Framura, cartoline dal Levante ligure immune all’overtourism

Scorci mozzafiato, sentieri a picco sugli scogli e l’affascinante pista ciclopedonale MareMonti. Alla scoperta del Comune sparso della Riviera

di PAOLO GALLIANI
31 agosto 2024
La Via del Mare a Framura (foto Adelmo Massola)

La Via del Mare a Framura (foto Adelmo Massola)

L’aggettivo ’sparso’ appiccicato dopo il sostantivo ’Comune’ ha quasi un’aria minacciosa. E qualcuno si permette pure di specificare che, insomma, Framura in realtà non c’è. Perdonabile bugia. Perché è vero: si notano solo cinque diverse borgate, appunto sparpagliate un po’ qui e un po’ là, ognuna con un proprio nome identificativo. Ma diamine, Framura le tiene insieme e quindi esiste.

E se la sua geografia è dispersiva, la sua bellezza è commovente, piena com’è di inciampi visivi che danno la misura del versante scosceso su cui si sviluppa, periferia concettuale di un Levante ligure forse un po’ criptico ma che almeno non conosce la deriva dell’overtourism, quello che assedia mete decantate come Portofino e le Cinque Terre, ormai vittime del loro stesso successo. Non qui, non in questo angolo di Riviera apparentemente di retroguardia ma solo per chi identifica il fascino di una località vacanziera dalle comode spiagge davanti agli alberghi, dai ristoranti stellati e dalla movida. Altra roba, altro mondo. Perché in questo delizioso collage di paesini aggrappati alle pareti che precipitano in mare tra Moneglia e Bonassola, tutto va conquistato: lungo le stradine e le scalinate che dalla piccola stazione si fanno largo tra ville, casolari, castagni, olivi, lecci, vigne e terreni dove l’agricoltura è eroica; sul Sentiero Liguria che richiede buone gambe ma permette di arrivare al panoramico ‘Salto della Suocera’; o nei belvedere naturali affacciati sul superbo scoglio Ciamia che marca la geografia della costa come una sorta di Capo Horn.

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E poco male se nel tentativo di ricostruire la disposizione delle cinque frazioni tenute insieme da quel nome condiviso (appunto, quello di Framura), il disorientamento è in agguato. Sono comunque tutte speciali: Castagnola con la bella parrocchiale di San Lorenzo; Costa con la pregevole torre di avvistamento quattrocentesca e l’antica pieve di San Martino; Setta che vanta qualche bottega e attività commerciale; Ravecca con il suo imprinting abitativo di chiara ispirazione medievale. E nella parte più bassa, Anzo con il porticciolo, le insenature, le calette, la minuscola stazione.

E l’Ufficio Turistico (0187.1600577) animato dalla Compagnia teatrale ’Officine Papage’ che è una bussola per i viaggiatori più motivati. Gli stessi che scelgono Framura invocando lo stacco mentale. Che si affidano alle guide di Naturatour (www.naturatour.it, tel. 339.3670805) e alle loro invitanti escursioni immersive.

PISTA CICLOPEDONALE TRA FRAMURA E LEVANTO FOTO MASSOLA ADELMO
La pista ciclopedonale tra Framura e Levanto (foto Adelmo Massola)

Che eleggono come percorso elettivo del turismo slow la ’Ciclopedonale MareMonti’ ricavata lungo il tracciato ferroviario dismesso nel ’70, vecchio capolavoro di ingegneria ottocentesca trasformato in un vademecum esplorativo che si allunga per quasi 6 chilometri attraverso 9 gallerie e che da Framura raggiunge le vicine e altrettanto graziose Bonassola e Levanto (noleggio bike: Cicli Raso 0187.802511 e Pesciocan 334.7310828). Già nel primo tratto, dove il percorso sotto i tunnel viene confortato da balconate e portali con vista sul Tirreno ed è invece più aperto nella seconda parte, con belvedere e varchi che permettono di raggiungere gli arenili e le insenature sottostanti. Piccole, grandi fatiche per meritarsi anche coccole e piaceri compensativi.