La Liguria sulle orme di Dante: i luoghi da visitare
Dalle Cinque Terre a Genova, passando per Sarzana, Noli e altri incantevoli borghi dove il sommo poeta ha lasciato il segno. Le tappe del tour
La Liguria è bellissima in ogni suo angolo. Ovunque, c’è un panorama incantevole ammirare. Ma c’è un tipo di bellezza, alle spalle della costa, che non tutti conoscono e che è un vero paradiso per chi non si ferma alle apparenze ma ha voglia di esplorare, cercare e scovare un landscape meno battuto.
Una costellazione di borghi tra i più belli d’Italia, ognuno con una storia unica da raccontare. Storie da vivere in prima persona fatte di inediti racconti degli abitanti, di tradizioni che ancora oggi restano vive e sentite, di ricette, prodotti e vini tipici, di cultura custodita in castelli, fortezze e musei.
Abbiamo voluto seguire le tracce di Dante Alighieri, il sommo poeta, da Levante a Ponente, rintracciando testimonianze storiche o leggendarie del suo passaggio, segni della sua opera nell’arte e nella cultura in questa regione.
Tra Lerici e la Turbie
Dante nella Divina Commedia unisce idealmente le due estremità della Liguria collegando Lerici ai dintorni di Ventimiglia nel canto III del Purgatorio ai versi 49-51 si legge: "Tra Lerice e Turbia la più diserta/la più rotta ruina è una scala/verso di quella, agevole e aperta" per descrivere la terribile rupe di ascesa al Purgatorio, Dante potrebbe riferirsi alla strada romana Iulia Augusta, la principale via di comunicazione dell'epoca, che probabilmente il sommo poeta attraversò nell’estate del 1302 per recarsi all’Università di Parigi, dove rimase fino all’estate al 1304. Non esistono documenti, ma un tale riferimento fa credere che il suo viaggio sia avvenuto per terra e che dunque Dante sia passato da Ventimiglia. Probabilmente Dante soggiornò in Lunigiana e visitò Lerici e Portovenere, dove la costa sale ripida sul mare e l’ascesa costa fatica e visto il misticismo del luogo, suggerisce espiazione.
Sarzana
In una delle sue molte peregrinazioni di esule, Dante Alighieri il 6 ottobre del 1306 giunse a Sarzana chiamato per siglare la pace fra i Malaspina e il Vescovo Conte di Luni, protetto dalla potente famiglia dei Fieschi in piazza della Calcandola, oggi piazza Matteotti, Dante fu nominato procuratore dei Malaspina con un atto formale, davanti al notaio sarzanese Giovanni di Parente di Stupio alla presenza del marchese Franceschino di Mulazzo, siglando la pace per l’annosa controversia fra i Malaspina dello Spino Fiorito e il Vescovo Conte di Luni.
Castelnuovo Magra
Dopo la nomina a Sarzana per conto dei Malaspina, il notaio Giovanni Parente di Stupio e Dante mossero per Castelnuovo Magra per sottoscrivere l’atto di pace, alla presenza del Vescovo Conte di Luni che aveva la sede proprio lì. La Val di Magra è citata nel canto XXIV dell’Inferno, versi 144-147: “Tragge Marte vapor di Val Di Magra/ ch’è di torbidi nuvoli involuto/e con tempesta impetuosa e agra” e nel canto VIII canto del Purgatorio, quando l’anima di Corrado Malaspina gli chiede notizie sulla Val di Magra e i territori circostanti, versi 115-117: “Cominciò ella/di Val di Magra o di parte vicina/sai, dillo a me, che già grande là era…
Dante in Val Fontanabuona
La Val Fontanabuona compare nella Commedia nel XIX canto del Purgatorio, quando parla Papa Adriano V, del casato dei Fieschi : "Intra Siestri e Chiaveri s'adima una fiumana bella, e del suo nome lo titol del mio sangue fa sua cima". I ruderi dellantico borgo di Siestri si trovano a Neirone, borgo da cui si svolge l’intera valle. Non ci sono tracce tangibili di una presenza di Dante in quei luoghi ma probabilmente vi passò diretto a Milano nel 1311, dopo una missione in Lunigiana per conto dei Malaspina. La strada dalla costa risaliva allora la Val Fontanabuona e saliva fino al feudo fiescano di Roccatagliata, passando per Siestri. Oggi, lungo la statale 225 della Val Fontanabuona, a San Colombano Certenoli, in frazione Scaruglia, un ponte ricorda il sommo poeta dal 1981: è il Ponte Dante Alighieri.
Genova
È nota l’avversione del sommo poeta per i genovesi, esplicitata nel XXXIII canto della Commedia con i versi: “Ahi Genovesi, uomini diversi/D'ogni costume e pien d'ogni magagna/Perché non siete voi del mondo spersi?” Quando arriva nel IX e ultimo cerchio dell’Inferno, nella Tolomea, che ospita i traditori degli ospiti, Dante incontra Branca Doria membro di una illustre casata genovese che aveva fatto uccidere suo suocero invitandolo a un banchetto. Quando Dante scrive, tuttavia, Branca Doria era ancora in vita; ma il suo peccato era stato così grave che la sua anima bruciava già all'Inferno. Sull'astio di Dante per Genova e per i Doria sono state fatte molte ipotesi. Probabilmente deriva da una contesa nata proprio a Genova durante la permanenza nella Superba di Dante, tra il 1311 e il 1312. Il poeta che, soggiornava in via dei Malocelli, dopo aver avuto una discussione animata con lo stesso Branca, sarebbe stato aggredito da alcuni servitori dei Doria. Il Palazzo di Branca Doria è in piazza San Matteo a Genova
Noli
Noli un tempo fu fiorente repubblica marinara. Dante vi arrivò nel 1306, da esule, in viaggio verso la terra dei Galli. Noli è citata da Dante nel IV canto del Purgatorio vv.25-27: Vassi in Sanleo e discendesi in Noli/montasi su Bismantova e 'n Cacume/con esso i piè; ma qui convien ch’om voli. Il riferimento è ad una discesa particolarmente impervia, come i ripidi pendii di Capo Noli arrivando da ponente, paragonata all'ascesa alla Rocca di San Leo, alla Pietra di Bismantova o alla cima di Caccume. Ascese faticose e impervie, ma non paragonabili alla salita lungo le pareti dell'Antipurgatorio dove sarebbe meglio aver le ali per poter volare.