A piedi sull’infinito tra Camogli e Portofino

di RICCARDO JANNELLO
26 giugno 2022
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Due borghi marinari d’eccellenza, l’uno con la marineria che nel XVI secolo era fra le maggiori d’Italia e con comandanti che hanno circumnavigato il globo, l’altro col suo porticciolo e la passeggiata dove i vip abbondano così come i curiosi. Camogli e Portofino sono divisi da un... monte. Il primo guarda il Golfo Paradiso - e il nome è tutto un programma - l’altro si affaccia sul Tigullio, da una parte l’orizzonte è Genova dall’altra le Cinque Terre. Se recarsi dall’uno all’altro borgo via mare è comunque affascinante doppiando il promontorio poco a largo della fascia marina protetta, farlo via terra e a piedi è ancor più stimolante anche se un poco faticoso. Ma permette di godere di panorami straordinari sia verso l’interno sia verso il mare aperto e di godere dei profumi di una macchia mediterranea unica con sassifraga ed euforbia, genzianella e mirto, lentisco e corbezzolo, riparati talvolta dai pini marittimi e dai lecceti con la speranza di vedere volteggiare su Cala d’Oro il falco pellegrino mentre variopinte farfalle ti vengono incontro e accompagnano sul crinale. Da Camogli si può salire a Ruta, dove Nietzsche si innamorò del panorama e degli odori e poi costeggiare il monte verso San Rocco da dove partono i sentieri (la salita diretta da Camogli è fra verde e mare). Se ne possono scegliere diversi a seconda delle difficoltà e della meta da raggiungere. Fra San Rocco e Punta Chiappa, per esempio, è inestimabile la bellezza della piccola chiesa romanica di San Nicolò. Se invece la meta è San Fruttuoso, la baia che sta a mezzo del percorso e dove all’Abbazia si unisce il Cristo degli Abissi, i sentieri che lo raggiungono sono i veri gioielli del percorso: quello delle Batterie, dove stavano i soldati durante la Seconda Guerra Mondiale, è un cammino ardito, ma abbastanza accessibile, dove passaggi a pendio sul mare prevedono l’aiuto di catene e corde per evitare che la friabilità del terreno, e l’imperizia di alcuni, creino incidenti. Di grado superiore è la via dei Tubi che segue il vecchio acquedotto: si può percorrere solo a gruppi limitati e scortati dalle guardie del Parco pagando un obolo di 5 euro. Un percorso a strapiombo per ‘escursionisti esperti’, come recitano le informazioni dell’Ente. Due ore e mezzo di adrenalina pura, da affrontare con le attrezzature più adeguate e il cuore aperto a ogni esperienza ed emozione. Scendere a San Fruttuoso o risalire la Vetta e portarsi verso Paraggi e Portofino sembrerà poi quasi un gioco, anche se l’attenzione dovrà essere sempre presente. Da una parte all’altra del cammino, che sia Camogli o Portofino, ci sono poi da godere le bellezze naturali e architettoniche, che siano il castello della Dragonara a picco sul mare nella antica capitale della marineria o il Castello Brown e la Chiesa di San Giorgio che dominano la capitale del jet set internazionale.
SUVERO

Nelle terre dei Malaspina

Sulla strada che va verso la Lunigiana, nel comune di Rocchetta di Vara (La Spezia), i duecento abitanti di Suvero devono considerarsi fortunati: vivono in uno stupendo borgo che i Malaspina hanno reso molto accogliente ristrutturando nel XVI secolo una Rocca del XII e abbellendo la chiesa di San Giovanni Battista, che si trova di fronte, nella cui cripta si conserva uno stupendo bassorilievo di marmo bianco della Vergine con il Bambino circondati da angeli musicanti del 1497. Oltre al piccolo borgo arroccato, è amena la bellissima pineta che si erge poco a monte, meta di escursionisti e pellegrini di un piccolo eremo.
SEBORGA

L’originale Principato di Imperia

La storia di Seborga è originale e affascinante: gli abitanti di questo splendido borgo, fra i più belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring Club, sui colli della provincia di Imperia non distante da Sanremo, si sentono sudditi di un Principato ed eleggono un loro sovrano, in questo momento una donna, Nina I, in virtù di un antico documento rispolverato a metà del Novecento. Seborga stampa moneta, ha propri documenti e targhe automobilistiche, ma tutto è più folclore che verità storica. Fatto sta che il sindaco è in tutto e per tutto il capo della comunità. Che gode di un piccolo centro molto suggestivo e con una pregevole chiesa barocca dedicata a San Martino di Tours.