San fruttuoso l’energia del silenzio
Dal mare o dai sentieri che la proteggono, raggiungere l’Abbazia di San Fruttuoso è comunque entrare nella magia e nella bellezza. E non è dunque un caso che questo luogo del cuore sia protagonista del Belvedere del Padiglione Italia a Expo Dubai. Donata con il terreno circostante nel 1983 al Fondo per l’ambiente italiano dalla famiglia che la possedeva e per la quale era un Pantheon, ovvero gli eredi dei genovesi Doria Pamphilj, è ora uno dei luoghi del cuore più amati dagli italiani, oltre a un simbolo stesso della riviera ligure. La cosiddetta ‘Chiesa Vecchia’ - leggermente più in alto della attuale - risale all’VIII secolo, eretta dal vescovo di Tarragona, Prospero, in fuga dalla Spagna invasa dagli arabi per salvare le reliquie di San Fruttuoso. I vari e successivi rifacimenti terminarono nel sedicesimo secolo con l’imponente torre di avvistamento, ma l’edificio religioso era già simile all’odierno nell’XI secolo. La caratteristica principale dell’Abbazia è che non ci sono strade che la raggiungono: solo via mare o a piedi con un trekking non certo agevole è possibile beneficiare della sua architettura e dell’energia che queste mura emanano. E perché no: anche godere di un bagno salutare nella prospiciente baia fatta di sabbia e ciottoli, dove per ringraziare dei frutti della marineria locale – quella della vicina Camogli è stata fra le più importanti in Italia – è stato posto sul fondo il Cristo degli Abissi, visitabile con immersioni per i più abili che possono nuotare attorno al manufatto bronzeo posto a 17 metri sotto il livello del mare, o dal fondo di vetro delle barche da turisti. I traghetti raggiungono la baia dalle località vicine tutto l’anno, mare permettendo, mentre i più coraggiosi possono percorrere il sentiero di Capodimonte che parte da San Rocco di Camogli e ha momenti molto suggestivi ma non per malati di vertigine nella zona delle Batterie, detta così dalla presenza di fortificazioni usate per le armi pesanti durante la seconda guerra mondiale. Alcuni passaggi sul dirupo si effettuano solo attaccati a delle funi, ma quando si scende verso la baia lo spettacolo è assicurato. Oppure più lieve è il percorso da Portofino, accidentato e costiero, ma destinato a ogni... gamba. “San Fruttuoso - scrive Giovanni Vittorio Rossi, giornalista e scrittore nato alla fine dell’Ottocento a Santa Margherita Ligure, di là dal monte di Portofino - è pietra e mare e grandi alberi selvaggi. A San Fruttuoso c’è un convento storico, ci sono tombe storiche, ma i protagonisti di San Fruttuoso sono la pietra e il mare e gli alberi. A San Fruttuoso ci sono gli spiriti di Santi e santi martiri; avevano nomi gaudiosi, pieni di gaudio celeste; essi sventolavano come bandiere nella felicità del mare, della pietra, della grande vegetazione selvaggia”. L’Abbazia, i sentieri che vi giungono e l’Area naturale marina protetta di fronte ad essa – dove la navigazione deve essere autorizzata e la pesca è bandita – fanno parte del Parco del Monte di Portofino.