E’ il
simbolo di Alassio. Le piastrelle, più di un migliaio, che lo abbelliscono, hanno consacrato la
fama di vip e reginette, mentre i lucchetti chiusi vicino alla statua degli innamorati ricordano ancora oggi promesse di amore eterno.
Il muretto di Alassio compie settant’anni e ricorda una stagione unica, quella di
Hemingway e dei grandi nomi che vi soggiornavano. Oggi Alassio è cambiata, ma non rinuncia a quel fascino antico: un esempio è il
Grand Hotel, che quest’anno c
elebrerà Hemingway con una suite a lui dedicata. Ma il cambiamento è nell’aria, anzi nei fiori, che con il mare rappresenteranno il filo conduttore della nuova stagione.
I giardini, da Villa della Pergola all’Orto rampante di Renzo Piano
Realizzati a fine Ottocento con una vista mozzafiato sul golfo, sono un’occasione unica per apprezzare la tipica vegetazione mediterranea insieme con piante rare ed esotiche.
Nel 2022 sono stati eletti il “Parco più bello d’Italia”. Nati nel periodo inglese di Alassio come buen retiro del generale McMurdo e della moglie, prosperati poi con la
famiglia Hanbury, nel 2006 furono
salvati dalla speculazione edilizia dalla famiglia Ricci, che ha affidato un imponente restauro su 22mila metri quadrati di verde e profumi all’architetto paesaggista
Paolo Pejrone. Oggi sono visitati soprattutto per le
fioriture dei glicini (34 varietà per la più importante collezione italiana) e della
più importante collezione di agapanthus in Europa, con
quasi 500 specie diverse, oltre che per gli agrumi, rappresentati dal Chinotto di Savona e dal
Pomelo, o ancora dalla curiosa forma di un cedro soprannominato Mano di Budda. Colori che, fra mirti secolari e laghetti romantici, ben si sposano con quelli delle
tre ville del complesso, con lo stile eclettico di
Villa Pergola, fra pagode e pietra rosa. Numerose le visite e gli workshop a tema, mentre la villa oggi è un
relais de charme e ospita il
ristorante “Nove”, una stella Michelin (https://www.giardinidivilladellapergola.com/). Non solo storia: Alassio guarda avanti con il
progetto visionario, recentemente autorizzato dal Comune, di un
Orto rampante firmato dall’archistar Renzo Piano sempre per conto della famiglia Ricci. Il progetto green dell’archistar darà vita alla riqualificazione della collina dove si trova la casa dello scrittore e pittore
Carlo Levi, la cui dépendance diventerà un’area per promuovere e sviluppare l’attività agricola. Il nome è un
omaggio al “Barone rampante” di Italo Calvino, un altro famoso frequentatore di questa zona. E l’invito implicito a vivere tra le fronde degli alberi come nel romanzo di Calvino è la chiave di un’offerta turistica che vuole puntare sempre di più sulla sostenibilità.
La strada delle farfalle
Alassio ha un primo entroterra collinare poco conosciuto ma molto interessante dal punto di vista naturalistico. Dalla primavera al tardo autunno sarà possibile partecipare con il naturalista e guida ambientale escursionistica Matteo Serafini a esperienze di
“butterfly watching", un’attività in forte crescita, che consente a sempre più appassionati di apprezzare la bellezza e la grande varietà delle farfalle diurne, belle ma soprattutto preziose come impollinatori e bioindicatori della qualità ambientale.
Con il butterfly watching è possibile avvicinarsi a questo affascinante mondo in maniera rispettosa grazie a un metodo basato sull’
osservazione diretta in natura delle specie presenti mediante macchina fotografica, binocolo e l’utilizzo del retino entomologico per la cattura, l’identificazione e il successivo rilascio. A poche settimane dal
Festival nazionale della “Cucina con i Fiori” diretto da Claudio Porchia, la prima esperienza di butterfly watching sarà dedicata a
"Fiori e Farfalle: alla scoperta delle farfalle alassine e dei fiori che le nutrono" e si svolgerà sabato
22 aprile. Tutte le escursioni sono gratuite con prenotazione obbligatoria (informazioni e prenotazioni: Matteo Serafini 3336853041).
La serra
Silvia Parodi con il marito Marco Ravera (Ravera Bio) da 15 anni lavora ad un progetto che mette al centro i fiori. Escono dal lavoro in serra ad Albenga prodotti unici come il
ketchup di begonia o il pesto fresco di nasturzio, ma anche succhi e composte a marchio tastee.it, un nome che è una sintesi fra dialetto e inglese. Metà della produzione dell’azienda agricola è fatta da
fiori eduli, profumati, belli e buoni da mangiare, e da piante aromatiche. Oltre a fornire prodotti bio, l’azienda propone visite e giornate a porte aperte. Tra le novità, i preparati per il
gelato con i fiori, come quello di begonie simbolo di Alassio.
Il gelato e la cucina coi fiori
Si chiama
I love Alassio ed è il gelato presentato da
Aldo De Michelis nella cucina dell’
Hotel Diana durante la quattro giorni dedicata alla “Cucina con i Fiori” che ha portato sulla riviera alassina esperti, chef stellati, scrittori e giornalisti per incontri di studio, dimostrazioni, show cooking e workshop, oltre a una cena di gala,
“Flowers Dinner Experience”, realizzata a quattro mani da
Ivano Ricchebono ed Enrico Derflingher con storytelling di Patrizio Roversi. E’ un gelato ai petali di begonia, che si affianca al sorbetto di colore più scuro.
Hemingway, il Bar Roma e il Grand Hotel
La fama del muretto risale a 70 anni fa, quando il
pittore Mario Berrino, fondatore del
Caffè Roma, famoso ritrovo di artisti, stanco di vedere questo brutto manufatto grigio davanti al suo locale, chiese consiglio allo scrittore americano, suo amico. Nacquero così le prime piastrelle che via via resero famoso il muretto. Le prime tre con le firme
dello scrittore, del Quartetto Cetra e del chitarrista Cosimo Di Ceglie, cementate durante la notte, furono seguite da quelle di tanti personaggi famosi,
da Lucio Dalla a Mike Bongiorno, da Woody Allen alla fascinosa star della Dolce Vita
Anita Ekberg o Louis Armostrong. Proprio a un ospite come
Ernest Hemingway, che ha soggiornato ad Alassio fra gli anni Quaranta e Cinquanta, il Grand Hotel quest’anno dedica una suite. La
camera 105 è al primo piano e ha un terrazzo sul mare. Nella suite si può ammirare il ritratto originale di Hemingway realizzato dall’amico e pittore Mario Berrino, nonché la penna del pappagallo Pedrito che all’epoca venne lasciato in custodia proprio a Berrino dallo scrittore. A disposizione degli ospiti della suite anche una scacchiera d’epoca, uno scrittoio e una tela bianca dove poter dipingere, ispirati dal fascino unico dell’atmosfera che si respira all’interno della camera. La storia del
Grand Hotel racconta la Belle Epoque di Alassio. Nasce nell’Ottocento, quando la cittadina era meta prediletta dei turisti inglesi, attratti dal clima mediterraneo, dalla profusione di verde, dalle belle spiagge e dalle viste pittoresche. L’albergo era
uno dei più prestigiosi dell’epoca: sull’esempio dei palace della costa azzurra, fu costruito di fronte alla spiaggia in uno smagliante stile neoclassico, diventando dimora privilegiata dei turisti più facoltosi e raffinati, in vacanza sulla Riviera di Ponente. Tra le teste coronate spicca la
duchessa Maria Vittoria, che vi soggiornò nel 1871, durante il viaggio per raggiungere il marito,
principe di Savoia, e poi il
re e la regina di Sassonia, la
principessa di Saxe-Weimar, il p
rincipe di Battenberg, il
duca e la duchessa di Westminster, il
duca d’Aosta, la
principessa Laetitia, la p
rincipessa Demidoff.
Una delle più recenti ospiti regali del Grand Hotel Alassio, la principessa araba
Nouf Nint Abdullah al Saud, non è passata inosservata, essendo giunta, per trascorrere 3 settimane di vacanza nel luglio 2016, accompagnata da familiari, 30 domestici e
circa 45 bauli, in un corteo di auto e minivan con i vetri oscurati. Oggi i punti di forza dell’hotel sono la
Thalassio Spa, la collaborazione con gallerie di arte contemporanea e le star del gusto come l’executive chef
Roberto Balgisi, il maestro
Stefano Miozzo, campione Mondiale di Pizza Classica e Pizza in Pala, e il miglior gelatiere d’Europa
Massimiliano Scotti.