Genova per noi: arte, fascino e animo marinaro
Genova per noi non è solo il capoluogo della Liguria, il centro nevralgico della vita pubblica, è molto di più, una città che colpisce anche nei suoi luoghi più popolari, anzi. Le città di porto - e il suo è il più grande in Italia e contende il primato in Europa a Marsiglia e Barcellona, senza contare che in Liguria ci sono altri due bacini molto vasti e importanti che contribuiscono al commercio e al turismo, quelli di Savona e La Spezia - hanno un fascino che è difficile eguagliare, danno il senso di ospitare tutti, di qualsiasi razza, religione o censo che sia. Quindi troverete le persone eleganti nei carruggi e quelle più disordinate nelle strade del centro e dello shopping, arterie che danno il senso della grandezza che Genova, Repubblica Marinara, ha rappresentato per secoli. Via Garibaldi, per esempio, è iconica per i Palazzi dei Rolli che la costeggiano: una passeggiata nella storia, perché qui sono passati i capi della città e i grandi artisti del Rinascimento e del Barocco che hanno riempito i vari edifici di opere d’arte inestimabili e da godere con parsimonia, patrimonio dell’Unesco. Via XX Settembre è l’ingresso al centro con il Ponte Monumentale e i portici dei negozi chic; sulla strada affaccia il Mercato Orientale, luogo che non solo esalta il commercio, ma anche la socialità: è un’agorà che si riempie a ogni ora sia per fare la spesa sia per mangiare tutti assieme nel centro della “piazza”. E se piazza de Ferrari è il simbolo della città, da questa dipartono i carruggi che vanno verso il porto: vicoli stretti sui quali si aprono localini di vario genere che fanno la gioia dei turisti - senza fare storcere la bocca a chi cerca ancora lo spirito originale - che scendono dalle navi da crociera e trovano a pochi passi la città più popolare senza dimenticare di visitare la Cattedrale di San Lorenzo, miracolo architettonico. Ma i carruggi, e con essi ad esempio via del Campo, ci introducono anche alla Genova più vera, povera, malandata, quella cantata da Fabrizio de André e dagli altri cantautori della cosiddetta “scuola genovese”, quella dove gli amori a pagamento, lo spaccio di droga e l’alcol rappresentano un modo di vivere e di reagire all’assalto dei lavoratori del porto, dei migranti di ogni Paese. In piazza Caricamento, di fronte al porto, Genova riesplode in tutti i suoi colori che gli stretti vicoli avevano reso più cupi, e meraviglioso è respirare il sapore del mare. E percorrere la passeggiata che da Corso Italia porta a Boccadasse: il piccolo borgo sul mare è l’esempio tipico di come Genova non dimentichi mai se stessa e dove il progresso non riuscirà mai a sconfiggere l’atmosfera che qui ha ispirato Gino Paoli, Luigi Tenco ed Edoardo Firpo. E dove pescatori e marinai lasciano nella chiesa di Sant’Antonio i loro ex voto per guadagnarsi la protezione del dio del mare. Genova per noi.