione rispettata, anche quest'anno: la città di
Bormio si prepara a celebrare
l'antico rito dei Pasquali, domenica 9 aprile. Un evento annuale,
tra cultura contadina e rituale religioso, una manifestazione unica che affonda le proprie radici nelle antiche tradizioni contadine e che, ancora oggi, richiama la partecipazione di migliaia di persone. Assistere alla
sfilata dei Pasquali è emozionante e divertente poiché si condivide con la popolazione locale un'atmosfera magica, intrisa di storia secolare ed entusiasmo collettivo. Sulle strade del paese, nel giorno di Pasqua, a partire dalle 10,
i Pasqualisti portano a spalla
grandi portantine a tema religioso per tutta la via Roma fino alla piazza del Kuerc. A precedere i Pasquali, prima
la banda, poi
i cavalli con le carrozze e, infine, divisi per Reparto,
le donne con gli anziani e i bambini, tutti rigorosamente vestiti con i
costumi tradizionali, portando fiori e prodotti artigianali. A fine sfilata intorno alle 12 i Pasquali vengono esposti in Piazza del Kuerc dove rimangono per tutta la domenica di Pasqua e il lunedì di Pasquetta. Una
giuria li valuta e prepara una classifica in base a diversi fattori: dal significato religioso delle scene rappresentate al lavoro artigianale e artistico svolto per realizzarle, senza dimenticare l'aspetto culturale e di tradizione, fulcro della manifestazione stessa.
I Pasquali tra folklore e religione
Con il termine 'Pasquali' si indicano delle vere
opere di falegnameria e ingegneria costruite dai bormini nei mesi invernali, suddivisi in base
al proprio quartiere di appartenenza: il Reparto. In ognuno dei reparti (Buglio, Combo, Dossiglio, Dossorovina e Maggiore) i partecipanti, sotto la guida di un capo, preparano e realizzano il loro Pasquale. Tutto è studiato nei dettagli, dal significato religioso alla lavorazione: falegnami, fabbri e artigiani ce la mettono tutta per esprimere il meglio della loro arte. La tradizione dei Pasquali, molto probabilmente, risale ad
antichi riti pagani legati alla pastorizia e all'agricoltura di montagna. Già prima dell'avvento del Cristianesimo, in tutta la Valle era diffuso un rito propiziatorio che prevedeva il sacrificio di un agnello, per lasciarsi alle spalle i rigori dell'inverno. La tradizione è stata poi associata al giorno di Pasqua e, nel corso dei secoli, si è passati alla benedizione in chiesa di un agnellino addobbato con nastri e fiori. Le prime testimonianze documentate risalgono al XVII secolo, quando nel giorno di Pasqua esisteva l'obbligo di cucinare un agnello da distribuire in piazza del Kuerc, la piazza centrale. Alla fine del XIX secolo s'introdusse
la benedizione dell'agnello vivo e, da qui, nacque la
gara tra i Reparti per adornare al meglio il proprio animale. A poco a poco, s'incominciò ad adagiare gli agnellini su delle portantine di muschio addobbate e, da lì, si arrivò ai Pasquali così come oggi vengono celebrati.
Pasquali, ma non solo
Anche in occasione delle festività di Pasqua, Bormio offre ai turisti tante opportunità:
natura, sport, attività all'aperto, wellness, enogastronomia, storia e arte. Bormio è uno dei pochi paesi montani che, a un'altitudine di 1.225 metri, ha infatti un centro storico ricco di arte e cultura. Senza dimenticare, infine, le calde acque termali dei centri di
Bormio Terme, Bagni Nuovi e Bagni Vecchi conosciute fin dai tempi degli antichi Romani.
Info: www.bormio.eu/it/i-pasquali