A piedi sull’infinito tra Camogli e Portofino
Due borghi marinari d’eccellenza, l’uno con la marineria che nel XVI secolo era fra le maggiori d’Italia e con comandanti che hanno circumnavigato il globo, l’altro col suo porticciolo e la passeggiata dove i vip abbondano così come i curiosi. Camogli e Portofino sono divisi da un... monte. Il primo guarda il Golfo Paradiso - e il nome è tutto un programma - l’altro si affaccia sul Tigullio, da una parte l’orizzonte è Genova dall’altra le Cinque Terre. Se recarsi dall’uno all’altro borgo via mare è comunque affascinante doppiando il promontorio poco a largo della fascia marina protetta, farlo via terra e a piedi è ancor più stimolante anche se un poco faticoso. Ma permette di godere di panorami straordinari sia verso l’interno sia verso il mare aperto e di godere dei profumi di una macchia mediterranea unica con sassifraga ed euforbia, genzianella e mirto, lentisco e corbezzolo, riparati talvolta dai pini marittimi e dai lecceti con la speranza di vedere volteggiare su Cala d’Oro il falco pellegrino mentre variopinte farfalle ti vengono incontro e accompagnano sul crinale. Da Camogli si può salire a Ruta, dove Nietzsche si innamorò del panorama e degli odori e poi costeggiare il monte verso San Rocco da dove partono i sentieri (la salita diretta da Camogli è fra verde e mare). Se ne possono scegliere diversi a seconda delle difficoltà e della meta da raggiungere. Fra San Rocco e Punta Chiappa, per esempio, è inestimabile la bellezza della piccola chiesa romanica di San Nicolò. Se invece la meta è San Fruttuoso, la baia che sta a mezzo del percorso e dove all’Abbazia si unisce il Cristo degli Abissi, i sentieri che lo raggiungono sono i veri gioielli del percorso: quello delle Batterie, dove stavano i soldati durante la Seconda Guerra Mondiale, è un cammino ardito, ma abbastanza accessibile, dove passaggi a pendio sul mare prevedono l’aiuto di catene e corde per evitare che la friabilità del terreno, e l’imperizia di alcuni, creino incidenti. Di grado superiore è la via dei Tubi che segue il vecchio acquedotto: si può percorrere solo a gruppi limitati e scortati dalle guardie del Parco pagando un obolo di 5 euro. Un percorso a strapiombo per ‘escursionisti esperti’, come recitano le informazioni dell’Ente. Due ore e mezzo di adrenalina pura, da affrontare con le attrezzature più adeguate e il cuore aperto a ogni esperienza ed emozione. Scendere a San Fruttuoso o risalire la Vetta e portarsi verso Paraggi e Portofino sembrerà poi quasi un gioco, anche se l’attenzione dovrà essere sempre presente. Da una parte all’altra del cammino, che sia Camogli o Portofino, ci sono poi da godere le bellezze naturali e architettoniche, che siano il castello della Dragonara a picco sul mare nella antica capitale della marineria o il Castello Brown e la Chiesa di San Giorgio che dominano la capitale del jet set internazionale.