Acciughe e pesto, tripudio a tavola
Come ogni Regione anche la Liguria presenta una varietà enogastronomica di grande rilievo basata su ciò che la sua morfologia offre: prodotti di mare, ma anche di terra. La cucina marinara offre stimoli e sensazioni uniche: i mitili coltivati nel golfo della Spezia sono un must, come lo sono ancor di più le acciughe di Monterosso, servite in vari modi e al fine fritte e dorate. La pesca dei gamberoni di Santa Margherita Ligure è un rito come ritrovarsi sulle banchine del porto all’ora dell’attracco dei pescherecci per acquistare il prodotto fresco. Lo stoccafisso, preparato in ogni modo, dal brandacujun nato a Ponente a quello “accomodato” che si mangia durante le sagre di Paese. Dalla riviera di occidente arriva anche il coniglio alla ligure, che lega alle tradizioni agricole della Regione così come lo fanno i primi piatti a base di pesto (meglio se con patate e zucchine) o i “pansoti alle noci”, gustosi tortelli ripieni. Ma sono le focacce che rendono ogni rito ligure unico: non solo la Sardenaira che si mangia dal Trecento, con sardine e pomodorini, ma soprattutto la Focaccia al formaggio di Recco Igp il cui Consorzio sta facendo un lavoro imponente sulla qualità, certificando i locali che rispettano il protocollo. Ce ne sono diversi fra Recco, Camogli e Sori e comunque la focaccia al formaggio anche artigianale ha un gusto molto particolare e la si può mangiare in ogni momento del pasto o anche solo come merenda, magari con una Bianchetta o un boccale di birra. Accanto alla Focaccia è la farinata che la fa da padrona: una torta simile alla cecina toscana da mangiare appena esce sulla teglia calda di Edo a Sori o nei vari locali della Riviera. Altrettanto particolare è la produzione vinicola che ha capisaldi irrinunciabili sia nei bianchi - come il Vermentino di Luni o anche quello della riviera di Ponente e il Pigato, dal gusto elegante - sia nei rossi, fra cui eccelle l’Ormeasco di Pornassio, un dolcetto affinato nella Valle Arroscia in cui scorre fra le province di Imperia e Savona l’omonimo torrente. Vigneti tutti di grande “fatica” - come quelli delle Cinque Terre e del liquoroso Sciacchetrà - che conquistano il poco terreno con grande vigore, un po’ come fa l’olio di questa terra che si specchia tra mare e cielo.